’Ndua ’nduma... Ascoli
martedì 02 novembre 2010 - 16:25
di Luca Armilli
Ci troviamo di fronte ad una trasferta sicuramente sconosciuta ai più giovani, visto che manca da parecchio tempo. La città vanta la reputazione di essere molto particolare, la curva è stata tra le più belle del girone durante i suoi periodi di massimo splendore, classico tifo all'italiana con tamburi e bandieroni ed un settore sempre gremito. Sono però cambiati i tempi e la tifoseria (sia numericamente che a livello di colore) è molto calata, ma la possibilità di presenziare in uno stadio "nuovo" renderà le ore di viaggio per giungerci meno pesanti. Dai che ‘nduma.. Tutti ad Ascoli !
La squadra: L’Ascoli Calcio può vantare di essere uno tra i club più antichi d’Italia, è stato fondato infatti nel 1898 da 12 giovanissimi ragazzi. E’ la squadra più titolata delle Marche, vanta infatti 16 stagioni giocate nella massima serie ed altre 16 in serie B. Niente male considerando che la città ha una popolazione di poco superiore ai 50.000 abitanti. Nella stagione 1979-80 si è classificata persino 5a in serie A, a soli 4 punti di distacco dalla Juventus che si posizionò alle spalle dell'Inter, vincitrice del suo 12esimo scudetto. Il periodo di maggior splendore calcistico per l’Ascoli fu sotto la presidenza di Costantino Rozzi, nelle annate dal 1968 al 1994. Per onorare il tanto amato presidente dopo la sua morte, avvenuta il 18 dicembre 1994, in più di un'occasione la squadra - nei giorni ricorrenti l’anniversario della sua scomparsa - ha giocato con i calzettoni rossi, come da tradizione dello stesso Rozzi, che per scaramanzia usava sempre calze di quel colore... a quanto pare con ottimi risultati.
La Città: Si dice venne fondata da una popolazione molto antica, i Sabini, che come altri popoli italici aveva una particolare tradizione. Quando la comunità attraversava momenti difficili come il succedersi di avvenimenti negativi, i ragazzi nati dal primo marzo al trenta aprile, giunti all'età dell'adolescenza, venivano allontanati per crearsi una loro comunità in luoghi molto distanti. Probabilmente per non scoraggiare questi giovani, venivano convinti di essere protetti da animali sacri e avrebbero dovuto seguirne così i loro segnali. In diversi antichi scritti viene citata la storia di un gruppo di Sabini che, guidati da un picchio, arrivarono in un luogo delle odierne Marche, dove unendosi agli abitanti locali diedero vita al popolo dei Piceni. L’etimologia della parola sarebbe infatti “quelli del picchio”.
Lo stadio: Progettato e realizzato dall'Amministrazione Comunale nel 1955, è dedicato a Cino e Lillo Del Duca; i due infatti furono presidenti onorari dell'Ascoli dagli anni ‘50 a quelli ‘70. L’impianto, inaugurato solo nel 1962, è stato ampliato nel 1975 dove la capienza è stata portata a 40.000 persone. Attualmente è omologato per soli 20.000 spettatori. La struttura è molto bella, peccato soltanto per la presenza della pista d’atletica che allontana le gradinate dal campo; ad ogni modo va comunque sottolineato che l’altezza dei settori rende questo difetto meno percepibile.
Piatti tipici: Quando pensiamo a questa città tutti associamo Ascoli alle famosissime olive, ripiene di carne, impanate in farina, pangrattato e successivamente cotte in olio bollente. Già amatissime in tempi remoti, si dice che fosse l'aperitivo preferito di “Nerone”. Tra i vini tipici da citare il “Falerio dei Colli Ascolani”, che oltre all’ottima qualità rappresenta anche un prodotto storico. Quest'ultimo infatti è la testimonianza vivente della fama che, fin dai tempi della Roma Imperiale, avevano i vini di questa zona, già allora tra i più pregiati.
La Tifoseria: La curva ascolana ha una storia degna di nota nel mondo del tifo organizzato. Negli anni ‘70, infatti, la curva era popolata da uno dei primi gruppi ultras, la “Falange d’assalto bianconera”. La svolta arrivò 4 anni dopo con la fondazione del famoso “Settembre Bianco Nero”, gruppo trainante per più di trent’anni della curva ascolana. Il braccio destro dei “Sbn 74” fu da sempre il gruppo dei “Black Warriors” che per politica, stile e mentalità, li unì nelle trasferte per l’Italia fianco a fianco come fratelli, rendendo compatta e numerosa la tifoseria ascolana. Nel 2005 ci fu un epocale cambiamento di gestione nella curva sud. Durante la stagione precedente venne l’idea di unificare tutti i gruppi (Stra Kaos, Ascolizzati, Ultras Picchio, Boys, Nuova Guardia, Arditi e molti altri) sotto il nome “Ascoli Piceno Ultras”. La proposta venne appoggiata quasi da tutti, tanto che la maggior parte degli striscioni venne sostituita con la nuova denominazione. La novità, però, non convinse gli storici “settembrini”, che non volevano abbandonare il loro striscione e si creò una forte spaccatura. Gli storici “SBN74” si posizionarono nel settore alto della curva e gli “Ascoli Piceno Ultras” in basso dietro la loro pezza. Negli anni precedenti, lo striscione del gruppo era molto curato e di grosse dimensioni, ma a causa gli ultimi provvedimenti (che non fanno entrare nulla se non autorizzato tramite fax), decisero di andare avanti portando il più piccolo stendardo “A.P”. Ottimi rapporti con la curva della Triestina e della Reggina; esisteva un'amicizia tra i Granata Korps ed i Settembre BiancoNero, mentre i Black Warrios (che si sciolsero nel 2006) erano particolarmente legati alla curva laziale, con diversi incontri sia ad Ascoli che a Roma, in particolare nel derby capitolino. Rivalità con Sambenedettese, la vicina Ancona, Verona, Salernitana, Catania, Teramo e gli odiati interisti, a seguito di un disordine avvenuto nel 1988 dove un tifoso ascolano perse la vita.
Luca Armilli |