La lente d'ingrandimento
lunedė 30 gennaio 2012 - 15:02
di Simona Ragusa
Tentare il tutto per tutto. Non ha altre alternative Attilio Tesser che rimescolare i giocatori a sua disposizione, puntare su un modulo che evidenzi maggiormente le qualità dei singoli ed affidarsi agli uomini che possano fare la differenza con le loro giocate. Questi uomini sono Caracciolo, Mascara, Rigoni ed anche Morganella, che nella posizione più avanzata può dare un contributo rilevante alla manovra. E così il Novara sceso in campo a Palermo sfoggia un 4-2-3-1 che non avevamo ancora avuto modo di vedere ed apprezzare. Sì, apprezzare, perché nella prima mezz’ora di Palermo-Novara gli azzurri hanno convinto sotto l’aspetto del gioco e della determinazione. Hanno impensierito almeno in tre occasioni la retroguardia siciliana e lo hanno fatto puntando su Caracciolo, che nel modulo scelto doveva rappresentare il punto di riferimento di ogni manovra. E così è stato. Almeno per la prima mezz’ora, in cui Porcari ha servito un ottimo assist all’airone al 5’. Al 15’ l’assist è arrivato dai piedi di Mascara, mentre dieci minuti dopo Caracciolo si è fatto largo da solo liquidando Silvestre ed è poi stato fermato da un ottimo Viviano in uscita. Insomma, la vivacità espressa dal gioco degli azzurri ci aveva fatto sperare, ma alla fine ci ha solo illuso. Perché con due ripartenze, il Palermo ci ha sorpreso, colpito e punito. Sotto di 2 reti il Novara non ha mollato, ma le manovre imbastite con troppa timidezza e scarsa convinzione non hanno mai sorpreso la compagine avversaria, impegnata a difendersi senza affanni e affidando ai suoi uomini migliori il controllo di un risultato ormai saldamente in tasca. Per sperare nel miracolo compiuto all’andata contro i rosanero, il Novara avrebbe dovuto ingranare una marcia in più e affrontare la ripresa con maggiore aggressività, ma con il passare dei minuti l’atteggiamento, seppur non arrendevole, è stato quello di una squadra che con orgoglio è rimasta in partita ma consapevole di come il copione fosse ormai scritto. Lo stesso copione visto e rivisto nelle domeniche passate. E così, né l’innesto dei nuovi, giunti grazie al mercato invernale, né un modulo rinnovato hanno permesso a Tesser di proseguire con un po’ più di ottimismo in questo campionato che in Chievo e Cagliari, prossime avversarie, vede le nostre ultime chances per smuovere la classifica e non staccarci ulteriormente dalle dirette concorrenti che, a differenza nostra, seppure a singhiozzo, ogni tanto rosicchiano qua e là qualche punto importante che permette loro di crederci e tenere aperta la porta della speranza.
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