Figurine azzurre: Massimo Venturini
lunedė 17 ottobre 2016 - 18:59
Storie di giocatori che hanno vestito la maglia del Novara in epoca pių o meno recente
Il novarese Massimo Venturini debutta in maglia azzurra a nemmeno 19 anni, nell’ultima giornata del campionato che vede il Novara sfiorare il clamoroso ritorno in serie A prima della “beffa” di Catanzaro. A Foggia è festa solo per i padroni di casa che in uno stadio stracolmo conquistano la promozione grazie ad un gol dell’ex Turella. Nella stagione successiva comincia da titolare giocando contro Monza e Modena. E’ l’annata che segna l’inizio del nostro inarrestabile declino. Vittorino Calloni (subentrato a Giorgis) lo rimanda in campo nelle ultime due partite, a destino ormai segnato: contro la Spal (prima volta allo stadio per chi scrive) eppoi a Palermo.
A vent’anni Venturini è pronto a già giocare in pianta stabile in serie C con la casacca numero 5 sulle spalle. Colleziona 30 presenze in tutto in un Novara che non riesce a tenere il passo di un Udinese scatenata che ci elimina anche dalla Coppa Italia. Il quinto posto finale vale soltanto la qualificazione alla neonata C1. L’ultima maglia azzurra la indossa in un triste Novara-Seregno che vede i brianzoli fanalini di coda espugnare in rimonta il nostro stadio.
Per il promettente stopper cresciuto nel nostro vivaio comincia una scalata verso le serie superiori. L’anno dopo passa alla Pistoiese in B dove incrocia un certo Sergio Borgo. Poi alla Sampdoria che fatica a tornare nella massima serie. Nell’autunno del 1980 il club blucerchiato lo gira all’Avellino che deve inseguire una salvezza in serie A resa problematica dalla penalizzazione.
Le preoccupazioni sportive però passano più che in secondo piano la sera del 23 novembre 1980 quando la terra trema ripetutamente in Irpinia. E’ un terremoto dalle conseguenze devastanti. Conservare il posto in serie A in quelle condizioni avrebbe il sapore della vera e propria impresa, una sorta di piccolo-grande regalo ad una popolazione ferita.
La truppa di Vinicio rimane aggrappata alla zona salvezza anche nel periodo in cui è costretta ad emigrare al “San Paolo” di Napoli per le proprie gare casalinghe. La partita decisiva si gioca però ad Avellino il 24 maggio 1981 contro una Roma che ha ancora una speranziella di acciuffare la Juventus capolista. Quando il leggendario Falcao porta in vantaggio i giallorossi i “lupi” irpini sono virtualmente in B. Ed è invece a risolvere la situazione è Massimo Venturini, il giocatore che non è stato inserito nemmeno nelle figurine “Panini”, il difensore che un compagno il libero Di Somma chiama “piedi di gesso”. Stavolta spara una gran botta su punizione che non lascia scampo a Tancredi regalando all’Avellino una salvezza che vale quanto uno scudetto. Delle 5 squadre appaiate a quota 25 in classifica a scivolare in serie B è il Brescia per colpa della classifica avulsa. A salvare l’Udinese è il guizzo di un altro ex azzurro, Vriz.
L’anno successivo il ragazzo di Novara parte titolare, ma via via si fa spazio Luciano Favero che ben presto farà l’en plein di vittorie con la maglia della Juventus. L’ultimo campionato in A di Venturini è piuttosto sofferto: il Catanzaro in cui ritrova l’amico Bacchin rimane relegato sul fondo classifica con soli 13 punti all’attivo chiudendo mestamente la bella favola calabrese. Venturini si ritaglia un altro biennio importante in B a Pescara prima di concludere la carriera in terza serie.
E il Novara? Il primo amore non si scorda mai. Venturini continua a vivere ed a lavorare nella nostra città, aspettando la chiamata che arriva nell’estate 2003 dopo una stagione più che positiva al Vigevano. Borgo gli consegna la guida di una “Berretti” esaltata da un calcio ricco di estro e fantasia.
A 47 anni è il momento della grande occasione che matura alla fine del campionato 2003-2004. Gli viene affidata la guida tecnica della prima squadra che punta a confermarsi in C1 dopo il biennio di Foschi. Il Novara ha la colpa di trascinare sin troppo la scelta dell’allenatore (fino al 20 di luglio!) tanto da farla apparire un mero ripiego. Così la formazione condizionata dagli umori di Resta, dalla guerra interna a Borgo (che genera una rosa malassortita) e dalle “bizze” di Rubino (che vorrebbe essere ceduto a tutti i costi) ha un comodo capro espiatorio per l’opinione pubblica: se le cose vanno male è tutta colpa dell’allenatore che proviene dai dilettanti.
Eppure nelle prime giornate Venturini propone un 4-4-2 razionale ed efficace che fa soffrire il favoritissimo Mantova e non lascia scampo ad un acerbo Lumezzane. La sfortunata rimonta patita con la Pro Patria e la sconfitta di Pavia nel giorno della “vendetta” di Torresani e c… segnano l’inizio di una piccola crisi con il tecnico novarese sempre sulla graticola. Basti pensare che dopo i 4 punti in 2 trasferte ad Andria e Lucca in curva appare uno striscione che lo contesta apertamente.
All’indomani dello 0-2 interno con l’Acireale il buon Massimo trova ancora il coraggio di escludere qualche “senatore” e di varare un ambizioso centrocampo a rombo che vale una serie di vivaci pareggi ed un successo con il Vittoria.
La crisi però è dietro l’angolo ed esplode dopo il 2-3 interno con il “fallito” Como nel pomeriggio della Befana quando Resta annuncia il suo esonero: “Se questa decisione servirà a risollevare la squadra è bene che la società l’abbia presa” commenta a caldo Venturini, da vero signore.
Il suo però è solo un arrivederci al Novara. Con l’avvento della famiglia De Salvo torna nell’estate 2007 a capo del settore giovanile che ha appena varato il “Sestante”. Due anni dopo ad affiancalo per un’ultima stagione in “condominio” ricca di soddisfazioni (scudetto “Berretti”) c’è anche Angelo Massola.
Nel frattempo però Venturini senior ha già lasciato il testimone al figlio Mattia, dalla stagione 2008-09 apprezzato team manager della prima squadra che gli regalerà la gioia di vivere a bordo campo le ultime tre promozioni azzurre.
1 maggio 2015, il Monza ha fermato sullo 0-0 il Bassano consentendo alla truppa di Toscano un inatteso sorpasso. Sulle tribune del “Brianteo” siede Massimo Venturini che comunica un secondo prima degli altri il risultato finale al figlio Mattia che fa esplodere la gioia azzurra in campo e sugli spalti.
Per Massimo Venturini il Novara non sarà mai una squadra come le altre. Dietro alla serietà ed alla professionalità con cui affronta qualsiasi incarico batte un autentico cuore azzurro…
La foto è tratta dall’archivio di Beppe Vaccarone
Massimo Barbero
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