IL PAGELLONE AZZURRO
domenica 13 maggio 2012 - 17:00
di Matteo Francesco Faranna
In una giornata in cui, pur nella sconfitta, il Novara esce a testa altissima da San Siro congedandosi dalla Serie A, scegliamo di non fare le pagelle della partita che di per loro sarebbero assolutamente pleonastiche. Lo stesso anche perchè oggi il verdetto del campo (per la terza volta in tre confronti Milan-Novara a San Siro termina per i locali col medesimo punteggio di 2-1) non poneva in palio nulla se non l'onore e l'ardore per una maglia che nonostante la retrocessione i ragazzi hanno dimostrato di saper meritare. Per questo, oggi, al termine di questo viaggio non ci sentiamo di dare voti, di proporci in inutili disquisizioni tattiche che lascerebbero il tempo che trovano. Semplicemente ci sentiamo di ringraziare questi ragazzi che, sino all'ultimo, hanno tenuto testa e lottato, corso, e soprattutto onorato maglia che portano addosso. Nella speranza che possano ritronare sempre con la stessa maglia, quella azzurra, tornare a cavalcare il palcoscenico più prestigioso: quello della Serie A! GRAZIE COMUNQUE RAGAZZI PER QUEST'ANNATA!
FONTANA: si è trovato titolare in due differenti momenti del campionato complice gli infortuni occorso a Ujkani sapendosi quasi sempre far rispettare nostante qualche ruggine. In un'annata non certo positiva per i colori azzurri (sotto tutti i punti di vista) e, complice gli ultimi fatti di cui non si desidera parlare qui ora, nemmeno per lui, ci ha sempre messo l'anima forte di quell'entusiasmo e di quel raziocino che solo un veterano può vantare. GARCIA: lo avevamo visto all'opera in una sera ancora non troppo fredda sul finale di ottobre contro il Siena e davvero pareva arrivasse da un altro mondo. Lento, impacciato, sempre fuori posto. Dire che fu estremamente l'immagine che diede fu estremamente riduttivo. E, invece, si sa come funzionano queste cose: con la calma, con il sudore, con il lavoro si è conquistato prima il posto da titolare, poi la stima dei tifosi diventando un leader della difesa. Girone di ritorno disputato alla grande consacrato con la gioia del goal (il primo per lui in Serie A) a San Siro. CENTURIONI: andando a memoria, non aveva mai disputato così tante partite (dall'inizio o scampoli) sin da quando fu acquistato ai tempi della Serie C. Chiamato in causa praticamente si dall'inizio complice le defezioni di più o meno tutti i suoi compagni si è sempre fatto valere. a quasi quarant'anni si è dimistrato un valore aggiunto per la squadra azzurra. Non potevamo chiedergli di più: quello che ha fatto è già tanto e non possiamo che ringraziarlo. Voci di corridoio lo danno a fine carriera. In ogni caso, complimenti e auguri per tutto. LISUZZO: ecco, forse uno tra i principali rimpianti di inizio stagione. Non è detto che... poichè con i se e i ma la storia non si fa, diceva un vecchio adagio! Detto ciò averlo avuto sano e integro sin dall'inizio probabilmente ora staremmo qua a parlare di altro. O, forse, satremmo staremmo qua a ... Il Sindaco è mancato e parecchio, e quando è tornato ha fatto vedere a tutti, anche nella massima serie, il suo valore temperamentale al centro della difesa. Colonna, baluardo, con lui speriamo di ripartire. MORGANELLA: sì è vero, proprio chi scrive, da questo sito, lo ha criticato in più di una circostanza. Del resto le prestazioni, alcune davvero sciagurate, sono state sotto gli occhi di tutti. Però il ragazzo ha comunque talento. Corsa, forza fisica. Probabilmente se non si brucia e non si perde in questo tempo a venire, potremmo vederlo fra qualche anno come una colonna in Serie A. Forse, magari, ancora con la maglia azzurra. Anche se probabilmente sarà difficile. aArteficie anche lui del doppio salto, merita un ringraziamento particolare. GEMITI: lui, l'uomo italo-tedeso, che c'è e non c'è, che si vede ma non troppo. Che trottola sulla fascia assieme a quel numero dieci con cui ha un'intesa connaturata in corpo che quest'anno è purtroppo, complice la caratura tecnica altrui, venuta spesso meno. Pur nelle difficoltà ha lottato e ci ha regalato prestazioni più che discrete. Difensore esterno o mezzala che sia mai una parola fuori posto, sempre a disposizione. E' questo che ci piace a prescindere da tutto. PESCE: lo abbiamo visto per la prima volta all'opera in quel match di Catania a fine novembre e lì fece bene. Si è guadagnato, sul campo, da gennaio in poi, i gradi di leader: gran combattente, mastino di centrocampo, dinamico, sempre presente e vivo, sempre pronto ad accompagnare l'azione. Restasse sarebbe un grande affare per l'anno a venire. PORCARI: davanti alla difesa non ha brillato all'inizio. Per almeno una buona prima parte di campionato non sembrava lui: spesato, sopraffatto dagli avversari, timoroso e indeciso nei contrasti. Poi, complice anche lo spostamento di ruolo, è tornato lui. E col ritorno di Tesser si è rivisto il Porcari che tutti conoscevamo. Probabilmente ha sofferto il grande salto, che non è riuscito a metabolizzare del tutto. Ciò non toglie che è stato sempre uno degli ultimi a mollare. Da capitano con la fascia al braccio. RIGONI: ogni giudizio, ogni parola sarebbe semplicemente sprecata. Ora, anche a fronte di tante ipotetiche parole, di tanti ipotetici discorsi, di tante "fanta-mercaterie", non avrebbe alcun senso implorare la sua permamenza. Ha dato tanto, tutto, alla causa azzurra. E' giusto per il bene di tutti che lui e la società facciano la scelta migliore. Ed è giusto che i tifosi accettino con la massima serenità. Per ora ci limitamo ad una cosa sola in merito a questa stagione: GRAZIE! JEDA: da fantasma ad attore non protagonista ma comunque sulla scena. Certo una stagione di più bassi che alti: da lui ci si aspettava ben altro. Ma d'altronde era difficile rimpiazzare chi se n'è andato (...). Lo ricordiamo col sorriso, quel sorriso che gli abbiamo visto sempre ma che ci sembra sia mancato almeno sino a Natale. Quando le gambe e la testa andava, spesso, in un'altra direzione. CARACCIOLO: doveva aiutare a salvare la squadra e non c'è riuscito. Di lui ricorderemo l'impegno e quel magnifico goal a San Siro contro l'Inter che rimarrà negli annali dello sport novarese. c'è il rimpianto, quello sì! Forse con lui ad inizio stagione sarebbe stato differente. Encomiabile per tutto il lavoro sporco che si è dovuto sorbire là davanti.
ALL. ATTILIO TESSER: su di lui la question è assai complessa. Ci sarebbero tanti interrogativi da porgli, da porre alla società in merito al suo trattamento. Ma lui, pur ammettendo candidamente, di aver commesso anche lui degli errori non si è mai sottratto nè alla critica nè ai tifosi. Non sappiamo se questa è stata la sua ultima panchina con la maglia azzurra: gli resta un anno di contratto e occorrerà vedere cosa decidarà la società. Per tutto, sempre e comunque, un eterno grazie anche a lui! Forza Mister!
Si permetta un omaggio ai tanti campioni che oggi hanno lasciato il calcio. In questa giornata di San Siro abbiamo assistito all'addio di "gente eterna" come Rino Gattuso e Filippo Inzaghi. Gente che a prescindere dalla maglia oggi indossata ha contribuito a far gioire una nazione intera solamente 6 anni orsono. A loro va una dedica e un ringraziamento speciale.
Matteo Francesco Faranna |