Paolo's Version
martedė 20 marzo 2012 - 10:29
di Paolo Molina
Finalmente, dopo aver firmato un nuovo contratto milionario con l'amministratore del sito Danny Faranna, torno a scrivere su questa testata. Mi è costato parecchio tacere in queste settimane ma la diatriba tra i nostri legali ci ha impedito di continuare serenamente la collaborazione. Ora pero’ è tutto risolto. PS: ovviamente sto scherzando! Ero rimasto al 1° febbraio. Tantissima acqua è passata sotto i ponti ed anche io ho osservato, come tutti voi, l’evolversi della situazione in casa Novara Calcio. Dopo tutto quello che è accaduto, compreso l’interregno di Mondonico, come possiamo ‘porci’ di fronte alle partite che ci rimangono da giocare? I giocatori e Tesser sostanzialmente dicono "viviamo alla giornata dando il massimo e vediamo cosa succede". Sono convinto che, bene, non capiscano neppure loro cosa sia successo, in positivo si intende. Porto a testimonianza il Tweet di Jimmy Fontana di domenica sera. Testo: "Quando scopriro’ il segreto del calcio, ve lo faro’ sapere". La mia opinione è che il "segreto del calcio" sia chiuso dentro la calotta cranica. Ma a ben pensarci forse non solo il segreto del calcio. Credo che sia stata una somma di fattori (compreso il rientro di Lisuzzo) ad avere agito. Forse a bocce ferme lo capiremo meglio. Ora siamo in ballo, tutti. E balliamo.Come ‘ballare’ nel modo migliore? La mia ‘proposta’ deriva da cio’ che mi è capitato di leggere in un un blog, giorni fa: "L’utopia è come l’orizzonte: irraggiungibile, ma serve per continuare a camminare". E’ una frase del poeta e scrittore uruguayano Eduardo Galeano. Mi piace parecchio. Credo che tutti noi, in queste settimane, fossimo alla ‘ricerca del nostro orizzonte’.. Ma, attenzione, se guardiamo troppo lontano ci facciamo solo del male. E’ la legge del "pensiero Obliquo" del grande allenatore di basket Bianchini che più volte l’amico Dado ha citato sul nostro muro. Devi porti un obbiettivo relativo, del tipo "finiamo il primo tempo senza lasciargli lo spazio per più di tre tiri da tre". Conseguito quello, ragioni sul cosa fare "dopo". In poche parole, riassumento, la vedo cosi: noi abbiamo una inconfessabile Isola di Utopia da raggiungere. Ma in realtà non dobbiamo pensare ad essa in modo ossessivo. L’Isola ci serve per "andare avanti", perché sappiamo che esiste da qualche parte, là fuori. Nel quotidiano viviamo perseguendo piccoli obbiettivi. Che potrebbero essere, per Caracciolo (visto come è andata a Siena): "Oggi voglio fare più di due ‘sponde’ per i miei compagni centrocampisti che arrivano da dietro, inserendosi". Per Lisuzzo impedire che gli avanti del Lecce possano fare lo stesso gioco che è l’obbiettivo (obliquo) di Caracciolo. Eccetera….E poi ci dev’essere il "pensiero obliquo" di squadra, ovviamente. A questo penserà Tesser. Lontano e vicino. Vicino e lontano. E’ dentro la scatola cranica, caro Jimmy, il "segreto del calcio"…… |