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“Da 0 a 10” di Hellas Verona – Novara
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martedì 15 novembre 2016 - 11:14
di Marco Nissotti

La rubrica “Da 0 a 10” vuole commentare il meglio e il peggio della partita dei ragazzi di Azzurro vestiti, con talvolta qualche “voto” inerente ad avvenimenti che riguardano il mondo “Novara Calcio” accaduti nella settimana antecedente ad essa.
Il tutto in modo serio, ma talvolta anche ironico, perché se è vero come è vero che il Novara Calcio è una fetta importante della mia vita, io la mia vita troppo sul serio non la prendo.

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Voto 10 - Al gol del Gala. Coscia, spalla, interno sinistro di Casarini che passa la palla a Viola, petto, sinistro e sfera per Kupisz (descrizione dell’azione che rimanda alla radiocronaca di Martellini nella scena del “viaggio” di Fantozzi verso il Cinema la sera di una partita della Nazionale, con classica radiolina incollata all’orecchio. L’azione nostra però non finisce con un "palo") che controlla e la gira in mezzo per Galabinov che di tacco la deposita in rete. Tutto troppo bello, ma vero. Un’ ”azione meraviglia” chiusa degnamente dalla “pinturecchiata” di Galabinov. Il gol più bello della giornata di B e sicuramente uno dei gol più belli di questo campionato, che è ancora lungo è vero, ma pochi supereranno le gesta dei nostri in questa circostanza.

Voto 9 – Al ritorno del Novara al Bentegodi. Si lo so, si deve guardare avanti, e lo faccio. Ma se guardando avanti affiorano ricordi, è giusto ricordarli (ripetizione voluta). Senza rievocare i campacci della vecchia C2, due anni fa eravamo a Meda. Sottolineo, a Meda. Vero è che poco dopo siamo stati anche a Lumezzane, ma in quel frangente inseguivamo il “ritorno a casa”, quindi per noi era come essere al Santiago Bernabeu. Domenica il nostro Novara giocava a Verona. Fate metaforicamente il giochino della “Settimana Enigmistica”: trovate le differenze. E le troverete!

Voto 8 – Al Mister e ai giocatori. Ai giocatori un grazie per il pomeriggio da grande Novara che ci hanno fatto trascorrere. Sul perché il voto al Mister devo un po' dilungarmi perché la rubrica nasce oggi e serve una premessa per far capire ciò che pensavo di Boscaglia da quando è stato presentato sulla nostra panchina sino a domenica alle 15 (dopo la prestazione, ha guadagnato punti). Le caratteristiche che deve avere un allenatore per avere la mia fiducia/stima è che dia un'identità alla squadra; una squadra ben allenata da l'impressione di mettere in campo qualcosa frutto del lavoro settimanale. Per fare questo, soprattutto con molti giocatori nuovi, ci vuole tempo e quindi non mi sembra corretto dare giudizi definitivi dopo poche giornate e questo vale anche per quelli dati ai giocatori (sul pezzo pregiato Farago' si è dovuto aspettare anni per vederlo sbocciare). Costruire una squadra è cosa complessa, ci vuole tempo, ma qualcosa fin da subito, una certa "mano", la si vedeva già dalle prime uscite, datemi pure del visionario. Pensavo che il tecnico Boscaglia fosse più oltranzista, nel modulo e nell'atteggiamento richiesto ai giocatori. Nelle ultime partite ha cambiato diversi moduli e a Verona ha proposto una squadra con un atteggiamento di attesa, novità assoluta per il "suo" Novara. Poi relativamente a certe dichiarazioni può aver commesso degli errori, ma chi è senza scivolata (non parlerei di peccato) scagli la prima pietra, specie se la scivolata arriva come conseguenza  di  stress misto a delusione. Ed escludere a priori la possibilità di cambiare idea anche di fronte a risultati speriamo positivi scrivendo sulla pietra etichette immodificabili che portano alcuni Mister ad essere degli idoli e altri degli incapaci da cacciare subito non lo trovo giusto, ma rispetto l'opinione diversa dalla mia. Ognuno il calcio lo viva come crede, ci mancherebbe. Quello che non capisco è il teatrino per cui se si perde sia tutta colpa di Boscaglia e se si vince si è vinto nonostante Boscaglia. Si vince tutti e si perde tutti e a Verona ha vinto anche Boscaglia perché la partita l’ha preparata lui. Ho visto un atteggiamento nuovo nei nostri giocatori domenica:  una maggior voglia di soffrire insieme che in passato non vedevo, anzi notavo a volte un atteggiamento, inconscio ovviamente (l'impegno e il sacrificio l'ho sempre visto), volto a specchiarsi un po' troppo. E su questa cosa qualcuno ci avrà lavorato, che sia la Società o il Mister poco mi importa, conta il risultato. Chiudo il discorso allenatore dicendo che per me non conta più del 20%, percentuale da condividere con la Società; per il resto la differenza la fanno i giocatori. Perché se come trequartista hai Maradona il campionato lo vinci, se hai me retrocedi, anche se mi allena Ancelotti.

Voto 7 – Alla cattiveria di Galabinov e al giocatore/professionista Mantovani. Il Gala è forte, nessuno lo discute. E per me è da serie A, “bassa”, ma da serie A. E allora perché non ci gioca? Non è uno che se ne frega (lo diceva anche Baroni, lo hanno detto e fatto capire i suoi compagni, lo si vede da come prende le esclusioni) e non pensa neanche di poter giocare in punta di piedi perché si crede il piu’ forte di tutti (come Balotelli ad esempio). Nulla di tutto questo. Al Gala manca a volte soltanto un pizzico di cattiveria, quella che ti fa vincere un contrasto in piu’, quella che ti fa fare un gol in piu’. A Verona era cattivo (sbagliare dei gol capita anche al capocannoniere di A) come lo voglio io e tutti quelli che hanno il Novara nel cuore. Se riproporrà in futuro la stessa cattiveria il posto tra i titolari non glielo toglie nessuno e ad almeno 10 gol ci arriverà. Perché il Gala è forte, nessuno lo discute. Capitolo Mantovani: partita perfetta dopo settimane in naftalina, conseguenza naturale di allenamenti fatti con serietà e dedizione. Comportamento perfetto fuori dal campo, e non è da tutti (anzi nel calcio moderno fatto di Star che si sentono futuri Palloni d’oro dopo tre partite decenti, una rarita’), specie per chi vanta le presenze che può vantare lui nella massima serie. Andrea si merita sempre più di indossare la nostra gloriosa maglia, e neanche un errore causato anche da una pozza d’acqua me lo ha mai fatto dubitare.

Voto 6 – Alla conferenza stampa di Teti. In molti, me compreso, la attendevano, perché in un periodo difficile i bravi dirigenti (da qui il 6: Teti lo è e non ha fatto null’altro che fare il Teti) si espongono e spiegano come il momento negativo viene vissuto “dentro” le mura dello spogliatoio e di Novarello e cosa si pensa di fare per uscirne. Tutto fatto. Per eventualmente togliere i sassolini dalle scarpe, se i risultati glielo consentiranno, attenderà la fine della stagione. Altri dirigenti o Presidenti, la maggior parte, lo avrebbe già fatto dopo un 4 a 0 in casa della capolista. Personalmente credo, anzi sono certo, preferisca l’equilibrio all’estemporaneità. E non è dote da poco nello schizzofrenico mondo pallonaro.

Voto 5 – All’esultanza di Casarini. Caro Federico, visto che già l’anno scorso avevi un ottimo calcio, ma che quest’anno stai avendo più fortuna e a segnare ci stai prendendo gusto, ti prego: spiegami l’esultanza di domenica. Vorrei condividere la tua gioia a pieno e se non capisco, e l’insufficienza lieve nasce dal fatto che non ho capito quindi me l’assegno da solo, non mi diverto ai massimi. Poi se non vuoi spiegarmi non importa, importa che continui a segnare ed esultare.

Voto 4 – Il numero delle parate di Da Costa. E definirle parate è un parolone. Le uniche degne di questo nome sono due di cui una fatta in modo da rendere felici i fotografi ma che di complicato aveva poco. Si d’accordo, David si è esibito anche in qualche uscita tempestiva, ma per chi ha i “tempi” nelle uscite paragonabili a un orologio svizzero, trattasi di ordinaria amministrazione o se preferite gita fuori porta nella città di Romeo e Giulietta.

Voto 3 – In calo la presumibile paura di sbagliare i gol in futuro. Quando non arrivano i risultati, anche perché si crea molto davanti e si sbaglia tutto il possibile, nelle susseguenti partite la porta si rimpicciolisce e il portiere diventa un gigante. Il mio augurio è che dopo 4 gol in casa della capolista la porta e il portiere vengano visti dai nostri nelle lori dimensioni reali. Perché vincere aiuta a vincere e ancor di più segnare aiuta a segnare. La testa, nel calcio come nella vita, muove tutto.

Voto 2 - L'Hellas Verona si può permettere di tenere in panchina due giocatori che rispondono al nome di Davide Luppi e Simone Andrea Ganz, titolari anche al 70% della condizione in qualsiasi altra squadra del campionato. Corazzata sulla carta e anche nella realtà. Schiantata però nella sfida secca dai ragazzi di azzurro vestiti.

Voto 1 – All’unico errore di Scognamiglio. Se arriva in area una palla lenta destinata al massimo ad un aggancio spalle alla porta da parte dell'attaccante, anche se questo cerca il fallo, tu non lo devi "accontentare". Perché se quel rigore a mio avviso netto fosse stato assegnato e poi trasformato, una partita messa nel congelatore sarebbe tornata di nuovo in un forno. Per il resto, come premesso, partita perfetta anche di Scognamiglio.

Voto 0 – nessun voto ai giocatori veronesi scesi in campo domenica. Qualcuno di voi ha visto qualche giocatore avversario meritarsi una menzione particolare? Ma non per demeriti loro (una squadra che metaforicamente non scende in campo non gioca il primo quarto d’ora come han giocato loro). Poi però è iniziata la valanga azzurra e i nostri han portato la neve in zona Bentegodi. Peccato per gli albergatori che nei pressi dello stadio non ci siano piste da sci. Potevano fare come chi scommette contro la propria squadra e questa perde. Si soffre, ma almeno ci si guadagna. Niente. Domenica da dimenticare.

Marco Nissotti

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