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lunedė 12 dicembre 2016 - 09:20
di Massimo Barbero

Ogni volta che vado allo stadio di Brescia resto (non piacevolmente) meravigliato dal quantitativo di fumogeni, razzetti e petardi che i tifosi delle “rondinelle” riescono a portar dentro alla loro curva… Quella che negli anni passati poteva essere archiviata come una semplice curiosità… stavolta però è una cosa che mi fa parecchio inc… se ripenso alle limitazioni, restrizioni e divieti a cui sono stati sottoposti i frequentatori più assidui della “Curva Nord” dello stadio “Piola”. Ne devo dedurre che la legge non è uguale per tutti nemmeno in tema di sicurezza durante le manifestazioni sportive… Vi è poi la legge (non scritta) del buonsenso che pochi hanno l’abitudine di conoscere ed applicare.

Il secondo sassolino nella scarpa (ahimè ghiacciata) da togliersi è per chi ha scelto di programmare Brescia-Novara alle 17.30 di una domenica pomeriggio di dicembre avanzato. A chi giovano queste partite in scenari “polari” alle quali non presenziano nemmeno tutti gli abbonati della società di casa? D’altronde da una Lega che s’inventa un turno di campionato alla sera del 30 dicembre c’è da aspettarsi di tutto… 

Il terzo “sassolino” è per mister Brocchi, un tecnico emergente che probabilmente farà tanta strada. Prima però dovrebbe imparare il rispetto per un collega che la B se l’è guadagnata con la “gavetta”, vincendo campionati in serie sul campo. L’allenatore del Brescia si è infilato in una polemica gratuita nella conferenza stampa della vigilia e sobillato da qualche dirigente (malgrado la non reazione di Boscaglia) l’ha trascinata anche nel dopogara, quando tutto era finito. Le interviste che raccogliamo ogni giorno sono piene di frasi scontate… se un tesserato ci aggiunge qualcosa di più personale e per questo meno banale non capisco cosa ci sia da arrabbiarsi… Boscaglia avrebbe semplicemente detto che il suo Brescia godeva di una rosa meno numerosa di quella del Brescia attuale. Dal canto suo Brocchi riguardo al Novara ha osservato: “E’ una squadra allestita per i primi posti, con il Brescia ha giocato principalmente di rimessa, sui rilanci dei difensori”. Qualcuno gentilmente riesce a spiegarmi dove starebbe la differenza di stile tra i due? Io onestamente, con tutta la buona volontà, non riesco proprio a coglierla…

E pensare che questo Brescia-Novara, nonostante il freddo ed un po’ di nebbia fastidiosa (non erano solo i fumogeni a crearla) è stata anche una bella partita, ben giocata (per almeno un’ora) da due squadre che si sono sfidate senza tatticismi. D’altronde si tratta di due formazioni che sinora hanno vinto spesso, ma perso ancora più di frequente proprio per il fatto di avere quasi sempre affrontato l’avversario a viso aperto anche fuori casa. Le sconfitte esterne in serie hanno convinto Boscaglia ad adottare qualche opportuno accorgimento. E credo che presto sarà lo stesso anche per Brocchi che (qualche volta pur giocando bene) ha perso le ultime cinque gare giocate lontano dal “Rigamonti”.

Credo peraltro che il Novara visto in terra bresciana rappresenti la somma delle cose migliori messe in mostra dalla compagine di Boscaglia fuori casa in questo campionato. Se la partita di Verona può essere considerata qualcosa di eccezionale per le proporzioni insperate che ha assunto il risultato, se lo stesso 0-0 di Perugia è forse irripetibile perché raramente può capitare di fare punti in trasferta senza mai tirare in porta, ieri siamo tornati ad una piacevole normalità che può essere di buon auspicio per il proseguo del campionato. Abbiamo mostrato di nuovo la pericolosità delle prime apparizioni fuori casa di fine settembre… aggiungendovi però un pizzico di attenzione e solidità in più. Siamo andati più vicini alla vittoria che non alla sconfitta (tanto che Minelli merita un voto più alto del pur bravo Da Costa) ed anche questo è un segnale positivo.

Per mettere in difficoltà gli azzurri Brocchi aveva scelto la mossa più efficace: quella di piazzare Morosini trequartista alle spalle delle due punte Caracciolo e Bonazzoli. In effetti questa è una situazione che patiamo ancora un po’. Contro avversari che giocano a tre davanti l’attuale schieramento permette di non andare quasi mai in sofferenza né sulle corsie esterne (dove c’è sempre un uomo pronto a raddoppiare) né sui palloni scagliati in mezzo all’area (con Troest e Scognamiglio ed eventualmente Mantovani a fare buona guardia). Al cospetto di avversari che presentano il trequartista, invece, possiamo accusare qualche passaggio a vuoto perché davanti alla difesa schieriamo Viola: giocatore eccellente nella fase di impostazione della manovra, ma non certo un interditore.

E così nel primo quarto d’ora per due tre volte si sono creati dei buchi che fortunatamente Bonazzoli e Morosini non hanno saputo capitalizzare. Poi Nicolas e la nostra difesa hanno preso la misure agli avversari. Ed il Novara ha potuto sfruttare la supremazia assoluta degli esterni Dickmann e Calderoni che avevano tantissimo spazio per affondare. Il palo colpito da “Lollo” ha un po’ spaventato il Brescia che ha smesso di attaccare a pieni effettivi. A cavallo dei due tempi abbiamo sprecato una serie di occasioni che hanno fatto riaffiorare i ricordi delle beffe vissute a La Spezia ed altrove.

In effetti verso il quarto d’ora della ripresa i padroni di casa hanno ripreso il controllo delle operazioni. Al posto di Boscaglia in quel frangente avrei avvicendato subito un Dickmann che appariva meno brillante con un Kupisz fresco. Ad ogni affondo Faragò riusciva a mettere in grande difficoltà il pur volenteroso Coly. Nella ripresa però Paolo aveva minore libertà in fase offensiva perché doveva soprattutto occuparsi di contenere gli avversari. Il tecnico azzurro ha chiesto (ed ottenuto) grande sacrificio dai propri due attaccanti sui portatori di palla bresciani. Vedendoli spremuti, nel finale ha dato spazio ai freschi Bajde e Lukanovic per proseguire nello stesso lavoro, fondamentale per gli equilibri di squadra. Lo sloveno ha potuto sfruttare almeno le sue innegabili qualità nella corsa per tenere sul chi vive la difesa di casa. Nel recupero Caracciolo e compagni hanno guadagnato calci d’angolo in serie, ma obiettivamente non abbiamo mai davvero rischiato di capitolare. Una sequenza di palle inattive scaturite da un precipitoso fallo di Faragò sulla linea laterale. Una piccola ingenuit che mi ha indotto a togliere mezzo voto alla pagella del nostro centrocampista più brillante.

Questa serie B non ha partite scontate né avversari facili. Non lo sarà certamente sabato un Cesena che con Camplone in panchina ha sempre vinto in casa e che invece in trasferta ha perso anche partite che non meritava di perdere (ricordo Brescia ed in ultimo Benevento). Di sicuro questi pareggi (azzurri) fanno morale. Una vittoria in mezzo a due sconfitte (come accadeva a settembre-ottobre) inevitabilmente ti fa perdere per strada subito tutto ciò di positivo che aveva portato il successo precedente e bisogna ricominciare ogni volta daccapo. Una vittoria in mezzo a due 0-0 esterni, invece, è un piccolo segnale di continuità per mettere in fila, poco alla volta, quei mattoncini verso la tranquillità che vogliamo raggiungere quanto prima. Per intenderci, sono convinto che se avessimo perso a Perugia… anche lo 0-1 a freddo incassato la settimana scorsa dal Vicenza sarebbe stato ben più complicato da rimontare.

Io stasera vado più volentieri che mai alla cena organizzata (con la consueta meticolosità) dagli amici del “Coordinamento” (con la collaborazione degli altri club). Perché questa squadra ha tanto bisogno di ritrovare un po’ del calore che le è stato negato nei primi mesi di campionato per una serie di situazioni (anche esterne alle vicende del campo) che non serve nemmeno ripercorrere ulteriormente. Avete visto ieri com’erano felici i nostri giocatori di applaudire quei tifosi in trasferta che li avevano finalmente incoraggiati (malgrado una distanza “criminale” dal settore ospiti al campo) per tutto il secondo tempo? I calciatori diventano uomini prima di quasi tutti i loro coetanei, ma in un certo senso rimangono sempre un po’ bambini… Ed allora un incitamento, una bella frase, il fargli capire che condividiamo tutti quanti una grande passione… possono valere più di mille discorsi… Questo conta innanzitutto allo stadio durante le partite, ma è importante anche in serate come questa che devono servire a fare gruppo, intendo ovviamente tra la squadra e l’ambiente che la circonda… Ancora di più di altre volte è importante esserci… possibilmente con un po’ di azzurro addosso… Forza Novara sempre!!!

Ps: l’ultimo pensiero è per un Pisa da oltre tre mesi in cerca di una normalità che non gli appartiene. Passi per il rinvio (immotivato) della gara d’esordio con la Ternana, passi per i subbugli di piazza e la successiva festa per l’arrivo della danarosa cordata (sigh) con a capo Pablo Dana con il Novara nelle vesti di agnello sacrificale… ma adesso l’estate è finita da un pezzo ed anche l’autunno sta per salutarci… Vi sembra normale che tutto questo sia destinato a proseguire all’infinito con il presidente Abodi sempre in prima linea? Vi sembra credibile un calcio che non sanziona i toscani perché la Procura Federale (ovvero l’accusa) non ha rispettato i termini imposti dal Codice di Giustizia Sportiva?

Massimo Barbero

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