L'editoriale di Coppa
mercoledė 30 novembre 2011 - 10:16
di Massimo Barbero
La Coppa è servita ad accrescere ulteriormente la nostra autostima. Più che la “riconquista” di San Siro ci devono far sorridere le tante cose buone viste ieri sera sul campo del Catania. Dunque Samir Ujkani è tornato. Molto prima di quanto potessimo aspettarci. Con un coraggio ed un tempismo nelle uscite che fanno sembrare quell’infortunio con il Bologna soltanto un brutto sogno. Garcia e Labrin non sono “oggetti misteriosi” ma ragazzi con delle potenzialità che vanno aiutati a crescere, incoraggiandoli anche nelle serate meno brillanti, come quella in cui è incappato l’argentino col Siena. In particolare Garcia ieri sera ha dimostrato di meritarsi la chance Olimpico. Ed ha convinto molto anche e soprattutto come centrale di sinistra nella difesa a tre proposta inizialmente da Tesser.
E veniamo all’attacco. Nel dopo Marassi ho difeso strenuamente Meggiorini. Aveva fatto una sciocchezza colossale, ma sul piano tecnico aveva dimostrato, ancora una volta, tutte le sue qualità. Acquisto sbagliato? Tutt’altro. Piuttosto un giocatore (giovane ma non giovanissimo) che deve imparare ad indirizzare tutto il suo grande talento nella maniera giusta, senza perdersi in quei labirinti che finora ne hanno parzialmente frenato l’esplosione a livelli assoluti. Mi ha fatto molto piacere vedere Granoche segnare un gol tanto spettacolare. I segnali c’erano stati già nelle scorse settimane e finalmente è arrivata la prodezza che può far sbloccare davvero un attaccante che nella Triestina non perdonava le difese avversarie.
La partita di ieri mi ha ricordato quella di Cesena di un anno (abbondante) fa. Come allora Tesser ha varato una formazione più attenta alle logiche di un sacrosanto turn over che non agli equilibri di campo. In Romagna la svolta era arrivata con l’uscita dello sfortunato Ventola e l’ingresso di “Ciccio” Evola che ci aveva restituito un più logico 4-3-1-2. In Sicilia le sostituzioni della ripresa hanno cambiato volto al Novara. L’inserimento di Porcari e Mazzarani è stato il chiaro segnale: “Ora andiamo a giocarcela”. E non certo per demerito di chi è uscito. Ma perché quel centrocampo iniziale era giocoforza composto di elementi poco versatili, che finivano con il sovrapporsi tra loro. Con dentro un incontrista puro ed un rifinitore vero la musica è cambiata. E le abbiamo suonate al Catania che non era certo il miglior Catania, ma comunque una formazione competitiva, convinta di passare facilmente il turno davanti al pubblico amico. Ed invece aveva di fronte un Novara che si sta sempre più calando nella realtà della serie A. Non siamo più la formazione di settembre che alternava qualche momento spettacolare a lunghe a pause. Siamo diventata una squadra “vera” di A. Con innegabili limiti, ma anche con la consapevolezza di potersela giocare con tutti. Niente punti dunque… ma un po’ di fiducia in più per affrontare il ciclo di ferro… Nella speranza che a San Siro si torni a gennaio… per non intasare troppo di impegni un calendario che dal 5 al 21 dicembre ci vedrà andare in campo comunque quattro volte, con una rosa ahinoi ridotta dai numerosi infortuni.
L’ultima nota è per il solito Baracani che, dopo una direzione obiettivamente impeccabile, ha prolungato immotivamente il recupero del recupero (una sostituzione vale 30’’ aggiuntivi). Con il risultato di trovarsi a gestire una situazione carica di tensione che avrebbe tranquillamente potuto evitare semplicemente applicando il regolamento. Così anche stavolta ha difeso il suo primato… almeno un espulso (a Cittadella persino il medico sociale) ad ogni gara degli azzurri arbitrata… Forza Novara sempre!!!! |