’Ndua ’nduma... Vicenza
mercoledì 16 marzo 2011 - 22:08
di Luca Armilli
Un’altra volta in Veneto ! Questa volta, però, la città ospitante non ci vedeva protagonisti da diversi anni. Dopo la larga rappresentanza azzurra in quel di Bergamo, nella sfida con l’Atalanta, dentro il settore o all’esterno… senza tessera, in alto i nostri colori anche a Vicenza !
La città: l’etimologia di Vicenza non è certa. In epoca romana si ha la certezza che il nome fosse “Vicetia”, probabilmente dal termine latino “vicens”, traduzione di “Vincente”. L’importanza di questo piccolo insediamento consisteva nella posizione strategica; si trovava infatti sulla strada tra Mediolanum ed Aquileia. Città importantissime all’epoca. Fu proprio grazie a questa caratteristica che da un semplice villaggio, Vicentia diventò una vera e propria città, arricchendosi di ville, templi, uno splendido teatro ed un acquedotto locale. La piazza principale è “Piazza dei Signori”, originariamente foro romano e luogo del mercato. Ha forma rettangolare e sorge lungo il perimetro della Basilica Palladiana e della Torre Bissara. Entrambi tra i monumenti di maggior bellezza locale. Attualmente conta circa 115.000 abitanti. E’ la quarta città come densità demografica della regione, confermandosi un importantissimo centro industriale nel settore orafo e dei gioielli.
La squadra: la storia della squadra veneta è senza dubbio motivo d’orgoglio per i vicentini. Nata il 9 marzo 1902, venne chiamata inizialmente “Associazione del calcio di Vicenza”, dimostrandosi da subito squadra pericolosa, tanto d’arrivare in finale nel 1910 contro la forte e (allora) temuta Pro Vercelli, che vinse il suo terzo scudetto. Per anni alternò campionati di serie B e C, a sparute comparse in prima serie. Il vero periodo d’oro della squadra fu dal 1955 al 1977. Vent’anni di fila in serie A rappresentano davvero uno storico successo per la città veneta, che comincia in questo modo ad affezionarsi sempre più ai propri beniamini biancorossi. Gli anni ‘80 invece furono meno gloriosi, quasi completamente passati in serie C1. La vera riscossa avvenne nel 1995 con il ritorno dei veneti in serie A, vincendo l’anno successivo persino
la Coppa Italia e battendo in finale il Napoli 3-0. L’anno successivo fu ancora più stupefacente. Il Vicenza si guadagnò la finale della Coppa delle Coppe, battendo squadre famose e temute anche a livello nazionale. Vennero eliminati di misura dal Chelsea, che si aggiudicò successivamente il torneo. Il capocannoniere della coppa fu proprio un vicentino, il bomber biancorosso Pasquale Luiso. Attualmente si trovano in serie cadetta da 10 stagioni.
Lo Stadio: costruito nel 1935 andò a sostituire il vecchio campo di “Borgo Casale”, creato nel 1911. Bombardato negli anni della seconda guerra mondiale era stato reso impraticabile, tornando agibile nel giro di qualche mese, per lo meno per quanto riguarda il terreno di gioco. La visione della partita dal suddetto stadio è ottima, grazie al fatto che i settori sono a ridosso del campo. Attualmente può ospitare quasi 12.000 spettatori. La curva sud è quella dei tifosi di casa, mentre il settore nord è riservato alla tifoseria ospite. Proprio in questi giorni si sta discutendo della possibilità di un nuovo stadio per i tifosi lanieri, sullo stile di quello in creazione per
la Juventus. Lo stadio si trova poco distante dal centro della città e può essere raggiunto anche a piedi.
I Piatti tipici: un primo piatto molto rinomato è il risotto con i “bruscandoli”, ovvero i giovani germogli del luppolo, raccolti lungo i sentieri dei boschi della zona. Per secondo non si può tralasciare (per gli amanti del genere) il baccalà alla vicentina, un piatto molto antico, la cui particolarità consiste nel fatto che il pesce viene servito su un letto di polenta. I vicentini vengono spesso denominati spiritosamente “magna-gatti”, in riferimento ad un antica leggenda che vorrebbe l’animale domestico un piatto prelibato dei veneti. In risposta i pasticceri locali spinti da una simpatica autoironia, hanno creato un dolce denominato “la gata”, utilizzando ingredienti tipici ed un goccio di grappa che, a loro detta, non deve mancare mai. Il vino migliore per accompagnare le pietanze tipiche si dice sia il “Tocai rosso”, dal tipico profumo intenso e caratteristico.
La Tifoseria: nei primi anni ‘70 venne a crearsi quasi spontaneamente un gruppo ultras: si parla di un centinaio di persone a centro curva, con sciarpe e materiale ancora cucito a casa, come era uso comune fare una volta. Il primo gruppo ufficiale fu quello dei famosi “Vigilantes 1978”, nome ripreso dai famosi cacciatori di taglie americani. Fino al 1982 in curva coesisterono con un altro gruppo, i “Red White Panthers”, che una volta sciolti lasciarono integralmente spazio in curva al gruppo portante. Dopo diversi anni di stallo, intorno ai primi anni novanta, con la risalita della squadra in serie più prestigiose, anche la curva riprese il vigore di un tempo. I “Vigilantes” portarono nel ‘96 ben 8.000 tifosi a Milano e 10.000 a Verona l’anno successivo, assieme a tante altre memorabili trasferte che restano tuttora un vanto nella storia di questo club. Un altro gruppo che affiancò quello principale fu i “Fabjo Group”, nato nel 1990 in memoria di un ragazzo scomparso, formato da diversi vecchi appartenenti ai “Vigilantes”. Curioso che nel loro storico striscione vi fosse la presenza di due bande biancoazzurre ai lati. La motivazione di tale scelta si dice che sia legata allo storico gemellaggio della curva vicentina con i pescaresi. Come nel lontano 1978, attualmente in curva sono ancora presenti i “Vigilantes”, accompagnati da altri sottogruppi come gli “Old Fans” ed i “Caneva Berica”. Pessimi rapporti con le tifoserie di Verona, Napoli, Triestina, Juventus e Brescia in particolare. Come già detto precedentemente, invece, solido gemellaggio con la curva pescarese, ma anche ottimi rapporti con Cremonese, Udine e con i tifosi della Reggiana.
Luca Armilli |