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Figurine azzurre: Andrea Turato
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lunedė 12 settembre 2016 - 19:40
Storie di giocatori che hanno vestito la maglia del Novara in epoca pių o meno recente

Andrea Turato è una delle grandi scoperte del duo Gozio-Ferrario che al timone dell’Ospitaletto vincono sorprendentemente il campionato di C2 1993-94 in compagnia della vera “matricola” Crevalcore. A nemmeno 20 anni il ragazzo scovato nella Primavera del Brescia gioca praticamente da titolare nella squadra che domina il girone d’andata per poi amministrare, con qualche patema, il vantaggio nel lungo sprint primaverile.

L’ennesima avventura in C1 dell’Ospitaletto dura una sola stagione e nell’estate del 1995 Turato è già pronto a seguire Presidente e Mister nell’ambiziosa piazza di Novara. A luglio l’affare sembra fatto perché Gozio ha raggiunto facilmente l’accordo con l’amico Corioni. Al momento di firmare però si scopre che il cartellino in verità è dell’Ospitaletto che ha quindi l’ultima e decisiva parola. La trattativa resta in sospeso praticamente fino all’ultimo giorno di mercato. Ferrario vuole a tutti i costi Turato e Turato sarebbe ben felice di essere trasferito al Novara. E così a fine agosto i dirigenti arancioni cedono; Turato passa finalmente in azzurro assieme allo sfortunato Granzotto.

Debutta a Palazzolo in una posizione un po’ insolita in mezzo al campo, ma dalla domenica successiva in casa con il Cittadella può scorazzare sulla fascia destra, come terzino con licenza di offendere. E’ suo il cross che manda in gol Scotti nel finale di una sfida che pare segnata dopo l’espulsione di Venturi.  Meno fortunata la partita interna successiva con il Valdagno che vede Turato uscire acciaccato a metà ripresa. Lo stadio di Viale Kennedy sembra “tabù” per un Novara che vince le prime 4 partite fuori casa, ma tra le mura amiche, Cittadella a parte, non va oltre dei “pareggini” contro Solbiatese, Valdagno, Lumezzane e Torres.

Domenica 12 novembre piove e fa freddo. Così sugli spalti ad assistere a Novara-Pavia c’è solo la gente “giusta”, quella davvero motivata. Gli altri sono a casa a mugugnare perché dal mercato di riparazione non è arrivata la tanto attesa punta, bensì solo i giovani Cau e Panisson. Nel primo tempo gli attaccanti azzurri (Borgobello ed Inzaghi, mica due presi per caso) sprecano l’incredibile a tu per tu con Limonta tra la disperazione del “Ciapina”. Si materializza lo spettro dell’ennesimo 0-0 casalingo quando dalla panchina rispunta Turato che avvicenda un Venturi che ormai ha dato tutto. Turato stavolta è l’uomo della provvidenza perchè segna di testa il gol partita riprendendo una respinta della traversa su punizione di Pellegrini ad un quarto d’ora dal termine. E’ il gol che vale il sorpasso sul Lumezzane e la vetta della classifica.

Da quel momento Turato gioca praticamente sempre, con Ferrario prima e con Frosio poi. Anche da ala destra con il Palazzolo (interregno di Villa) quando c’è da rimpiazzare l’insostituibile Coti squalificato. Si ferma ancora a fine febbraio quando i compagni hanno ormai ripreso la rincorsa al Lumezzane. Lo rivediamo in campo in tempo per lo sprint finale che comincia con un bel 2-0 alla Pro Vercelli nel nostro stadio in festa. A Tempio, dopo l’espulsione di Casabianca, Turato scala a fare il centrale, posizione che ricoprirà anche nella memorabile partita casalinga con l’Alzano, nuovamente sotto il diluvio. Sono le due settimane che regalano al Novara l’agognato ritorno in C1 ancor prima della passerella di Busto.

In estate Turato resta a Novara ed è ovviamente titolare inamovibile di una squadra che affronta la C1 con gli uomini contati. Danova litiga solo con il suo cognome. Comincia a chiamarlo “Turcato” per errore e così diventa “Turcato” anche per i compagni che ovviamente non mancano di divertirsi. Fino al 24 novembre 1996 quando il primo Novara, quello dei Coti e Pellegrini, gioca la sua ultima partita a Siena. Al fischio finale le maglie volano nella curva ancora di terra dello stadio “Franchi”. Per quattro protagonisti è un addio al Novara. Tra loro c’è Turato che l’indomani parte per Padova assieme a Coti. Nella città di Sant’Antonio tutti si aspettano le prodezze di Gianluca ed invece a brillare in serie B è proprio il ragazzo di Salò, difensore moderno, eclettico e dalle buone capacità tecniche. Mentre Coti ritorna in C1 (a Fiorenzuola) dopo nemmeno un paio di mesi, Turato colleziona 25 partite nella prima stagione a Padova. E 33 nella seconda. Per dieci anni milita quasi in pianta stabile in cadetteria (Ternana, Cittadella, Venezia e Brescia) con una sola parentesi in C a Reggio Emilia.

Lo ritroviamo da avversario in C1 nella Sangiovannese che scende al “Piola” il 12 novembre 2006, una domenica davvero storica per il Novara Calcio.  E’ la prima con Massimo De Salvo in tribuna e l’ultima con Max Palombo in gol, giusto in tempo per dedicare la prodezza su assist di Lorenzini alla figlioletta appena nata. Il Novara batte la Sangiovannese sia all’andata (3-1 con un grande Matteassi) che al ritorno (1-0 grazie a San Micillo), ma Turato si prende la sua rivincita l’anno successivo con la maglia del Cittadella. I granata di Foscarini, con la complicità di Baracani, si impongono al “Tombolato” (2-1) e rimontano due gol al “Piola” (solito 2-2) nel pomeriggio dell’esordio di Bellotto. Quella veneta è davvero una gran bella squadra e lo dimostra nella finale play off andando a strappare nei supplementari la serie B ad uno “Zini” già in festa dopo il successo fuori casa. Una rimonta che regala a Turato l’adrenalina di un ultimo campionato in cadetteria, ormai a 35 anni, prima di chiudere la lunga carriera da calciatore con altre tre stagioni da protagonista nella “sua” Feralpi Salò. Oggi allena la “Berretti” del Venezia.   

La foto è tratta dall’archivio di Beppe Vaccarone.

Massimo Barbero

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