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di Massimo Barbero

Da una parte Bajde e Lukanovic (con prima alternativa Di Mariano) dall’altra Antenucci e Cerri (con Zigoni pronto in panchina). Senza voler mancare di rispetto ai nostri giovani attaccanti cui auguro di cuore una carriera ancora più brillante di quella dei loro avversari di turno… basti questo raffronto per rendere il trito e ritrito ritornello “è tutta colpa di Boscaglia” oggi decisamente fuori luogo, ben più che nelle precedenti settimane quando pure io stesso non avevo risparmiato critiche al tecnico di Gela. Aggiungiamoci anche che mancavano in contemporanea Viola e Casarini… come mai era successo nel loro anno e mezzo di militanza in azzurro… ed il quadro è completo per dare una lettura più obiettiva alla partita di ieri.

Il mio “guru” calcistico Sergio Borgo mi ha insegnato…in anni di sfide sul campo… che quando sei consapevole di essere inferiore, in modo particolare in casa tua… devi saperla mettere sul piano della battaglia. Non a caso nei campionati della sua gestione assai di rado perdevamo con le prime della classe al “Piola”, specialmente in C1. Purtroppo questo Novara ha perso l’arma in più garantita dal fattore campo visto che si esibisce ormai di regola al cospetto un pubblico che sta giocando da settimane la sua personale partita “anti Boscaglia” (con l’aggiunta ieri di qualche assurdo fischio dopo nemmeno mezzora a ragazzi alla loro seconda-terza presenza in serie B). E la squadra attuale non ha la grinta, il carattere la personalità per riuscire a sopperire alle lacune tecniche (innegabili specialmente se mancano Viola-Casarini-Sansone-Galabinov tutti assieme) con l’animus pugnandi. Non a caso in una partita del genere che, almeno per le contingenze, ci vedeva sfavoriti dal pronostico… e sotto sin dall’11’ del primo tempo… abbiamo beccato un solo cartellino giallo… l’inutile ammonizione rimediata in apertura da Bajde per un pressing scriteriato sui portatori di palla avversari. Poi più nulla. Soltanto nella ripresa ci abbiamo messo la giusta dose di intensità nervosa per cercare di recuperare il risultato con risultati almeno apprezzabili sul piano della generosità. Troppo tardi per raddrizzare una situazione difficile anche dal punto di vista tattico.

Le assenze hanno reso la partita con la Spal complicata… quasi quanto le gare esterne fin qui regolarmente perse… e puntualmente si è rivisto il Novara “formato trasferta”: una compagine che incassa gol alla prima sortita avversaria, che macina a lungo gioco senza trovare sbocchi adeguati, che pecca sempre sui particolari che spesso decidono le partite di B (vedi palle inattive) e che alla resa dei conti viene penalizzata persino da un pizzico di sfortuna che rende amarissima questa sesta sconfitta di misura stagionale (solo a Cittadella abbiamo perso nettamente).

Ritengo che ad inizio partita Boscaglia abbia fatto la scelta più logica, alla luce delle assenze: il 4-4-2 è il modulo che meglio può essere digerito da un undici con tanti uomini “nuovi”. A fianco della punta centrale, qualunque essa fosse, però avrei lasciato un Adorjan più abile a fare da raccordo con il resto della squadra. Anche per non zavorrare Bajde e Lukanovic di una maglia da titolare congiunta che li ha caricati di aspettative superiori alle loro attuali possibilità. Sarebbe stato forse meglio scegliere uno dei due… per poi buttare dentro in corsa l’altro, confidando nella freschezza atletica del subentrante ed in un pizzico di incosciente entusiasmo giovanile .

La Spal ci ha lasciato l’illusione di poter fare la partita, concedendoci uno sterile possesso palla nei primi dieci minuti. E puntualmente ci ha punito al primo calcio d’angolo con un gol che è apparso da subito ben difficilmente recuperabile per un Novara spuntato. Nel primo tempo abbiamo fatto cose discrete sulla sinistra dove Calderoni e Kupisz hanno messo in difficoltà il debuttante Ghiglione, ma tutti i palloni gettati in area di rigore sono serviti a pochissimo. Per contro ogni offensiva convinta della formazione di Semplici è coincisa con un reale pericolo per la nostra porta. Ricordo un colpo di testa di Cerri a lato ed una parata di Da Costa su girata “sporca” di Ghiglione. Insomma all’intervallo si aveva la sensazione che sino a quel momento gli ospiti si trovassero in vantaggio senza nemmeno aver aver avuto bisogno di pigiare sull’acceleratore nei confronti di un Novara quasi innocuo in fase offensiva.

L’ingresso di Adorjan ed il ritorno al rombo in mezzo al campo però hanno cambiato le cose rendendo la nostra manovra un po’ meno prevedibile. Nel primo quarto d’ora della ripresa siamo andati al tiro diverse volte, seppur sempre dal limite dell’area.

Poi alla lunga è emersa la stanchezza di un Novara che sino a quel momento aveva comunque dovuto fare la partita al cospetto di una Spal cortissima e rannicchiata in pochi metri di campo. Così quando ci siamo allungati… gli ospiti sono andati in maniera clamorosa vicini al raddoppio in contropiede. Gli errori di Cerri ed Antenucci ci hanno tenuto in partita fino alla fine e nei dieci minuti finali, seppur in maniera un po’ confusa, abbiamo avuto tre “vere” occasioni per pareggiare. Non ci ha detto bene in occasione di quella botta di Scognamiglio con Gasparetto che si è letteralmente trovato la palla sui piedi sulla linea di porta, a Meret ormai battuto.

La Spal è una squadra ordinata e ben messa in campo che ai punti forse ha anche meritato la vittoria (più nitide le loro opportunità per raddoppiare rispetto alle nostre occasioni per impattare). Però ancora una volta… non siamo stati sconfitti da un avversario trascendentale e fuori dalla nostra portata… Caspita, mai come ieri c’erano (tutte assieme) le condizioni per andare a picco: il gol incassato in apertura, le assenze, la sfiducia del pubblico… ed invece nemmeno stavolta siamo crollati come spesso avvenuto in circostanze analoghe in passato (ricordate la sconfitta contro il Cittadella il sabato successivo al secondo esonero di Tesser?). Senza però riuscire neanche ieri ad acciuffare quel “punticino” che avrebbe premiato gli sforzi dei nostri ragazzi, almeno nella ripresa.

Due parole ancora sulle risposte date dai giocatori meno impiegati finora. In attacco la vera delusione è rappresentata da Bajde che aveva fatto benino nelle due prime esibizioni e che invece contro Bari e Spal ha “steccato” in maniera clamorosa. Chiaramente le aspettative su Lukanovic che è un 1998 (e che nella ripresa qualche movimento d’attaccante d’area l’ha fatto intravedere) sono minori rispetto ad un giocatore che un pizzico di esperienza internazionale ce l’ha. Sono parzialmente confortato dalla prova di Bolzoni che si è ripresentato in evidente ripresa anche dal punto di vista della determinazione e della generosità nel recuperare i palloni. Naturalmente avrebbe bisogno del test di un Novara più “vero” di quello molto rimaneggiato di ieri. Mi è parso invece anonimo e poco incisivo Selasi che sembra aver smarrito lo smalto e la personalità d’inizio settembre. Nel complesso le alternative in tutti i reparti ci sono. Eccezion fatta ovviamente per l’attacco che ha sicuramente un ventaglio di possibilità minori (e di minor qualità) rispetto a quelle dell’anno passato.

La vera preoccupazione, da tifoso del Novara, per quanto mi riguarda è legata al fattore ambientale. Ha ragione Boscaglia quando dice che il calcio dovrebbe essere entusiasmo, divertimento, passione e, osservo io, nell’attuale situazione, soprattutto in casa, non c’è nulla di tutto questo. Aggiungo che proprio il calcio di Boscaglia per essere tale avrebbe bisogno di questa leggerezza che abbiamo smarrito davvero troppo presto, già al 20 di settembre. La leggerezza di una stagione impostata anche per lanciare dei giovani che devono avere il tempo di sbagliare.

Così non si può davvero andare avanti! Da tifoso del Novara mi interessa poco di chi sia la colpa e da che parte stiano le ragioni. Oltrettutto stando in tribuna con le cuffie (per ascoltare la voce dei colleghi della radio) è davvero difficile cogliere in maniera distinta insulti o reazioni, particolari ed effetti sonori. Da tifoso del Novara voglio solo che a questo “modus vivendi” si ponga rimedio il prima possibile perché altrimenti rischiamo di compromettere una stagione che potrebbe finire invece in maniera almeno dignitosa. Se la Lazio gioca un campionato con 10 mila spettatori sugli spalti che fischiano Lotito… nella peggiore delle ipotesi si rischia di gettare al vento la qualificazione per la qsuccessiva Europa League… o di scivolare un po’ indietro in classifica. Per noi quei 4-5 punti (almeno) dati a campionato da un ambiente unito e coeso alla fine possono risultare determinanti. Sotto questa serie B seppur grigia ed anonima (per molti) c’è il baratro pallonaro in cui siamo stati per ben 33 anni. Da tifoso del Novara mi chiedo infine come si possano invogliare i più giovani ad appassionarsi alla nostra squadra a fronte di un contorno simile… Io mi sono innamorato dei colori azzurri digerendo gli interminabili anni di C2 anche grazie al conforto dei racconti di memorabili campionati di B in cui si soffriva tutti assieme all’Alcarotti per portare a casa la salvezza lottando contro squadre dal budget superiore al nostro… Ora che abbiamo la serie B.... e che c’è una salvezza da conquistare… dov è finita la capacità di soffrire tutti assieme? Lo so, non siamo messi bene, 7 sconfitte in 13 gare sono davvero tante. Però ad oggi (prima dei posticipi) abbiamo 7 squadre alle spalle, un altri paio con i  nostri stessi punti e davanti il Pisa che ha un punto in più ed una probabile penalizzazione in arrivo. Insomma… siamo nella cacca (anche nell’ottica del calendario che ci attende) ma non siamo i soli in questa situazione.

Mi unisco al colorito (ma efficace) “verbo” di Ciumi… per chiedere al presidente De Salvo (ed a cascata agli altri dirigenti, tecnici e collaboratori azzurri) un intervento, un “faccia a faccia” con i veri tifosi del Novara Calcio… Non importa che sia una “panisciata”, un confronto pubblico, una serata al Bar come ai tempi di Borgo e Mastagni o un’Assemblea come nei primi anni dei “Fedelissimi”. Volendo… l’occasione per discutere in maniera animata, ma costruttiva, in qualche maniera la si trova. Perché tutti desideriamo la stessa cosa… il bene della nostra amata squadra azzurra. Senza andare troppo lontano nel tempo… a soli due giorni dal 5-0 di Terni ricordo un’assemblea pubblica a Novarello che era servita a ricompattare un ambiente delusissimo. Dalla partita successiva con il Cesena al “Piola” c’era un clima ben diverso, la gente era pronta a trascinare la squadra anche se fossimo passati in svantaggio, come puntualmente era poi accaduto… E non a caso eravamo riusciti a pareggiare una partita allo scadere… come ben di rado ci è capitato in questi anni…

Al presidente De Salvo dico che è davvero il momento di scendere in campo, nella maniera che ritiene più opportuna, ma occorre un segnale forte, qualunque esso sia.

E’ stata una settimana terribile… piena di dispiaceri piccoli e grandi… cominciata con lo spavento del terremoto… e proseguita, tra i dolori veri, con la notizia della scomparsa di Massimo che viveva ad un passo da me a Sant Agabio… Credetemi, raramente ho avuto così tanta difficoltà nel buttare giù un’editoriale il più possibile lucido e propositivo… Con un soffio di ottimismo… riacceso dall’entusiasmo per la notizia della vittoria dei miei amici dell’Azzurra Hockey al debutto in A2… non smetto di urlare… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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