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sabato 05 giugno 2021 - 20:32
di Massimo Barbero

Vent’anni dopo il Novara si affida ad un (involontario ed inconsapevole) emulo di Sergio Borgo. Il lavoro spiegato dal direttore generale Civitarese altro non è quello che il buon Sergione (con metodi meno professionali, ma più originali) fece a partire da marzo 2001 quando rianimò in corsa un gruppo di calciatori che rischiava seriamente di essere relegato all’ultimo posto.

“Sono un demiurgo che plasma la materia” ripeteva il ds prima e dopo lo spareggio di Fiorenzuola disorientando un po’ tutti noi che dal calciomercato ci aspettavamo soprattutto un centravanti che la mettesse con regolarità in fondo al sacco.

Invece Borgo vinse la sua scommessa riproponendo i vari Polenghi, Morganti, Colombini, Notari, Braiati, Brizzi, Iuliano, Forlani… non più “brutti anatroccoli” ma elementi di una squadra costruita con un ritorno ad effetto (Bini), tanti altri giocatori pescati in serie D (Ciuffetelli, Palombo, Franzese, Di Chiara jr, Baldini) e con un centravanti (Rubino) che a Sesto San Giovanni aveva segnato pochino. Il lavoro del Direttore con “i suoi uomini” era incessante, la sua giornata di 20 ore era fatta di chiamate per caricare i propri giocatori, a Polenghi telefonava anche in caserma per ricordargli di fare i pettorali su cui i centravanti avversari sarebbero andati a sbattere.

Potrebbe essere questo il filone del nuovo Novara che sta per nascere: una squadra costruita con elementi di prospettiva, con uomini destinati a crescere grazie ad un lavoro sulle motivazioni operato dallo staff tecnico azzurro con il supporto di un mental coach di primissimo livello.

Buona sera sono Elisa figlia di Maurizio”: Era stato questo l’attacco nella conferenza stampa di presentazione della precedente proprietà nel dicembre 2019. In questo senso in termini di comunicazione il Novara di Pavanati ha già stracciato il Novara di Rullo. Non che ci volesse molto…

Nei mesi scorsi abbiamo diffidato parecchio di Pavanati ed invece il nuovo proprietario si è presentato al fianco di quattro figure di primissimo piano sulle cui serie intenzioni non è davvero possibile avanzare dei dubbi.

Dunque la partenza della nuova proprietà non poteva essere migliore, ma ora comincia la settimana chiave con la scelta del direttore sportivo e dell’allenatore.

Quando leggo il nome di Fiorin come nuovo condottiero del Novara penso che la soluzione ideale ce l’avremmo già in casa con Borghetti e Manari referenti tecnici e Banchieri mister in panchina. Chi meglio di loro saprebbe valorizzare il materiale umano già presente in rosa come è successo nel girone di ritorno del campionato concluso ad inizio maggio? Probabilmente si andrà in un’altra direzione ed allora mi chiedo perché non puntare su uno dei due ex azzurri che da direttori sportivi hanno fatto molto bene in questi anni? Mi riferisco (in rigoroso ordine alfabetico) a Luca Matteassi e Raffele Rubino.

Matteassi ha portato il Piacenza con pochissimi mezzi ad un passo dalla B eppoi è andato a Modena dove ha disputato un’altra stagione molto positiva in un girone difficile. Rubino non può essere giudicato per quello che è successo a Livorno, ma a Trapani fin tanto che ha potuto lavorare con serenità ha ottenuto grandi risultati.

Di certo bisogna evitare pericolose invasioni di campo. Nel senso che dev’essere il nuovo direttore sportivo a scegliere l’allenatore ed ad operare per la costruzione della squadra. Ruoli chiari e ben delineati sono alla base di qualsiasi successo nel mondo del calcio. Soluzioni ibride generano solo confusione ed uno scarico di responsabilità se le cose dovessero andare male.

Nel complesso le prospettive sono molto più incoraggianti rispetto a due-tre settimane fa quando ero decisamente preoccupato per il futuro del Novara Calcio. Per fortuna è finito il tempo in cui sbucava fuori una cordata al giorno e la cessione societaria ha avuto lo sbocco più logico con la cessione all’unico pretendente che abbia davvero avuto tempo e possibilità per valutare i conti del club e decidere di intervenire di conseguenza.

Mi auguro anche che il progetto “Cittadella dello Sport” non venga definitivamente accantonato, ma possa essere riproposto dando ulteriori stimoli agli attuali proprietari ed a nuovi investitori disposti ad affiancarli. Al proposito rivolgo un appello ai novaresi più facoltosi: non è mai troppo tardi per dare una mano concreta alla propria squadra di calcio. In questo anno e mezzo di trattative con referenti napoletani, argentini, milanesi, torinesi etc… i grandi assenti sono proprio gli imprenditori della nostra città

Chiudo con un bilancio finale dell’era Rullo. Dal punto di vista sportivo merita un 5 perché è riuscito a rovinare una squadra che l’anno scorso ha giocato la semifinale play off gravandosi di costi rilevatisi inutili ed insostenibili. Il bel girone di ritorno e la lucidità delle scelte compiute a gennaio non valgono la sufficienza. Il voto però si abbassa ulteriormente se consideriamo le vicende extracampo che hanno portato il Novara alla luce dei riflettori dei media per storie davvero spiacevoli come quella che ha visto protagonista l’allora presidente Cianci.

Speriamo di aver davvero voltato pagina e che stia per cominciare una stagione serena con le porte dello stadio verosimilmente aperte… Forza Novara sempre!!!

Ps: la sconfitta di Vercelli ha probabilmente spazzato via le ultime speranze della nostra Primavera di partecipare alle Final Four di Sassuolo perché non basta conquistare il primo posto per accedere all’atto conclusivo di una manifestazione molto compressa. Faccio comunque grandi complimenti a Marco Rigoni per l’eccellente lavoro svolto in un’annata sicuramente difficile per il settore giovanile. Lui, mister Russo ed i ragazzi in maglia azzurra (che sabato con l’Alessandria si giocheranno il primato) hanno tenuto in alto i nostri colori.

Massimo Barbero

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