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lunedė 05 settembre 2016 - 09:53
di Massimo Barbero

No, non ci siamo! Questa sconfitta all’apparenza può sembrare la fotocopia di tante altre patite nel girone di ritorno della passata stagione: gol incassato all’inizio e vani assalti per tutto il resto della gara nel tentativo di rimontare. La differenza però c’è ed è allarmante: raramente nello scorso campionato avevamo creato così poco dopo essere andati sotto nelle prime battute. Quasi sempre lo 0-1 finale (o 1-2, vedi Ternana e Lanciano) era anche la conseguenza di marchiani errori in fase realizzativa. Ieri invece soltanto con qualche palla inattiva abbiamo messo in difficoltà un Pisa che ha gestito benissimo l’1-0. Per cui se un anno fa dopo Crotone e Terni ostentavo un ottimismo che poteva apparire irrazionale alla luce della nostra classifica, adesso un po’ preoccupato lo sono.

La notte della festa nerazzurra è cominciata nel peggiore dei modi possibili per noi. Immediatamente in vantaggio, la formazione di Gattuso ha potuto gestire la gara in maniera più congeniale per una squadra con poco fondo nella gambe e condizionata da un’evidente emergenza a centrocampo. I toscani si sono rintanati a protezione della propria area di rigore lasciando che fosse il Novara a fare la partita ed a spendere energie. L’entusiasmo ha fatto il resto per i padroni di casa.

La reazione degli azzurri non è stata tale, almeno dal punto di vista del gioco. Ci siamo limitati ad un giropalla lento e spesso stucchevole senza riuscire mai a creare superiorità numerica sulle corsie esterne e con Galabinov e Sansone troppo lontani tra loro per poter dialogare in maniera efficace. Soltanto la freschezza di Dickmann ed Armeno ha portato qualcosa di meglio. La serata di scarsa vena di Casarini e (soprattutto) Viola ha fatto il resto. Pareva di assistere ad una di quelle poco rilevanti amichevoli di fine agosto quando non ti danni l’anima perché tanto prima o poi il gol arriva. E se anche alla fine non arriva… puoi dare la colpa alle gambe imballate ed ai carichi di lavoro. Invece ieri c’erano in palio tre punti di vitale importanza per indirizzare la nostra stagione. Contro un Novara siffatto la difesa del Pisa ha fatto un figurone. Lisuzzo sembrava il Cannavaro di Berlino 2006 e non il centrale in costante affanno su Sansovini di due anni e mezzo fa.

Ad inizio ripresa tutti ci aspettavamo un cambio di passo da parte dei nostri giocatori. Un po’ come era avvenuto contro Juve Stabia e Trapani. Invece nei primi minuti del secondo tempo il Pisa ha potuto controllare la situazione ancora senza particolari affanni, quasi rinfrancato dal vedere che il diavolo non era così brutto come era stato dipinto. Non siamo stati capaci di alzare i ritmi per sfiancare alla distanza un avversario che poteva avere la brillantezza data dai modesti carichi di lavoro nelle gambe, ma non il fondo per reggere alla lunga.

Boscaglia ha provato a dare più peso all’attacco con qualche timido risultato. L’ingresso di Adorjan ha permesso a Sansone di avanzare finalmente a sostegno di Galabinov. Da Di Mariano era lecito attendersi qualcosa di più in termini di incisività e qualità nei cross, ma va detto che la squadra a tratti pareva essersi dimenticata dei propri esterni, lasciando spesso anche Faragò abbandonato al proprio destino. Soltanto nei minuti di recupero il Pisa ha davvero tremato, prima e dopo la paratona di Cardelli su Sansone. Onestamente troppo poco per raggiungere la sufficienza anche se l’1-1 ci avrebbe reso il lungo viaggio di ritorno nella notte meno faticoso.

Ora vien facile criticare la campagna acquisti estiva ed in effetti qualche perplessità è legittima se è vero che ieri sera Koch e Calderoni sedevano in panchina, Sansone non ha ancora segnato in gare ufficiali, i giovani giunti come alternative sugli esterni finora non hanno sinora espresso qualità particolari. Però l’ansia maggiore è data dalla flessione di rendimento delle colonne del campionato 2016-17. Un Novara che abbia Da Costa, Dickmann, Troest, Casarini, Viola, Faragò, Corazza, Galabinov in grado di esprimersi sui livelli “medi” della passata stagione, con in aggiunta elementi di provato valore per la categoria quali Scognamiglio e Sansone (ed in parte anche Calderoni) ed un Bolzoni comunque certamente più utile rispetto al campionato scorso non può aver paura di non collocarsi almeno nella parte sinistra della classifica del campionato di B. Purtroppo ieri sera quasi tutti i confermati (fatta eccezione per Dickmann) sono apparsi distanti dal loro rendimento migliore ed inevitabilmente è suonato il primo campanellino d’allarme stagionale.

Al di là della genuina passione dei suoi tifosi, quella del Pisa rimane una brutta storia, destinata a rimanere scolpita come un precedente pericoloso per il nostro calcio italiano che non perde occasione per dare una pessima immagine di sé, all’interno e (soprattutto) all’esterno dei propri confini. L’enfasi con cui media nazionali e tv a pagamento (e soprattutto il “buonismo” del Presidente di Lega) hanno accolto la tardiva calata di Pablo Dana ed il ritorno al timone di “Ringhio” Gattuso risulta quantomeno discutibile.

Ribadito questo, dobbiamo riconoscere che ieri sera il Pisa e Pisa ci hanno impartito una lezione. Dentro (soprattutto) ed anche fuori dal campo. La squadra di Gattuso ha insegnato alla nostra che le partite si possono vincere anche con soli due centrocampisti di ruolo a disposizione e con tanti elementi in condizioni precarie o al debutto in categoria. Basta volere fortissimamente il massimo obiettivo e difendere con le unghie e con i denti le situazioni favorevoli che capitano nel corso della gara. Come si suol dire, la fortuna (sottoforma di gol preso o evitato nei minuti di recupero) spesso aiuta gli audaci!

I tifosi nerazzurri invece ci hanno ricordato che non servono Cacia, Gonzalez, Sforzini, Ronaldo o Messi… per riempire il proprio stadio (o quello altrui) con un entusiasmo in grado di trascinare gli undici in campo. Per fare questo possono e devono bastare (se è questo che passa il convento) Sanseverino, Golubovic o Eusepi… perché chi indossa la maglia della propria squadra del cuore… almeno alla vigilia di ogni gara… è sempre la migliore scelta possibile. Ed in un certo senso ho ammirato anche l’entusiasmo con cui i giornalisti pisani hanno raccontato l’ultima, altalenante, settimana vissuta dal Pisa e presentato la partita di Empoli come un vero e proprio evento da vivere assolutamente e tramandare ai posteri. Non dimentico come da bambino la passione e l’enfasi usata da Gianni Milanesi nel riferirmi delle vittorie contro Casatese o Carrarese sia stata determinante nel farmi innamorare dei colori azzurri. Ora dalle nostre parti leggo talvolta titoli, articoli e “fondi” che mi paiono un tacito invito… alla gita al Lago all’ora della partita. La critica è doverosa ed anche questo mio commento è stato tutt’altro che tenero con chi ha giocato ieri sera, ma non dobbiamo mai dimenticarci quanto sia bello tifare per un Novara che gioca in serie B.

Dunque poche balle… e tutti in trincea per la difficile gara con la Salernitana rigenerata da Menichini prima e da Sannino poi. Ho visto i granata dominare la scena per oltre un’ora sul campo dello Spezia nel primo anticipo di questo campionato. Se torneremo in campo in punta di piedi come ad Empoli non potremo che rimediare un’altra brutta figura. I tifosi da salotto che da ieri sera alle 22.20 circa… sputano sentenze ininterrottamente sui social…  utilizzino cotanta carica sabato pomeriggio per venire sugli spalti a gridare… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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