Figurine azzurre: Omar Danesi
lunedė 30 gennaio 2017 - 09:29
Storie di giocatori che hanno vestito la maglia del Novara in epoca pių o meno recente
Al via del campionato 1996-97, quello del ritorno in C1 atteso per ben 15 anni, il Novara Calcio si presenta con un solo vero nuovo acquisto: è Omar Danesi centrocampista bresciano di 25 anni che ha sempre giocato nell’Ospitaletto, fatta eccezione per un fugace prestito stagionale nel Pergocrema ed un’altra parentesi nel Fiorenzuola.
Nel mirino della contestazione dei tifosi azzurri giunti a Vercelli per un match di Coppa Italia c’è anche lui, il diretto interessato, colpevole solo di aver accettato la proposta di una squadra (blasonata) di categoria superiore. Tra le leggende che si narrano in quella calda serata d’estate c’è quella che il nuovo arrivo sarebbe in campo solo perché figlio dell’autista personale di Gozio. In realtà l’ex presidente dell’Ospitaletto si fida davvero di questo ragazzo serio che conosce bene e che può garantire sul campo un rendimento affidabile in una situazione certamente complicata.
Sta di fatto che Danesi gioca da titolare la prima di campionato a Modena con la maglia numero 11 in un Novara spuntato che in attacco presenta il solo Guatteo. La squadra di “Pantera” Danova se la cava più che egregiamente ed imbriglia (1-1) la corazzata gialloblu affidata all’ex Frosio.
Al debutto in casa contro la Spal, nel giorno dell’esordio del centravanti Spinelli, Danesi è ancora titolare ad occupare la zona di centrosinistra della mediana dove non ci sono più Papais, Schiavon e Panisson, tutti protagonisti, più o meno decisivi, nell’anno della promozione. E’ una delle partite casalinghe più belle degli anni novanta. Gli azzurri, con un calcio piacevole e razionale che esalta la vena di Coti esterno destro puro, stritolano in maniera più netta di quanto non dica il 3-2 finale un’altra delle presunte pretendenti alla promozione. L’ex dell’Ospitaletto si presenta ai suoi nuovi tifosi segnando la rete del raddoppio: Coti ubriaca gli avversari in dribbling e tocca all’indietro per Pellegrini il quale è abile a smarcare Danesi che piazza la palla in porta sotto la Sud ammutolita. Il generoso Omar così è già diventato un idolo, i fischi di Vercelli sono ormai dimenticati.
La notizia del possibile acquisto della società da parte della cordata Capuano-Tacconi intacca la ritrovata serenità anche in quelle prime settimane di campionato. Danesi sembra destinato a scivolare in panchina perché è stato appena acquistato il promettente Mavillo Gheller che parte titolare sin dalla gara interna con il Treviso quando segna il gol dell’insperato 2-2 alla fine del recupero con Bini piombato in area ospite a fare l’Ujkani della situazione. Danesi si rivede a Carrara (buon pareggio in rimonta) quando c’è da sostituire Pellegrini ed a Como allorchè “Pantera” propone un centrocampo più folto con Spinelli unica punta. Al “Sinigaglia” il Novara regge anche giocando in dieci (espulso Casabianca) per oltre un’ora. Il primo Gheller peraltro non convince del tutto ed a Carpi (1-1 con rimpianti azzurri) è Danesi a partire titolare. Il ragazzo bresciano è un jolly tuttofare e si adatta anche a fare il centrale difensivo con il Prato quando dopo la sconfitta interna (1-2 in rimonta) scatta la prima contestazione alla squadra del campionato.
A Siena a fine novembre contro l’allora capolista della C1 Coti, Pellegrini, Guatteo e Turato giocano la loro ultima partita in maglia azzurra. Ed il Novara esce imbattuto dal “Franchi” grazie ad un gol d’autore di Danesi che pareggia mentre i padroni di casa stanno ancora esultando per il rigore trasformato da Simonetta pochi secondi prima: su lancio di Casabianca Omar elude la tattica del fuorigioco della difesa di Orrico e scavalca Ivan con un pallonetto da giocatore consumato.
Comincia però per noi un periodo terribile fatto di sole sconfitte. A Danesi viene affidata la maglia numero 10, quella di Pellegrini, perché Pani è pronto solo per alcuni scampoli di gara. Il nostro si fa apprezzare per generosità e dinamismo, ma alla squadra mancano le giocate di classe e la personalità del regista tornato a Modena.
Anche con il rientro di Pani Danesi continua ad essere schierato dall’inizio fin quando a metà febbraio il nuovo tecnico “Dustin” Antonelli decide che ora di fargli di tirare un po’ il fiato. Anche perché dal primo mercato di gennaio della storia è arrivato Cotroneo, un elemento di esperienza che porta ordine e geometrie in mezzo al campo. Nel momento migliore di quel girone di ritorno si passa ad un 4-3-3 che esalta lo stato di forma di un Lanotte imprendibile. Poi, a salvezza diretta compromessa, la formazione viene aggiustata a seconda delle contingenze per far fronte agli infortuni e soprattutto alle numerose squalifiche.
Danesi si adatta a giocare un po’ ovunque, anche sulla fascia al posto di Lanotte quando le circostanze lo richiedono, sempre con un rendimento almeno accettabile. Al “Lungobisenzio” di Prato il sabato di Pasqua sbaglia un paio di ghiotte occasioni per sbloccare il risultato a tu per tu con il portiere di casa Ambrosio. Lo 0-1 finale penalizza un po’ troppo un Novara rimaneggiato che fa esordire Patrick Agazzone e Papaccio pescati dalla “Berretti”.
Il campionato di Danesi finisce in maniera brusca, alla penultima giornata a Monza: ad un minuto dall’intervallo, con la formazione allenata da Gigi Radice avanti grazie ad un gol del solito Cancellato, Omar deve uscire sofferente per uno stiramento dopo uno scatto sotto la nostra curva. Gli subentra Giordano autore delle due reti (2-2) del platonico pareggio azzurro.
Il Novara si presenta ai play out con gli uomini contati e retrocede dopo due sfide sfortunatissime contro la Pistoiese.
Adesso la gente vorrebbe la riconferma di Danesi per un centrocampo almeno solido con Biagianti (poi ceduto all’Alessandria) e Nicolini, ma Chierico ha altre intenzioni. Così il mediano giunto nell’agosto 1996 passa all’Albinese. E da lì ad ottobre alla Solbiatese, a seguito di uno scambio con Poloni. La retrocessione dei nerazzurri di Solbiate Arno in Interregionale segna la fine dell’avventura di Danesi tra i professionisti.
La sua carriera da calciatore è proseguita nei dilettanti nelle file di Fidenza, Codogno e Bagnolese. Ma è in panchina, da allenatore dei ragazzi, che ha raccolto le migliori soddisfazioni e forse lo spiraglio per un futuro ancora più importante. Dopo tanti anni nel settore giovanile del Brescia nel 2010 è passato al Milan rimanendovi fino allo scorso giugno quando ha scelto di seguire Stramaccioni, compagno di corso a Coverciano, in Grecia nel blasonato Panathinaikos.
A noi resta il ricordo di un centrocampista che sul campo, in una stagione sempre in salita, ha reso ben più di quanto abbiamo fatto nel corso degli anni tanti suoi colleghi affermati…
La foto è tratta dall’archivio di Beppe Vaccarone
Massimo Barbero
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