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domenica 25 dicembre 2016 - 20:18
di Massimo Barbero

Se schiaffo doveva essere… meglio che si arrivato così. Forte come una sconfitta dalle proporzioni ben più nette dell’effettiva differenza di valori vista in campo. Perché l’atmosfera prenatalizia ed i (meritati) complimenti del dopo Cesena hanno forse fatto rilassare prima del dovuto una squadra che deve ancora dimostrare e costruire tutto. I 25 punti (speriamo 28) del girone d’andata rappresentano solo una base per sperare in una salvezza il più possibile tranquilla e non certo un punto d’arrivo. Purtroppo a Chiavari si sono rivisti difetti ed approssimazioni che speravamo appartenessero ad un passato che volevamo dimenticare. Il modulo giusto può aiutare a correggere certe magagne, ma da solo non basta se in campo non è accompagnato dalla migliore interpretazione da parte dei protagonisti chiamati in causa.

Ci siamo illusi di poter giocare a calcio su di un campo che (per dimensioni e fondo malmesso) non lo permetteva. Era una partita da vincere accalappiando le seconde palle, anticipando gli avversari sui numerosi palloni sporchi che capitavano in una gara bloccata, dominando nei contrasti. E non in altra maniera. In questo contesto la formazione di casa è stata maestra ad interpretare uno spartito che conosce alla perfezione. Noi non potevamo certo pensare di riproporre quella manovra avvolgente che ci aveva permesso di mettere alle corde il Cesena almeno per un tempo. Non c’erano gli spazi per farlo nelle angustie di un terreno strettissimo. Ed il fondo non consentiva nemmeno di pennellare quegli assist con il contagiri che rappresentano la migliore specialità di Viola.

A tutto questo si aggiunga l’assenza di Casarini che (anche in questo 3-5-2) è uno dei pochi centrocampisti in rosa in grado di svolgere in maniera adeguata pure compiti di interdizione. Per sostituirlo Boscaglia ha scelto un giocatore con caratteristiche ben diverse quale Adorjan, ma purtroppo la mossa non si è rivelata azzeccata. Il magiaro è rimasto azzoppato sin dal primo contrasto affrontato in modo deciso e sullo 0-0 ha perso un paio di palloni delicati in una zona nevralgica del campo. Sarebbe stato forse meglio allora riproporlo nel proprio ruolo abituale, come trequartista, per impegnare almeno i centrocampisti della formazione schierata da Breda.

E pensare che l’inizio era stato promettente. Quella conclusione di Faragò di un soffio a lato ancor più di quel pallonetto di Galabinov a scavalcare Iacobucci (ma ahinoi anche il montante) ci avevano illuso. E’ bastata però un’azione ben congegnata da parte dell’Entella per mettere a nudo tutta la nostra fragilità difensiva con Caputo libero di girare verso la porta dall’altezza del dischetto del rigore.

Sullo 0-1 la nostra reazione è stata frenetica e Calderoni ha avuto per due volte la palla del pareggio. Ma stavolta non siamo riusciti a rimanere aggrappati alla partita e nel giro di pochi secondi abbiamo compromesso tutto incassando un micidiale uno-due che ha sigillato virtualmente la contesa dopo nemmeno mezzora. Ho rivisto un paio di volte i gol dell’Entella senza capire che cosa non abbia funzionato nella nostra area di rigore. Eravamo comunque in tanti a difendere, ma gli avversari ci anticipavano a piacimento. Caputo e (soprattutto) Masucci sembravano due folletti… praticamente immarcabili… com’è possibile?

Sul 3-0 il Novara ha avuto il merito di una reazione almeno apprezzabile. Dalla cintola in su si avuta la sensazione di una squadra ancora viva ed in salute, ma ovviamente nel valutare una prestazione non si può prescindere dalla fase difensiva che ieri è stata ovviamente sconfortante. Eppure quando abbiamo cominciato a dare davvero battaglia qualche grattacapo ai biancocelesti l’abbiamo creato. Ce ne siamo andati dallo stadio di Chiavari con il sentore che si potesse fare di più anche in termini di determinazione e cattiveria e questo è certamente il rimpianto più grande.

Per addolcirci un po’ il Natale ci consoliamo con la prestazione di Macheda che ha dimostrato di essere già in una condizione accettabile, di avere motivazioni adeguate e movimenti degni della sua fama. Il suo arrivo ci permette di riproporre quell’attacco a due centrali (con Galabinov) che ci era ovviamente precluso sino ad ora. Nella ripresa Boscaglia è passato saggiamente (ma un po’ tardi…) a quel 4-4-2 che rappresentava la migliore soluzione possibile in un siffatto contesto. Anche l’ingresso di Di Mariano è stato positivo a conferma delle doti, anche caratteriali, del ragazzo romano. Peccato per quella carambola che ci è costata il 4-1 che ha chiuso definitivamente i conti con largo anticipo quando c’era la possibilità di spaventare almeno un po’ il pubblico di casa (tutt’altro che corretto, quantomeno in tribuna). Le parate di Iacobucci hanno fatto il resto. L’estremo difensore dei liguri ha compiuto interventi determinanti, specialmente nella parte finale dei due tempi.

Le lodi al numero uno dell’Entella si intersecano inevitabilmente con la prestazione di Benedettini che ha fatto vedere le cose migliori a risultato ormai compromesso. Non è facile per un ragazzo del 1995 (il discorso vale ovviamente anche per Pacini) che arriva dai dilettanti scendere in campo una volta ogni tanto, catapultato in una categoria così importante e con di fronte attaccanti di valore. Soltanto chi gioca con continuità può crescere, progredire ed essere valutato con cognizione di causa. Non a caso il ruolo di dodicesimo tradizionalmente spetta a portieri di una certa esperienza, che ormai sanno dosare bene il proprio motore e riaccenderlo all’occorrenza, anche improvvisamente se del caso. Ed allora perché nel corso del prossimo mercato di gennaio non pensare di riportare a casa Montipò (che a Siena era stato titolare con ottimi risultati) mandando a giocare almeno uno degli altri due ex compagni?

Restando al presente… contro il Carpi dovremo fare di più, molto di più per portare a casa dei punti pesanti contro una delle formazioni più solide (e con qualche elemento di valore) della serie B. Smaltito un veloce panettone… gli azzurri dovranno ributtarsi al lavoro con grande concentrazione in quest’ultima settimana dell’anno per non sciupare in extremis le cose positive fatte vedere da Verona in poi. Soltanto esprimendoci al massimo potremo essere all’altezza di un avversario che nel passato campionato si è fatto rispettare persino in serie A.

Chiudo con un grosso grazie ai suppporters azzurri presenti a Chiavari che in una giornata solitamente da dedicare alla famiglia si sono spinti fino in Liguria per gridare “Novara-Novara” anche quando la propria squadra era sotto per 0-3… C’è tanto bisogno di messaggi positivi come il loro per un 2017 migliore e, speriamo, il più possibile azzurro… Sono convinto che nella discreta reazione dei giocatori in campo ci sia stata anche la voglia di non deludere del tutto quella gente che è tornata vicina alla squadra.

Speriamo siano in tanti a emularli sugli spalti venerdì sera in una partita importantissima per noi… Per intanto Buon Natale a tutti ed ovviamente… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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