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Figurine azzurre: Roberto Cau
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martedė 07 novembre 2017 - 09:47
di Massimo Barbero

Il tormentone della punta che manca è sempre stato di casa a Novara. Anche quando in C2 avevamo in organico gente del calibro di Borgobello, Simone Inzaghi e Guatteo…

Mister “Ciapina” Ferrario da mattina a sera non faceva altro che lamentarsi per l’assenza di una punta che avrebbe fatto la differenza.Quello dell’attaccante che deve arrivare è il leitmotiv dell’autunno 1995 che ci vede già alle spalle di un lanciatissimo Lumezzane. A furia di sfogliare un’interminabile lista di nomi… viene ingaggiato il meno atteso… tale Roberto Cau… un diciannovenne che nel campionato precedente ha esordito in A con la maglia del Bari. Per caratteristiche fisiche e tecniche non può essere certo la punta che Ferrario aspettava. E non ha nemmeno l’esperienza per giocare già in pianta stabile in una squadra obbligata a vincere il campionato.Per non saper né leggere né scrivere il mister azzurro lo manda subito allo sbaraglio, titolare a Crema al fianco di Borgobello… quasi a dire: “Faccio giocare quello che mi avete comprato…”. Al “Voltini” il Novara subisce la prima sconfitta del campionato e la coppia Borgobello-Cau viene sostituita appena dopo il pasticciaccio di Rollandi che ha regalato il gol partita a Vincenzo Garofalo.Robertino dunque è già stato bruciato sin dalla partita d’esordio. Ferrario lo utilizza solo come uomo utile per un poco convinto cammino in Coppa che dopo l’eliminazione dell’Alessandria  a domicilio (Cau segna il primo gol al “Moccagatta”) ci porta in Umbria per affrontare il Gualdo.

Eppure è un ragazzo di grande talento, dalle spiccate qualità tecniche, micidiale nel dribbling. La sua statura rappresenta un pregio (per la rapidità) ed insieme un limite. Basterebbe sfruttarlo per quello che sa fare, senza pretendere da lui qualcosa che non rientra nelle sue caratteristiche migliori. A rilanciarlo ci pensa Pietro Villa “traghettatore” in panchina dopo l’esonero di Ferrario e prima dell’arrivo di Frosio. Bisogna battere a tutti i costi il fanalino di coda Palazzolo per non perdere per strada altri punti di vitale importanza, ma le cose si complicano maledettamente dopo l’1-1 di Belotti. Villa non ci pensa due volte e spedisce in campo Cau a fare la seconda punta al posto di Guatteo. Al resto provvede… San Gaudenzio (è il 21 gennaio) sottoforma di un rigore concesso per un mani in area ospite in pieno recupero e trasformato dall’implacabile Borgobello per il gol vittoria.

Arriva Frosio, il nuovo mister tiene davvero Cau in seria considerazione e lo manda in campo per risolvere una situazione molto complicata. Siamo a fine febbraio ed è una domenica che potrebbe cambiare il nostro campionato perché il Lumezzane è sotto di brutto a Vercelli (finirà addirittura 4-0!). Noi però non riusciamo a segnare contro il Varese… malgrado l’espulsione per doppia ammonizione di Mauro Borghetti. Anzi, la squadra di Caligaris passa addirittura in vantaggio ad inizio ripresa. Frosio allora rompe gli indugi e sostituisce un mediano (Biagianti) per inserire un fantasista (Cau appunto). La mossa porta i frutti sperati perché Robertino firma un gran gol con un tiro da fuori che s’insacca sotto la traversa proprio di fronte alla “Nord” che riprende a sperare a due settimane dallo scontro diretto in Val Trompia.

Da questo momento Frosio utilizzerà regolarmente Cau come grimaldello per scardinare le difese avversarie. Sullo 0-0 (o se c’è da rimontare un risultato) in avvio di ripresa il mister manda sistematicamente in campo il ragazzino per spiazzare chi ci sta di fronte con un dribbling, una giocata, un’intuizione, un calcio di punizione conquistato da un talento poco inquadrabile tatticamente. La mossa dà ripetutamente i suoi frutti. A Pavia prende il posto di Venturi al 9’ della ripresa ed un minuto dopo fa gol Coti. In casa con il Crempaergo rimpiazza Turato in avvio di ripresa e dopo 120 secondi segna Guatteo.

Ad Olbia prende il posto di Pellegrini al 9’ della seconda frazione ed al 13’ arriva il pari di Borgobello. In tutto colleziona appena 14 presenze (giocando dall’inizio solo al debutto a Crema) ma il suo contributo si rivela determinante quale jolly immarcabile per le difese avversarie. Ha segnato un gol, per quanto importantissimo, ma ne ha propiziati diversi altri nel momento cruciale della rimonta.Cau è solo in prestito, ma il Bari ce lo lascia volentieri per un altro campionato, stavolta in C1. E così Robertino torna in azzurro per vivere l’assurda estate dell’abbandono di Armani e del ritiro per pochi intimi. Alla prima di Coppa a Vercelli inventa l’assist per il gol partita del giovane Silvestro mentre in curva ospite già monta la contestazione ai dirigenti superstiti.Ci si augura che il ragazzo sardo faccia valere ancora con facilità i suoi notevoli mezzi tecnici negli spazi di una categoria superiore, ma la preparazione approssimativa non gli permette di essere tanto brillante come nella stagione precedente. Il povero Danova non è un fine stratega e difficilmente cambia lo spartito in corsa. E così Cau è il dodicesimo-tredicesimo giocatore di una rosa molto ristretta, mandato in campo soprattutto per far rifiatare qualche compagno che non ne ha più.

A Modena all’esordio entra addirittura al posto di Di Muri perché “Pantera” ha finito i terzini. Quasi sempre avvicenda un attaccante all’apparire del fiatone. A Carrara il suo ingresso anticipa di un minuto il gol del pareggio di Casabianca, come ai bei tempi. La prima maglia da titolare la indossa sul campo dell’Alzano nella domenica dell’esordio di Antonelli in panchina che può fare poco per evitare una lunga sequenza di sconfitte senza gol all’attivo (e con la beffa di un paio di rigori decisivi sbagliati). Robertino gioca con una casacca numero 6 che in realtà gli apre un posto da esterno di centrocampo in un 4-4-2 molto offensivo. Cau parte dal primo minuto per 4 partite consecutive, nel periodo peggiore della stagione, quando Antonelli fatica a trovare undici giocatori da mandare in campo la domenica… Nel momento in cui le cose si aggiustano… grazie agli innesti di Giordano e Cotroneo ed alla ritrovata condizione generale, il fantasista sardo deve fermarsi per un serio guaio muscolare.Lo stop arriva a fine gennaio e lo tiene fuori sino alla gara casalinga con l’Alzano del 20 aprile quando avvicenda un Biagianti comprensibilmente in stato confusionale per il retropassaggio sciagurato che ha regalato il pari alla squadra dell’esordiente Foscarini. I play out ormai sono inevitabili e Cau si ritaglia ancora un po’ di spazio nelle settimane successive come elemento da buttare dentro a gara in corso, per provare a cambiare le cose.

E’ lo stesso destino che gli tocca nella sfida d’andata contro la Pistoiese quando avvicenda un Giordano ormai stremato dalla lotta impari su di un campo pieno di pioggia e fango. Ben più rilevante l’impatto di Robertino la domenica dopo a Pistoia allorchè entra ad inizio ripresa al posto di Biagianti. Antonelli vara un Novara “avantitutta” che mette in seria difficoltà gli arancioni che limitano i danni alla sola punizione vincente di Pani tanto bella quanto insufficiente per evitare la retrocessione. E’ una beffa amarissima e Cau ha il dispiacere di non potere nemmeno rimettere in mezzo quell’ultimo pallone raccolto dopo il palo di Hervatin perché Calabrese di Avezzano, con i tifosi di casa ormai in campo, fischia la fine per evitare guai grossi.Roberto ci saluta senza averci potuto regalare la permanenza in quella C1 che ci aveva aiutato a conquistare. Dopo altre 2 presenze nel Bari appena tornato in serie A comincia un lungo giro d’Italia pallonaro che vede quali passi salienti una parentesi in B con il Monza e la vittoria di un altro campionato di C2 con il Lanciano con cui rimane protagonista per altre tre stagioni.Lo ritroviamo per l’ultima volta da calciatore in una calda domenica di luglio 2009 a Dormelletto. Cau gioca nell’Alghero di Ninni Corda che si presenta alla sfida di allenamento contro il Novara di Tesser con un atteggiamento ben poco amichevole che obbliga l’arbitro milanese ad estrarre cartellini in serie. Il 2-1 per noi è firmato dalla doppietta di un ragazzo in prova di nome Pablo Gonzalez (che sul sito riportiamo erroneamente quale Gonzales). E’ quasi un passaggio di consegne tra protagonisti azzurre di epoche diverse comunque ricche di entusiasmo e soddisfazioni.

La scorsa estate Cau è tornato a Como (squadra con cui aveva vinto il campionato nel 2008) per lavorare nello staff di Andreucci nel club lariano ripartito un’altra volta dalla serie D dopo l’illusione di Lady Essien.

Massimo Barbero

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