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domenica 18 febbraio 2018 - 09:12
di Massimo Barbero

Chi si è limitato a controllare il risultato alla fine della gara avrà pensato “ecco il solito Novara” perché punteggio e dinamica (noi in vantaggio loro che ci rimontano) ricordano l’andamento di diverse esibizioni casalinghe delle ultime settimane della gestione Corini. Sul campo però si è vista una squadra decisamente diversa da quella, soltanto, di due settimane prima. Che non ha subito la partita, ma l’ha fatta.

Che non è rimasta sospesa a galleggiare in attesa degli eventi, ma che ha dato sempre la sensazione di volere fortemente i tre punti. Che ha finalmente trascinato un pubblico che, nel momento più caldo, si è fatto sentire nei confronti di arbitro ed avversari. Alla fine il pari è giusto perché lo Spezia non è rimasto a guardare ed ha avuto, dal canto suo, due-tre buone occasioni per arrivare addirittura al sorpasso. La formazione di Gallo è molto cresciuta rispetto a metà settembre quando aveva gestito fino alla fine, con un pizzico di fortuna, il golletto del solito Marilungo. Adesso ha inserito uomini di personalità quali Mora e può contare sulla crescita esponenziale di gente come Forte e Mastinu, non più giovanissimi, ma finalmente convinti di poter essere decisivi in categoria. L’ex regista di Discepoli e Notaristefano ha ritagliato a Bolzoni un ruolo che ben si adatta ad un giocatore non più grado di sfiancarsi da interno rincorrendo gli avversari (ricordate quando Boscaglia l’aveva schierato a Perugia al posto di Faragò oppure il doppio cartellino giallo di Cesena preso per affannosi contrasti?). Ora il lodigiano agisce da regista arretrato davanti alla difesa (senza l’infortunio di Salerno avrebbe giocato così anche in azzurro nella seconda parte del campionato 2016-17) dove può sfruttare al meglio qualità tecniche, visione di gioco ed esperienza.Questo Novara-Spezia ha vissuto fasi alterne. Un po’ meglio i nostri avversari nei primissimi minuti della gara, ma la truppa di Di Carlo ha sempre dato la sensazione di poter rendersi pericolosa ogniqualvolta recuperava il pallone.

E non a caso è maturato il vantaggio al termine di un’azione che ricorda, per la linearità negli scambi di palla, l’1-0 di Cittadella. Puscas ha segnato un altro gol da centravanti di razza, eludendo la guardia del diretto avversario ed imprimendo forza e precisione al proprio colpo di testa. In quel frangente abbiamo avuto una grossissima opportunità per chiudere i conti con Moscati che, arrivato in corsa, ha alzato a porta ormai sguarnita. Il 2-0 avrebbe probabilmente steso gli “aquilotti” che invece hanno trovato il gol del pareggio in un momento in cui non davano la sensazione di poter essere granchè pericolosi. Bravissimo Forte nel capitalizzare al meglio una palla non facile e nel piazzarla proprio all’angolino, ma decisamente casuale il batti e ribatti che ha liberato l’ex interista nella nostra area di rigore.A differenza di tante altre esibizioni targate Corini, il Novara stavolta non ha patito il colpo del gol subito ed ha ripreso a giocare come se nulla fosse successo. Specialmente nella parte centrale della ripresa gli azzurri hanno dato la sensazione di poter tornare in vantaggio da un momento all’altro. Decisamente sfortunato Sansone che pare tornato il giocatore dei suoi primi mesi in azzurro.In quel frangente era logico cambiare per sfruttare al meglio una panchina finalmente ricca di alternative. Purtroppo i tre subentrati non hanno dato l’apporto sperato. Maniero ha finito col pestarsi i piedi con Puscas, Orlandi non ha garantito la qualità e le verticalizzazioni offerte da un Ronaldo in continua crescita, Di Mariano ha avuto davvero poco tempo per esprimersi in una squadra ormai stanca ed allungata che nel finale ha sofferto un po’ uno Spezia più equilibrato.

Dopo aver visto all’opera ieri sera al “Palaverdi” tale Sterlacci da Giovinazzo (che ha probabilmente dato il colpo di grazia alle speranze salvezza dell’Azzurra) mi riesce difficile criticare un altro arbitro. Però, obiettivamente, Di Martino mi è parso tanto insicuro quanto ondivago nel proprio metro di giudizio. Ha ammonito Dickmann al primo fallo di gioco ed invece tollerato la rincorsa, a caccia di avversari con spinta evidente una volta raggiunto l’obiettivo, di Granoche nel finale di primo tempo. Ha fischiato anche i sospiri nella prima mezzora per poi perdonare colpi proibiti ed annesse sceneggiate di Terzi, Mora e c. Non credo abbia favorito una squadra piuttosto che l’altra, ma alla lunga ha scontentato tutti.Tornando a noi, se cercavamo delle conferme dopo la bella serata di Cittadella, le abbiamo trovate. La mano di Di Carlo si vede, eccome, e Puscas è un attaccante che in categoria può fare davvero la differenza.

Casarini e Ronaldo sembrano trasformati rispetto agli stenti del girone d’andata e lo stesso Sansone è un giocatore diverso da quello, involuto, delle poche settimane pre infortunio. Dickmann e Calderoni hanno ripreso a calcare la fascia con l’idea di far male gli avversari. Il concetto di “controllo” ha lasciato spazio all’idea di cercare sempre la verticalizzazione, di recuperare palla per andare ad affondare e colpire chi ci sta di fronte con scambi veloci.Ora dobbiamo riuscire a riproporre la stessa intensità e la medesima personalità ad Avellino, nella prima di una serie di trasferte al Centro Sud che caratterizzeranno questa seconda parte di campionato. Seguiranno altri due impegni ravvicinati contro un Foggia che va a mille (con i nuovi acquisti che segnano a raffica) e sul campo di un Frosinone che sente aria di promozione diretta. La strada è lunga ed irta di ostacoli perché al momento abbiamo 3 punti in meno di un anno fa quando il 17 febbraio era coinciso con la prima di 4 vittorie consecutive che avevano cambiato, di colpo, prospettive ed obiettivi stagionali.Il pareggio casalingo contro una squadra di media classifica numericamente suona quasi come una sconfitta per una compagine come la nostra a caccia di punti salvezza. Però questo risultato va legato al precedente e 4 punti nelle prime due gare della gestione Di Carlo li avremmo firmati tutti domenica scorsa, alla partenza per Cittadella. Ci giocheremo il nostro campionato tra il posticipo del 12 marzo (Novara-Brescia) ed il match casalingo con la Ternana di metà aprile. In quel mese affronteremo tanti scontri diretti e dovremo garantirci punti pesanti prima di un finale terribile (trasferte ravvicinate a Bari, Empoli e Cremona).

Di Carlo non ha molto tempo per ottenere un Novara al top della forma nel momento clou della stagione, ma i risultati positivi, indubbiamente, aiutano ad accelerare i tempi.Per ora accontentiamoci di aver visto finalmente un Novara simile a quello che avremmo sempre voluto vedere. Una squadra che, pur con tutti i limiti, affronta partite ed avversari a testa alta, con la consapevolezza di non essere inferiore a nessuno in questo campionato da battaglia quale è la serie B. Chi è venuto al “Piola” ieri non è tornato a casa deluso… e già questa è una mezza vittoria perché sinora era capitato davvero di rado quest’anno… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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