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domenica 18 dicembre 2016 - 08:53
di Massimo Barbero

Questa vittoria la voglio dedicare al mio amico Gianni Milanesi. Negli ultimi giorni il suo cuore (tutto azzurro) fa un po’ le bizze e ieri poco dopo l’una di pomeriggio… quando la nebbia già stava cominciando a calare… mi ha telefonato dicendomi: “mi ricoverano alle cinque… avrei il tempo di andare allo stadio prima, ma non so se mi lasciano…”. La sua passione per il Novara Calcio non conosce confini e le sue palpitanti radiocronache hanno conquistato tanta gente, me compreso…

Dopo aver visto Benevento-Cesena in tv ero abbastanza preoccupato in vista della partita di ieri. Al “Santa Colomba” i bianconeri avevano giocato decisamente meglio della formazione di Baroni. Non avevano portato a casa nulla per colpa di troppi errori sottoporta, di qualche decisione arbitrale sfavorevole e della prodezza di Ciciretti che aveva deciso il match quando l’1-1 stava addirittura più stretto agli ospiti, a dispetto della classifica.

Per questo il primo tempo sfoggiato dal Novara contro i romagnoli vale doppio. Perché abbiamo battuto (comunque nettamente) un avversario che non si fermerà a lungo nelle zone basse della classifica. A gennaio immancabilmente Atalanta e/o Sassuolo ed altre grandi di A, come da copione, gireranno al club di Foschi e Lugaresi gli uomini giusti per disputare un campionato diverso. E già adesso la formazione di Camplone (in casa nella nuova gestione vanta un ruolino 8 gol fatti e 0 subiti con 3 vittorie in altrettante gare) non è una formazione da play out come i primi due mesi di stagione (targati Drago) lasciavano presagire.

La truppa di Boscaglia però questa volta ha interpretato la partita nella maniera migliore. Aggredendo sistematicamente i portatori di palla avversari a centrocampo (almeno nel primo tempo) per rubare la sfera e ripartire in superiorità numerica. Coprendo tutta l’ampiezza del campo ed allargando abilmente il gioco sugli esterni che potevano contare sull’appoggio continuo delle due mezzali. Dickmann e Calderoni hanno rappresentato costanti spine nel fianco della formazione bianconera che doveva adattare i propri esterni offensivi (Ciano e Garritano) ad affannosi compiti di copertura. Sansone e Galabinov hanno dato battaglia lottando su ogni pallone e proponendosi in maniera sempre pericolosa negli uno contro uno.

Sono molto contento per Gianluca che sinora (carambola con la Salernitana a parte) aveva segnato altri due gol molto belli, ma alla fine rivelatisi inutili per la nostra classifica. La prodezza di ieri invece vale doppio perché ci ha spianato la strada verso una rotonda vittoria. Dal momento è l’1-0 la gara è cambiata con il Novara sempre più padrone della situazione di fronte ad un Cesena che tentava affannosamente di risalire la china esponendosi alle nostre azioni ben congeniate. Le verticalizzazioni improvvise ad innescare Djuric hanno rappresentato l’unica arma di una squadra lenta e prevedibile. In quei frangenti è stato determinante Da Costa con le sue tempestive letture che l’hanno portato ad uscire per bloccare o spazzare, praticamente da libero aggiunto.

Fino alla papera di Agazzi il minimo vantaggio stava decisamente stretto ad un Novara che nella seconda parte di primo tempo ha fatto vedere davvero un bel calcio. Sul 2-0 il Cesena è andato in tilt e noi siamo stati bravi a colpirlo ancora con l’eccellente Calderoni.

La mezzora finale della nostra prima frazione rappresenta il momento più alto (almeno finora) di questo campionato azzurro con il pubblico trascinato dal gioco, dalla coralità e dalla voglia di vincere messe in mostra dai nostri in campo.

Ad inizio novembre avevo scritto che a questo Novara era venuta a mancare troppo presto quella leggerezza che le squadre di Boscaglia (ed in generale le formazioni con tanti giovani in rosa) devono poter avere per esprimere le proprie qualità. Sin dall’indomani alla brutta battuta d’arresto di Cittadella questa squadra era scesa in campo gravata dal peso di dover vincere per forza. Come se si dovesse ad ogni costo dimostrare tutto e subito. E come se dopo le partite interne con Latina, Ascoli, Avellino e persino Spal (quando eravamo davvero molto rimaneggiati) non vi fosse un domani. La riprova l’abbiamo adesso. Appena siamo riusciti a strappare dei risultati fuori casa (anche con un po’ di fortuna, vedi Perugia) questa formazione ha ritrovato una razionalità nella manovra che sembrava impensabile solo un mese fa.

Onestamente nemmeno sul 3-0 al riposo ero del tutto tranquillo. Anche nel 2012 dopo aver chiuso sul 3-0 per noi il primo tempo al “Manuzzi” mi ero  un po’ allarmato quando il Cesena (in dieci da un po’ di tempo) aveva accorciato le distanze alla prima azione della ripresa. In 40 anni che vedo partite di calcio so per esperienza che nessuna squadra al mondo potrà mai recuperare uno svantaggio di 4 reti di scarto. Tre gol di vantaggio invece non bastano per sentirsi completamente fuori pericolo, nemmeno dopo una prima frazione giocata decisamente meglio dell’avversario (ricordate la finale Milan-Liverpool?). Eppoi questo Camplone era appena stato capace, lo scorso maggio a Bari, di riprendersi una gara contro di noi che subito dopo l’intervallo lo vedeva sotto proprio per 3-0. Ed il Cesena attuale è una formazione che quando gioca all’attacco riesce sempre a rendersi pericolosa. Nei guai finisce invece quando abbassa il ritmo provando ad amministrare e studiare l’avversario come è successo proprio a Novara nella prima mezzora. Finchè va a mille può mettere in difficoltà chiunque.

Ed in effetti la ripresa è stata completamente diversa. Onestamente  dall’alto abbiamo visto poco ed è difficile comprendere cosa abbia funzionato di meno nei secondi quarantacinque minuti degli azzurri. Ho avuto l’impressione che i nostri abbiano staccato la spina un po’ troppo presto e ci sia venuto a mancare un pizzico di fame e cattiveria nei contrasti in mezzo al campo. E’ quasi inevitabile rischiare più di qualcosa quando di fronte hai un avversario che, sotto di tre gol, non ha davvero più nulla da perdere. Però in situazioni del genere il rovescio della medaglia di solito è che anche le occasioni per chi sta avanti fioccano. Invece non siamo praticamente mai riusciti a ripartire in maniera pericolosa. E così il Cesena ha preso coraggio con il passare dei minuti vedendo un Novara tanto passivo da scongiurare il rischio di incassare quella goleada che il finale di primo tempo faceva temere. Camplone ha buttato in campo tutti gli attaccanti a propria disposizione in panchina cozzando contro un Da Costa determinante in più occasioni. Per fortuna la rete di Garritano è arrivata quando era ormai troppo tardi per riaprire davvero i giochi. Per contro per noi le cose sono notevolmente migliorate allorchè Boscaglia ha inserito uomini freschi davanti per avvicendare Sansone e Galabinov che apparivano provati. Peccato per quell’occasione non sfruttata da Di Mariano che ci aveva già fatto gridare al gol!

Eppure anche questo secondo tempo (apparentemente scontato) deve servirci da monito. Non possiamo permetterci di mollare la presa nemmeno per un solo istante perché in questo campionato così equilibrato ci risulterebbe fatale. Appena il Verona ha cominciato a pensare di avere già un piede in A ai primi di novembre ed anche i media nazionali gli hanno fatto credere di un altro pianeta… ha iniziato a rimediare figuracce impensabili. Spal e Perugia erano state le uniche due squadre da zona play off a vincere i rispettivi incontri la scorsa settimana e ieri sono state puntualmente sconfitte. La strada che porta alla tranquillità è ancora lunga e va affrontata con la stessa fame di punti che ci ha permesso di sbranare l’Hellas quando nessuno l’avrebbe immaginato. E possibilmente con la consapevolezza che in questo momento il Novara è una squadra in grado di mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Senza peccare di presunzione, ma con una giusta dose di convinzione nei nostri mezzi.

Certo che è stata davvero una bella settimana! Da quella cena di lunedì a Novarello che ha rinsaldato il rapporto tra tecnico, squadra e tifosi a questo 3-1 al Cesena che in casa in serie B non battevamo dal 1973, dal campionato chiuso con Fabio Enzo capocannoniere… E’ stato importante ritrovare il feeling tra  i supporters azzurri più partecipi ed il mister. Ieri sin dall’ingresso delle squadre in campo si respirava un clima diverso. Eravamo in pochi, nascosti dalla nebbia ed infreddoliti. Ma stavolta il cuore della gente presente batteva all’unisono con quello dei protagonisti in campo ed in panchina. Sono piccoli-grandi segnali che possono fare la differenza.

Dopo due partite giocate al freddo polare e nella nebbia ci meritiamo questa vigilia di Natale a Chiavari…  quando, con ogni probabilità,chi sarà sugli spalti avvertirà una temperatura ben diversa da quella sopportata negli ultimi due incontri. Sarebbe importante chiudere l’anno con altri due risultati positivi… Rappresenterebbe un segnale di continuità significativo su cui costruire un 2017 più ad ampio respiro… 

Ma per adesso una cosa alla volta…. Pensiamo all’Entella ed ad andare a riprenderci quello che a gennaio Manganiello e qualche errore nostro ci avevano negato… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

 

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