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Figurine azzurre: Augusto Di Muri
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lunedì 05 dicembre 2016 - 09:30
Storie di giocatori che hanno vestito la maglia del Novara in epoca più o meno recente

Nell’estate del 1995 Gozio porta al Novara (che è impiantato in C2 da ben 14 anni) due giocatori che nel campionato appena concluso militavano in serie A. L’artefice dei trionfi dell’Ospitaletto si è convinto che per primeggiare occorrano uomini in grado di fare la differenza in mezzo al campo. Passi per Giorgione Papais che è del 1961 e le sue soddisfazioni a Piacenza se l’è ormai tolte… ma perché questo Augusto Di Muri ad appena 22 anni dovrebbe accettare di perdere di colpo ben tre categorie?

Di Muri è cresciuto nel vivaio della Juventus in anni travagliati per il club bianconero, non particolarmente attento al proprio settore giovanile. La “Vecchia Signora” però gli ha dato subito la soddisfazione di giocare ad un passo da casa, da titolare nello Spezia in C1. Da lì il salto di categoria al Bari eppoi al Brescia con cui conquista, giocando 11 partite, la promozione in A nella stagione 1993-94.

Nel settembre 1994 la prima Juventus di Lippi debutta in campionato al “Rigamonti” di Brescia. Lucescu schiera da titolare proprio Di Muri che fa il suo debutto in serie A contro la società che l’ha lanciato. La partita del ragazzo spezzino termina poco dopo l’1-0 realizzato da Antonio Conte, ma i padroni di casa pareggiano comunque nel finale con Schenardi.

E’ una mera illusione per il Brescia che comincia invece uno dei campionati più sofferti della propria storia. Fino a Natale racimola solo pareggi che nella prima stagione che assegna i tre punti a vittoria valgono pochissimo. In rosa ci sono giocatori dai trascorsi importanti come Ballotta, Battistini, Francini e lo sfortunato Borgonovo, un regista rientrato a casa nel pieno della carriera come Corini e giovani promesse tra cui spicca l’esordiente Pirlo. Eppure la formazione allenata dal Dt Lucescu rompe il ghiaccio solo l’8 gennaio con l’1-0 alla Reggiana. In tutto fanno appena 9 punti nel girone d’andata. Che diventano 12 grazie all’1-0 rifilato al Foggia. E’ l’ultimo risultato utile di una squadra che precipita in B senza più fare neanche un punto. L’arrivo di Maifredi e la promozione di Moro a primo allenatore non servono nemmeno a rendere un po’ più dignitoso il tracollo.

Di Muri si consola con le sue 9 presenze in A raccolte però in una stagione che non da nessuna garanzia circa il suo valore. E, così dopo essersi guardato attorno, accetta la proposta del Novara che vuole assolutamente tornare in C1. Nell’idea di “Ciapina” Ferrario i quattro terzini dovrebbero essere i confermati Venturi e Pedretti, nonché, in pole position, Turato e Granzotto, appena prelevati dal “suo” Ospitaletto. Di Muri avanza così in mezzo al campo dove fa sentire il suo peso, ma non la classe superiore che ci si attenderebbe da un giovane sceso di ben tre categorie. In anni in cui i numeri di maglia avevano ancora un loro significato l’abbiamo visto giocare, per tutto il girone d’andata, alternativamente con il 4 sulle spalle ed addirittura con l’11 in uno schieramento che almeno inizialmente prevedeva spesso una sola punta centrale.

Il 14 gennaio 1995 la stagione azzurra ha una svolta. Al “Chinetti” di Solbiate Di Muri segna un gran gol dalla distanza su tocco del compagno Papais. Non basta per vincere. Anzi, ci vuole un contestato gol di Venturi nel finale per raggiungere almeno un 2-2 che evita il peggio. “Ho visto il più brutto Novara di tutta la stagione” riconosce negli spogliatoi mister Ferrario. La società lo prende in parola e lo esonera immediatamente, malgrado il secondo posto in classifica alle spalle del Lumezzane.

Con Frosio le cose cambiano, anche dal punto di vista tattico. Di Muri viene retrocesso a fare il terzino sinistro con la maglia numero 3 sulle spalle. E’ una scelta azzeccata. Nella nuova posizione fa vedere davvero di essere un elemento dalle qualità superiori alla media, come accadeva per molti uomini di quella rosa. Dalle sue parti non si passa ed in fase di spinta, pur senza far vedere cose trascendentali, si fa sentire. Nasce il quartetto Turato-Scotti-Casabianca-Di Muri (con Venturi prima alternativa) che permette a Bini di chiudere il campionato come portiere meno battuto. La rimonta sul Lumezzane è fatta anche di tanti successi per 1-0 che regalano alla città di Novara l’euforia di una promozione, 26 anni dopo il salto in B targato Parola.

L’estate 1996 dovrebbe essere di sola gioia per i supporters azzurri. Ed invece l’abbandono di Armani, dopo un lunghissimo tira e molla tra i soci della “Finnova”, apre scenari inquietanti e desolanti.

Di Muri fa parte del gruppo di superstiti che comincia il ritiro senza allenatore ai primi di agosto. Pochi giorni dopo arriva “Pantera” Danova che lo ribattezza “Di Miuri” per uno dei tanti “tormentoni” da spogliatoio.

Il 1 settembre 1996 “Di Miuri” comincia il suo secondo campionato in maglia azzurra con la maglia numero 3 al “Braglia” di Modena contro il suo ex allenatore Frosio. Ed ad inizio ripresa firma il gol del pari con una grande punizione dalla distanza. Il secondo tempo è iniziato da pochi secondi e molti tifosi azzurri sono ancora al bar, anche per ripararsi dalla pioggia battente. Nei minuti finali il “Gus” deve uscire stremato ed al suo posto non c’è un altro difensore per avvicendarlo. Entra Cau, malgrado l’1-1 vada più che bene ad un Novara improvvisato.

La vecchia guardia lotta fino a fine novembre a Siena quando dopo l’1-1 contro la squadra del supponente Orrico il gruppo storico si sfalda. Partono Turato, Coti, Pellegrini e Guatteo… e si deve ricominciare daccapo.

Senza Turato Di Muri si sposta a fare il terzino destro con il nuovo acquisto Tresoldi sulla sinistra. L’ex dell’Atalanta è quantomeno fuori forma e fatica tantissimo fino a gennaio, quando viene sostanzialmente messo ai margini della rosa per recuperare una condizione accettabile. Di Muri torna sulla corsia mancina con il giovane Silvestro ed il povero Ossari alternati sulla fascia di destra.

Tresoldi si ripropone in maniera ben diversa a partire dal mese di marzo e “Dustin” Antonelli può rilanciare la coppia di terzini Di Muri-Tresoldi che era nelle intenzioni autunnali del ds Abbate. Di Muri salta una sola partita di quel campionato di C1. A Prato il sabato di Pasqua per squalifica. In tutto colleziona 65 presenze su 68 gare nei due campionati in azzurro a conferma di un’affidabilità assoluta.

Il 6 aprile segna il suo unico gol in Viale Kennedy: un inutile diagonale a battere Ivan con il Siena già avanti per 3-0 a pochissimi minuti dal termine. Vana anche la prodezza che regala a Brescello in un memorabile pomeriggio di pioggia. Peccato perché stavolta il suo (ancora su punizione dalla distanza con palla che colpisce l’incrocio dei pali prima di insaccarsi) è il gol dell’illusorio vantaggio. Sull’1-0 per noi in avvio di ripresa Antonelli sorprendentemente sostituisce un terzino (proprio Di Muri) con il fantasista Pani. E gli azzurri crollano sotto i colpi della “bestia nera” Brescello che s’impone per 3-1 contro un avversario ridotto in 8 e contestato dai propri supporters che rimpiangendo Armani ripropongono il coro: “Avevamo un petroliere…”.

L’avventura di Di Muri in maglia azzurra finisce con gli amarissimi play out di Pistoia dove retrocede una squadra che non l’avrebbe meritato, punita dagli errori societari e da tanta, innegabile, sfortuna.

A fine giugno il ds Abbate, in procinto di lasciare la società azzurra, lo riscatta dalla Juventus per permettere al Novara di piazzare un elemento che ha indubbiamente tante richieste. Di Muri passa così al Fiorenzuola in C1 in un affare a tre che consente al club del nuovo presidente Baraggioli di pescare l’esperto Consonni dal Como.

Davanti a Di Muri si spalancano le porte del grande calcio perché il Fiorenzuola ha un rapporto di collaborazione con il Genoa che lo preleva nell’estate 1998. Sono anni travagliati per i grifoni che non riescono proprio a tornare in A. Di Muri fa la spola tra la Genova rossoblu e Modena dove viene ceduto appena prima dello storico doppio salto dei “canarini” nella massima serie. Dopo una parentesi all’Alzano il buon “Gus” corona il sogno di tornare a giocare nel “suo” Spezia senza però riuscire a riportare gli “aquilotti” in B. La sua carriera è agli sgoccioli; dopo una parentesi a Bellaria accetta di scendere nei dilettanti pur di avvicinarsi a casa. Milita nel Fo.Ce Vara eppoi nella Sarzanese che gli daranno anche la possibilità di intraprendere una carriera di allenatore poi proseguita nel vivaio dello Spezia.

Malgrado abbia disputato due sole stagioni in maglia azzurra Di Muri fa parte della galleria di quei giocatori del Novara che hanno lasciato il segno nella nostra città…

Massimo Barbero

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