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domenica 05 febbraio 2017 - 10:04
di Massimo Barbero

Il pareggio di ieri rappresenta una salutare boccata d’ossigeno al termine di 15 giorni parecchio tribolati, cominciati con la brutta sconfitta di Trapani e proseguiti con l’amarissimo pomeriggio con il Pisa ed un mercato complessivamente non all’altezza delle aspettative.

Come ho detto in diretta radio per me questo 0-0 di Salerno è una via di mezzo tra quello (sofferto) di Perugia e quello (ampio) di Brescia. Ai punti avrebbe meritato la vittoria la squadra di casa, ma il Novara ha saputo resistere, soffrire, come di rado è capitato in trasferta quest’anno. E, specialmente nella ripresa, qualche buona occasione per fare male l’ha persino creata. In sala stampa Boscaglia ha ripetuto un concetto a cui teneva particolarmente: è stato il risultato raccolto da un gruppo che non si è mai disunito nemmeno nei momenti difficili. Tradotto: meglio una primadonna in meno se ciò vale maggiore unità d’intenti.

La nota più positiva del pomeriggio dell’Arechi è rappresentata dall’impatto che Cinelli ha avuto sulla gara. L’ex del Cesena ha garantito sostanza e personalità ed una qualità mai banale che ha liberato al tiro Macheda per l’occasione più nitida dell’incontro. Ovviamente, nel bene o nel male, non bisogna mai farsi condizionare dall’esordio di un giocatore. Le valutazioni più corrette si possono fare solo in un lasso di tempo più ampio. Quel che è certo però è che se il buongiorno si vede dal mattino… Cinelli è proprio l’elemento che serviva ad un centrocampo che aveva bisogno supportare un modulo spesso piuttosto offensivo, almeno nelle intenzioni.

La nota negativa, anche in prospettiva, invece è rappresentata dall’ennesimo stop di Bolzoni. Mi spiace davvero per un ragazzo serio e simpatico e per un calciatore che tutti abbiamo conosciuto fortissimo e che stava recuperando la strada maestra per tornare quello di sempre. Non si possono fare diagnosi a caldo ed ovviamente speriamo sia stato solo un contrattempo, per quanto fastidioso, nel processo del suo recupero. Una volta conosciuta l’entità del problema però, la società ed i tecnici dovranno comunque fare le loro valutazioni prima che scada il termine per ingaggiare degli svincolati (un posto libero in lista c’è ancora). Insomma non riduciamoci ad andare a cercare il Kharja di turno all’ultima ora dell’ultimo minuto come è accaduto in un triste passato…

Tornando alla partita di ieri, la Salernitana sin dai primi minuti ci ha aggredito dove eravamo più fragili, ovvero sulle corsie esterne senza l’affidabilità garantita da Dickmann e Calderoni. Ad onor del vero Chiosa almeno il compitino diligente (dopo qualche pericoloso eccesso iniziale) l’ha garantito limitando presto Bittante. Tutt’altra musica sul versante opposto dove Vitale faceva ammattire Kupisz con il risultato di spiazzare spesso anche Troest che correva di frequente in soccorso del compagno.

Con il passare dei minuti le cose sono migliorate grazie anche alla generosità di Sansone (soprattutto) e Macheda abili ad andare a cercare palloni in mezzo al campo per ridurre lo scollamento tra i nostri attaccanti ed il resto della squadra. Dal quarto d’ora in poi la partita è diventata equilibrata con il Novara apparentemente padrone della situazione. Solo apparentemente però perché alcuni errori (o leggerezze) individuali hanno permesso ai padroni di casa di andare al tiro almeno tre volte in maniera molto pericolosa. Per fortuna ci ha pensato un grande Da Costa!

La ripresa nel complesso è stata meno bella. Le due squadre hanno rallentato progressivamente il loro ritmo. Con il passare dei minuti gli azzurri hanno preso il sopravvento in mezzo al campo. Una supremazia accentuata dalla scelta di Boscaglia di rinunciare a Macheda per garantirsi un uomo in più sul centrosinistra con l’ingresso di Selasi. Qualche pasticcio di troppo in fase di palleggio (specialmente dell’ex del Pescara) ha permesso alla Salernitana di riprendere l’assalto, almeno a fiammate. L’unico vero pericolo della ripresa però è arrivato con quel colpo di nuca di Perico che per fortuna non ha sorpreso il nostro portierone.

Al posto di Boscaglia onestamente avrei inserito presto Dickmann al posto di un Kupisz che sembrava non reggere Vitale costringendo Troest ad un doppio lavoro sfiancante. Le dichiarazioni del collega Bollini a fine gara rivalutano però la scelta del tecnico di Gela: la presenza dell’esterno polacco ha preoccupato a tal punto l’allenatore di casa da fargli compiere delle scelte (Zito in campo invece del più offensivo Sprocati) per proteggersi dagli scatti dell’esterno azzurro. Va tenuto conto, nel complesso, che la formazione campana non aveva grandi alternative in panchina per cambiare marcia in corsa, alla luce dell’assenza di Ronaldo, Donnarumma e delle non ottimali condizioni di Della Rocca ed Odjer.

Al Novara visto a Salerno complessivamente sono mancati un po’ di serenità e coraggio per sfruttare davvero uno schieramento che presentava due punte, un trequartista ed un esterno offensivo come Kupisz. Al di là degli uomini e dei compiti tattici assegnati… mentalmente la squadra si è adagiata troppo presto all’idea del punticino da portare a casa a qualsiasi costo. Comprensibilissimo dopo tante sconfitte in trasferta ed alla luce di un inizio 2017 non troppo sereno da tutti i punti di vista. C’era bisogno innanzitutto di ritrovare delle certezze e questo 0-0 (come quelli con Perugia e Brescia) è un piccolo mattoncino su cui costruire delle prestazioni e dei risultati migliori, a partire dalla prossima gara casalinga.

Stamattina i quotidiani di Salerno aprono con le “sparate” di Lotito (“tifosi che volete?”) protagonista di uno show di oltre mezzora in sala stampa. A conferma che tutto il mondo è paese ed anche la grande e soleggiata città campana talvolta può assomigliare alla più piccola e grigia Novara.

Eppure viaggiando ieri mattina con alcuni cuori azzurri (semplicemente vergognosa l’imposizione di lasciare lo stadio con 20 minuti d’anticipo!) mi sono accorto che la situazione ambientale non è così deteriorata come potrebbe sembrare limitandosi a leggere i commenti sul “muro” e sui “social” (scritti quasi sempre da chi sta a casa sul divano) dove vige la legge assoluta dei “mai cuntent”. Chissà invece che lo sfogo del Presidente della scorsa settimana (e l’apprezzabile risposta del Coordinamento) non siano l’occasione per un rapporto diverso, più costruttivo, nel rispetto dei ruoli. Perché tutti vogliamo la stessa cosa: il bene del Novara ed un futuro il più possibile sereno e luminoso per la nostra squadra.

Ovviamente ogni cosa passa per questa salvezza da raggiungere ad ogni costo, per non buttare davvero tutto a mare. 20 punti in 18 partite non sembrano un’impresa impossibile da raggiungere per il Novara visto nelle ultime due gare (ovvero già senza Faragò e Viola). Però guai ad abbassare la guardia perché il campionato di serie B non perdona e spesso punisce proprio le compagini e le società che non hanno un’adeguata tenuta mentale e caratteriale (ancor più che delle lacune tecniche).

In fondo questa squadra, almeno da Verona in poi, sta facendo quello che le era stato chiesto: ovvero stazionare in una zona di centroclassifica lontana dalle sabbie mobili della zona calda lanciando nel contempo qualche giovane (anche ieri è entrato Lukanovic) e cercando di recuperare giocatori che possono tornare decisivi (l’approccio di Macheda è sempre quello giusto, bisogna solo insistere).

A poche ore dalla fine del mercato, ancora delusi per il mancato arrivo di un sostituto di Viola (ancor più che per la partenza di un giocatore che voleva essere ceduto) mi sono confrontato con Paolo Molina, tifosissimo di vecchia data e memoria di tante annate certamente molto più tribolate dell’attuale. Ebbene la considerazione che più ci ha consolato è che spesso un’opera di “dimagrimento” (di uomini e costi) al mercato di gennaio ha l’effetto di cementare maggiormente squadra ed ambiente eliminando le pericolose illusioni che c’erano in precedenza. E’ accaduto così persino nel 2005 quando, dopo le partenze di Polenghi, Rubino, Carlet e Cioffi, sono spariti i processi dell’era Venturini ed abbiamo cominciato a raccogliere un po’ di sofferti 1-0 casalinghi con il pubblico finalmente dalla parte degli azzurri anche quando sparavano la palla in tribuna per difendere un sofferto vantaggio. Ed ancora nella stagione successiva allorchè senza Martinetti ed Elia ed una serie di giovani promesse arrivate in estate… dagli spalti hanno smesso di contestare Cabrini ad ogni refolo di vento e la squadra ha sfiorato addirittura i play off per la B (che rappresentavano il nostro sogno più grande nell’era pre De Salvo).

Ovviamente tutte le opinioni sono libere e rispettabili… e non sarò certo io a provare a convincervi del contrario. Dico solo che chi contesta questa società indirettamente fa un grosso complimento a Boscaglia ed ai suoi giocatori che malgrado tante “nefandezze” dall’alto riescono a tenersi fuori dalle secche della bassa classifica dove ci sono, per ora, club che non hanno esitato a rinforzarsi al mercato di gennaio. Dunque al di là delle posizioni di ciascuno… tutti uniti a spingere la squadra verso i fatidici 50 punti… poi si vedrà…

Ho citato il 2005… ebbene è da allora (gol di Elia nel finale) che non battiamo il Cittadella in casa… sarebbe proprio ora di interrompere questa striscia negativa … Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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