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mercoledė 26 ottobre 2016 - 09:40
di Massimo Barbero

Questa vittoria ci restituisce almeno un po’ dell’orgoglio “post 25 maggio” cui facevo riferimento in chiusura del commento di domenica scorsa. Per il Bari il Novara rimane tabù e lo sarà almeno fino al lunedì di Pasquetta quando torneremo a giocare al “San Nicola”.

C’è un passaggio della mia opinione di tre giorni fa che aveva suscitato le perplessità di fedelissimi frequentatori del “muro”. Avevo scritto: “Da un certo punto di vista la partita con i “galletti” sarà più semplice di quella contro l’Avellino perché ci troveremo di fronte una squadra che verrà a Novara per cercare la vittoria e ci lascerà gli spazi per distenderci nel nostro gioco in velocità…”

Intendevo dire che questo Novara, pur plasmato ed immaginato per fare un calcio completamente diverso, ha costruito sinora le cose migliori quando l’avversario gli ha concesso degli spazi per agire di rimessa. Vedi a La Spezia ed a Benevento, ovviamente fino a quando il punteggio è rimasto sullo 0-0. Emblematica in questo senso la notturna con il Latina quando si era visto un bel Novara (almeno in fase offensiva) fino a che gli ospiti (in 11) avevano provato a fare la partita. Ed invece una squadra (la nostra) con evidenti difficoltà a penetrare nell’area avversaria allorchè i nerazzurri, rimasti in 10, avevano badato solo a difendersi. Basta rivedersi il film di queste prime giornate di campionato per accorgersi che con le verticalizzazioni abbiamo creato le nostre occasioni più nitide.

Quelle verticalizzazioni che l’Avellino non ci aveva mai permesso con un atteggiamento estremamente prudente (e non spregiudicato nemmeno una volta passato in svantaggio). E che pensavo, per contro, che l’ambizioso Bari ci avrebbe concesso provando a fare la partita al “Piola”.

Invece la tattica della formazione di Stellone è risultata assolutamente attendista, fino a sembrare passiva nel primo tempo. Ne è uscita una partita bruttina che (fino alla gemma del grande Faragò) faceva rimpiangere le pur alterne emozioni che le due squadre ci avevano regalato nella scorsa primavera. Il Novara ci ha messo un po’ a prendere le misure ad un avversario schierato con uno scolastico 4-4-2. Gli azzurri inizialmente hanno pagato la serata no di Bajde a cui è venuta a mancare anche la brillantezza fisica dell’esordio casalingo. Con il passare dei minuti però i nostri sono risultati sempre più convinti e determinati. Tanto che quando Faragò ha girato in porta quel pallone da un po’ si avvertiva nell’aria che il vantaggio azzurro fosse maturo. I nostri attaccanti (Adorjan compreso) hanno cominciato ad allargarsi proficuamente andando a cercare sugli esterni quegli spazi negati loro centralmente. Con il risultato di liberare difensori e centrocampisti al tiro. Proprio come era avvenuto contro l’Avellino in avvio di secondo tempo.

Ad inizio ripresa il Bari ci ha chiuso nella nostra area per una decina di minuti. Ma poi il Novara ha rialzato la testa, rendendosi più volte pericoloso nei varchi creati da un undici maggiormente a trazione anteriore, come mi auspicavo potesse accadere sin da inizio gara. Sansone è andato in crescendo, lo sfortunato Corazza (in bocca al lupo Simone…) si è rivelato ben più efficace di Bajde nell’eseguire le consegne del mister. E Kupisz era l’uomo giusto per mettere in ulteriore imbarazzo un avversario allungato. Prima del palo colpito da Ivan al termine di una efficace sortita personale, avevamo già legittimato il vantaggio con almeno due-tre situazioni molto pericolose. La pressione dei pugliesi nel finale ha fruttato solo due insidiosissimi calci piazzati dal limite accordati da un Chiffi che fischiava a corrente alternata (una cosa no, l’altra sì). Nel complesso il Bari mi ha certamente deluso. Mi è parso più equilibrato rispetto all’era Camplone, ma ancor più prevedibile di quello (fischiatissimo in casa) dell’epoca Nicola. Avevo visto i biancorossi in tv in occasione della trasferta di Brescia ed allora mi erano sembrati una squadra decisamente molto più insidiosa. Buon per noi che ieri non ci fosse in campo tal Brienza (il giocatore biancorosso che più degli altri poteva risolvere quel “batti e ribatti” con una prodezza) ma probabilmente qualche merito nella brutta esibizione della formazione di Stellone ce l’ha anche il Novara. Una squadra non brillantissima che però sta ritrovando compattezza ed unità d’intenti. E che ha saputo parzialmente riconquistare un pubblico che ieri sera è stato decisamente dalla sua parte.

Ovviamente anche Boscaglia ha ora dei meriti. Non è corretto indicarlo come principale responsabile quando le cose vanno male e dimenticarsi di lui ai primi segnali di crescita. Nel momento più buio e difficile della sua gestione ha avuto la saggezza di operare qualche piccola (ma significativa) correzione di rotta che sta dando i suoi frutti anche in termini di concretezza. Mi piace pensare che questa squadra possa ripetere il cammino del suo primo Trapani in serie B. Nel giorno dell’esordio di Aglietti (metà novembre) i siciliani erano addirittura alle nostre spalle in classifica e probabilmente il tecnico di Gela aveva sin lì evitato l’esonero soltanto grazie al credito ottenuto presso la piazza con le promozioni in serie conquistate negli anni precedenti. Da quel momento però i granata avevano spiccato il volo ed al match di ritorno erano arrivati senza più timori di retrocessione, anzi con un piede ancora nei play off (poi mancati).

Provo a dare un po’ di numeri. Sul campo questo Novara ha raccolto 3 punti in meno rispetto a quello di Baroni all’undicesima giornata di un anno fa. Però segnando addirittura 1 gol in più (10 contro 9) che nel 2015. D’accordo mancano all’appello le reti degli attaccanti perché se è vero che Sansone finora ha realizzato quanto Gonzalez, fanno difetto le segnature di Galabinov (1 contro 2), Evacuo (1) e Manconi (1, ma dal peso specifico ben superiore alla prodezza di Di Mariano a  Cittadella). Il rovescio della medaglia è rappresentato dai centri determinanti dei nostri centrocampisti: Viola (2) e Faragò (3 più la carambola su Sansone di Novara-Salernitana). Senza dimenticare le ghiotte occasioni fallite da Casarini mai in gol nel campionato scorso. Dunque le reti che verranno inevitabilmente a mancare nel reparto avanzato (per la partenza di Evacuo e Gonzalez e la crisi, speriamo passeggera, di Galabinov) possono arrivare da altri settori del campo proprio grazie al gioco che adotta il Novara 2016-17. Ovviamente le cose vanno decisamente peggio quanto a reti sinora incassate (12 contro 8) ma i tre successi interni ravvicinati per 1-0 (e la crescita di Calderoni e Scognamiglio) sembrano la spia che le cose stanno migliorando sensibilmente soprattutto da questo punto di vista.

Nel complesso si ha la sensazione che questo scialbo campionato di B… debba ancora cominciare… Dopo due mesi intensissimi di partite… il Novara (malgrado 5 sconfitte) si trova a soli 5 punti dal secondo posto e comunque ad appena 5 lunghezze dall’ultimo. Verona a parte, si è creato un grande gruppone senza formazioni staccate né squadre che sappiamo elevarsi nettamente sulle altre.

Sabato andiamo al “Liberati”… ad affrontare, come spesso ci è toccato nel recente passato, una Ternana ultima e probabilmente contestata almeno ad inizio partita…  Non ci resta che fare gli scongiuri… ed augurarci che stavolta l’epilogo sia diverso… Magari anche grazie all’innesto di forze fresche in una squadra che ha giocato questi 180 da 6 punti quasi sempre con gli stessi effettivi… Kupisz e Selasi, per fare due esempi, scalpitano per una maglia da titolare… ed anche Galabinov merita presto un’altra chance…

Oggi comunque il cielo è molto più azzurro rispetto a cinque giorni fa…. e questo è già un gran punto di partenza per analizzare le cose e risolvere i problemi con maggiore lucidità… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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