L'editoriale del 6/5/2012
domenica 06 maggio 2012 - 21:33
di Massimo Barbero
Il popolo azzurro meritava un’ultima gioia casalinga… Mi è venuto un po’ di magone quando ho visto scendere le squadre in campo, accompagnate da un entusiasmo da fare invidia ad una finale play off… Invece era solo il degno saluto alla serie A da parte di una piazza che ha dimostrato una maturità straordinaria. Sugli spalti la gente ha vinto un altro campionato. Forse ancor più “suo” che nelle ultime due stagioni quando, di tanto in tanto, riaffiorava qualche residuato di scetticismo novarese, fatto di mugugni e luoghi comuni “tanto non vogliono salire…”. Stavolta invece la squadra ha sempre giocato in casa, in tutto e per tutto. E soprattutto da febbraio in poi quando ci siamo resi conto che l’impresa diventava, di settimana in settimana, sempre più al di fuori della nostra portata. Mi spiace davvero che i media nazionali non abbiano valorizzato a dovere uno spettacolo che ha riscattato l’immagine isterica del calcio italiano. Non tutte le storie belle… debbono per forza essere scritte in Premier... La nostra vittoria odierna è stata sacrosanta. Oltre ai tre gol abbiamo colpito tre pali e creato un’infinità di occasioni (senza contare un altro paio di penalties negati). Era tempo che il Cesena non perdeva tanto nettamente. Forse con Beretta non l’aveva mai fatto. Al di là delle assenze, la partita di oggi ha dimostrato che nel corso di questa stagione Tesser è riuscito a dare ai suoi un’impronta di gioco ben superiore a quella dei romagnoli e, forse, di altre squadre che ci precedono in classifica. Per abbozzare un esempio concreto, il Cesena ha fatto una figura decisamente migliore contro la Juventus, badando soltanto a difendersi ad oltranza. Ma quando Comotto e compagni vanno sotto è molto difficile che riescano a rientrare in partita. Rispetto ad altre formazioni ci è mancata un po’ di organizzazione difensiva e di malizia in certe situazioni. Forse è il retaggio di due campionati vinti con una squadra che pensava soprattutto a far gioco e non tanto a contenere. Però dal momento del ritorno in panchina di Tesser in poi abbiamo raccolto 15 punti in 11 partite, con una media da tranquillo centroclassifica. E sempre affrontando a viso aperto tutti, a costo di incassare qualche sconfitta vistosa. Nel complesso ad una giornata dalla fine abbiamo raccolto gli stessi punti (32) del Brescia dell’anno scorso che rappresenta il nostro più credibile termine di paragone (anche le “rondinelle” erano salite dopo i play off, ma al mercato estivo avevano piazzato colpi importanti e costosi). Non si può certo essere contenti dei risultati ottenuti, ma obiettivamente credo che la rosa azzurra si sia avvicinata molto al proprio massimo rendimento possibile. La salvezza sul campo sarebbe potuta arrivare solo a seguito di una serie di coincidenze positive: 1) qualche acquisto estivo azzeccato in più; 2) una maggiore fortuna in termini di episodi ed infortuni che indubbiamente ci è mancata 3) la crisi anticipata di qualche grande che ci avrebbe indotto a provarci con maggiore convinzione (non dimentichiamo che fino a Pasqua lo stesso Genoa era praticamente salvo e comunque fuori dalla nostra portata). Durante la partita di oggi mi sono chiesto, ovviamente in prospettiva, se il Cesena che stavamo dominando valesse più o meno di una media squadra di B. A mente fredda provo a darmi la risposta: in difesa e centrocampo i romagnoli erano persin più competitivi di un onorevole formazione da serie cadetta. Ma a loro mancava qualcosa in attacco (chessò uno Sforzini o un Cacia sarebbe stato un lusso per il Cesena visto oggi…) e soprattutto la cattiveria agonistica che ritroveremo in serie B, quando, bene o male, saremo una “nobile decaduta”. Prima però ci aspetta un’altra estate di fuoco. E questa volta purtroppo non legata a play off o altro, ma a quello che uscirà dall’inchiesta di Palazzi, da domani in poi. Mi soffermerò in altra sede su considerazioni più specifiche. Stasera dico solo che anche un solo punto di penalizzazione mi addolorerebbe molto. Perché non lo merita una società che ha sempre fatto del rispetto delle regole e degli impegni con i propri tesserati una priorità assoluta, a costo di risultare impopolare con chi vorrebbe solo presidenti spendaccioni... E sarebbe una ferita terribile per la gente che ho visto allo stadio oggi, orgogliosa di portare addosso i colori azzurri, a dispetto della retrocessione. Comunque c’è ancora una serata a San Siro da onorare… Sarebbe bello riportare in massa le nostre bandiere nella “Scala del calcio” con lo stesso entusiasmo del gennaio 2010, all’inizio del sogno. Mentre scrivo non è ancora cominciata la doppia sfida serale che forse deciderà l’assegnazione dello scudetto. In un caso o nell’altro, spero di vedere un Novara orgoglioso anche sul campo del Milan. Non ho dimenticato la delusione per la gara con la Juve di domenica scorsa… Né la supponenza rossonera dopo il largo 3-0 in casa nostra nel giorno di San Gaudenzio… Per questo spero che il nostro congedo dalla serie A sia degno del carattere di questa squadra… Comunque vada saranno ancora applausi… Forza Novara sempre! |