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domenica 22 aprile 2018 - 08:46
di Massimo Barbero

Comunque vada a finire (ed oggi non ho davvero motivi per credere che andrà a finire bene) saluterò la conclusione di questa stagione come un’autentica liberazione.

Ogni partita è un vero e proprio supplizio e quando si gioca ogni 3-4 giorni, come è successo in questa stressante settimana, la sofferenza è raddoppiata o triplicata.

Il Novara, che aveva appena riguadagnato un pizzico di autostima (e fiducia dei tifosi) con l’orgogliosa prova di Bari, ieri è letteralmente sprofondato di fronte ad un Venezia non trascendentale, ma migliore in tutto e per tutto di una squadra (quella azzurra ovviamente) pasticciona, confusa e sbadata.

Eppure stavolta l’episodio iniziale era stato a nostro favore. Avevamo trovato il gol praticamente al primo tiro in porta, con la gentile complicità di Audero. Passare in vantaggio subito con il Venezia era quanto di meglio ci potesse capitare perché quella di Inzaghi è formazione micidiale quando può agire in contropiede e negli spazi, ma non irresistibile allorchè deve fare la partita.

Eppoi gli stimoli di un Novara chiamato a difendere 3 punti di vitale importanza per la propria sopravvivenza avrebbero dovuto sopraffare le motivazioni di un Venezia a cui il punticino non avrebbe cambiato granchè il destino di probabili (e meritati) play off. A Pasquetta avevo visto un soporifero Carpi-Venezia con le due squadre che non avevano regalato il benché minimo tiro in porta e mi illudevo che sarebbe finita come contro i biancorossi, incapaci di reagire al “Piola” al gol partita segnato da Moscati attorno al 40’. In effetti il primo tempo è scivolato via senza particolari sofferenze, fatta eccezione per la naturale apprensione su ogni palla inattiva guadagnata dagli ospiti che, per caratteristiche fisiche, sono sempre pericolosi su punizioni e corner.

Eppure anche nei primi 44 minuti di illusione si era visto un Novara decisamente diverso da quello di Bari: anche una volta passati in vantaggio, i nostri hanno commesso una serie di errori in fase di palleggio che rappresentavano lo specchio di una squadra in piena ansia, poco convinta nelle proprie possibilità.

L’infortunio di Ronaldo e le incertezze sulla sua uscita o meno dal campo hanno accentuato le nostre approssimazioni. Ho ripensato spesso in questi giorni a quanto detto da Sciaudone nel post gara a Bari quando il nostro centrocampista ha parzialmente spiegato le difficoltà casalinghe con problemi di adattamento al sintetico. Non so quanto ci sia di vero (credevo che le difficoltà fossero di chi ci gioca 1 partita all’anno non di chi ci disputa tutte le gare casalinghe e ci si allena con una certa frequenza) ma è già pericoloso che un giocatore di cotanto mestiere si convinca di siffatta teoria tanto da decidere di diffonderla, con grande onestà va riconosciuto, in diretta radio perché vuol dire che evidentemente è scattato un meccanismo di autoconvincimento-sfiducia che non può che portare a conseguenze negative.Tornando a bomba, stavamo pregustando un intervallo da trascorrere finalmente in vantaggio quando abbiamo incassato un gol assurdo.

Assurdo perché l’azione sarebbe dovuta finire sul cross dalla sinistra invece né Montipò né i nostri difensori che erano piazzati da quella parte sono andati ad intercettare la traiettoria permettendo a Falzerano di raccogliere un pallone che sembrava ormai senza speranza per i veneti.L’1-1 ha rappresentato una mazzata letale per un Novara che dopo aver balbettato sin dai 3’ di recupero ha affrontato il secondo tempo con un atteggiamento tatticamente suicida, alla luce dei valori e delle caratteristiche in campo. Siamo ripartiti con la fretta e la frenesia di risolverla subito con la conseguenza di esporci al micidiale contropiede di un Venezia che aveva inserito anche Litteri ad aumentare il proprio peso offensivo. Nei minuti iniziali della ripresa siamo stati graziati per due volte dagli ospiti che si erano involati in chiara superiorità numerica verso la nostra porta.Uno scampato pericolo che ci ha dato l’illusione di poter attaccare in massa i nostri avversari. Quando sembrava che potessimo rialzare la testa… è arrivata la mazzata del 2-1.

Falzerano (che splendida idea aveva avuto Inzaghi nel lasciarcelo in panca…) ha bruciato Del Fabro che era andato a chiudere sulla sinistra. In mezzo ha seguito l’azione Bruscagin che ha puntualmente approfittato nel buco. Purtroppo Montipò ha fatto il resto… e ci siamo trovati sotto in un momento chiave della gara…

Onestamente una reazione c’è stata ed in quel frangente ho cullato l’illusione… di un triplo 2-2, a Cremona, Chiavari e Novara… che ci avrebbe permesso di archiviare quasi indenni un altro pomeriggio terribile.

L’unico 2-2 invece l’ha segnato l’Entella che però poi ha messo anche la freccia vanificando l’orgoglio di una Pro indomita. Al “Piola” la speranza è resistita fino all’ennesima ripartenza finalizzata da un ispirato Marsura che ha concluso nella maniera più logica una partita cominciata bene e finita malissimo per noi. Peccato perché stavolta i nostri avevano dalla loro parte un pubblico che non ha mai smesso di crederci nemmeno sull’1-2 incoraggiando, fino a quando è stato possibile, la squadra con un “Novara-Novara” che veniva davvero dal Cuore.

Una naturale conseguenza dell’effetto Bari che, ahinoi, è già svanito dopo appena 4 giorni di ritrovata speranza.Difficile parlare di singoli e/o scelte tattiche. Hanno perso tutti in una negatività che assorbe anche le perplessità (di qualcuno) per le scelte di Di Carlo nella gara con la Ternana che ha inaugurato una settimana terribile.Questo Novara, sin dai primi d’agosto, ha sempre fatto una fatica tremenda a fare gioco.

Ma ad inizio campionato almeno quando passava in vantaggio difficilmente si faceva recuperare. Da Terni (metà novembre) in poi abbiamo incassato una decina di rimonte con entrambi gli allenatori in panchina a conferma di una fragilità difensiva ed emotiva crescente.Non ho mai dato particolare risalto al partito di chi parla e scrive di società assente perché ritengo che alla fine le responsabilità siano di chi va in campo e che un tecnico dall’esperienza di Di Carlo (o di Corini) e giocatori dai trascorsi di Troest, Mantovani, Orlandi Calderoni, Casarini, Sciaudone, Maniero, Sansone, etc… non abbiano bisogno di “balie” per arrivare a guadagnarsi una stiracchiata sufficienza in termini di classifica finale.

Però devo riconoscere che non è concepibile che dopo una partita casalinga di tale importanza, persa in questa maniera, non venga nessun dirigente a parlare, lasciando il solo Di Carlo ad esternare la delusione (innanzitutto sua) per una squadra che non risponde nemmeno alle sollecitazione di un mister tra i più quotati in categoria.

Basta così, non ho davvero più voglia di scrivere altro. Meglio il fresco (si fa per dire…) mattutino della campagna dietro Sant’Agabio nella speranza almeno di incontrare “Hod” per piangere sulle spalle azzurre del nostro amico e del suo compagno di sudate…Volete qualche motivo di speranza? Ve ne lascio uno, se tale si può definire. Secondo me 49 punti bastano ed avanzano per la salvezza diretta. 49 punti vogliono dire 3 vittorie nelle ultime 5 giornate

Certo… un’utopia per la squadra vista contro Ternana e Venezia… ma non per il Novara ammirato a Bari.

Ci vogliamo provare? Anzi, ci volete provare? Perché, credetemi, da fuori non si può fare altro che rivolgersi ancora una volta al buon cuore (azzurro) di San Gaudenzio… ammesso che il Nostro Santo Patrono non abbia davvero di meglio da fare che provare a salvare una squadra che forse è la prima a non credere nella salvezza…

Ho finito davvero le parole… me ne restano soltanto tre… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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