Storie di ex... Guglielmo Baldini
mercoledì 14 novembre 2012 - 12:15
....quando a Firenze si andava al "Due Strade" e non al "Franchi".... rubrica a cura di Massimo Barbero
E’ un grigio mercoledì sera di novembre 2001… Io e Paolo Molina stiamo conducendo una trasmissione teleradiofonica in un noto bar accanto allo stadio… dove il gestore non vuole saperne di spegnere il macinacaffè che ci impedisce persino di sentire le risposte dei nostri interlocutori… Siamo alla vigilia di una trasferta a Poggibonsi ed il livello di “strizza” è ancora alto… Si vince una volta ogni tanto e la classifica fa temere un altro play out dopo i brividi di Fiorenzuola. Sarebbe il quarto consecutivo… Tra gli ospiti però c’è l’esterno offensivo Baldini che scuote il nostro pessimismo: “Play out? Ma non scherziamo… Non sapete che con Borgo non si lotta per salvarsi… Noi puntiamo ai play off…”. Mai previsione fu avventata ed azzeccata assieme. Per questo Guglielmo Baldini entra di diritto nella nostra galleria degli ex. Perché in un momento nero come l’attuale non fa male rispolverare un po’ dello spavaldo ottimismo di quella sera. Oggi gestisce una tabaccheria a Massa. E vorrebbe giocare ancora: “L’anno scorso militavo in prima categoria, nel Pieve Fosciana. Ora aspetto una chiamata…”.
Borgo l’aveva “ripescato” dal Savona dove era finito dopo l’affascinante (ma incerta) avventura in Bulgaria nel Neftohimik Burgas. A Novara ha collezionato soltanto 14 partite di campionato, lasciando comunque il segno. Perchè nelle prime giornate era parso devastante. Subito in gol al debutto al “Due strade” di Firenze. Poi ancora contro il Castelnuovo Garfagnana alla quarta giornata al “Piola” quando nessuno riusciva a fermarlo... Poi cosa è successo? “In effetti ero partito molto bene… La società era già sul punto di rinnovarmi il biennale che avevo appena sottoscritto. Poi mi sono fatto male. Nulla di trascendentale, ma per la fretta di recuperare ho avuto più di una ricaduta. Mi si è formata addirittura una fibrosi. Quando sono rientrato in primavera non ero più lo stesso. Io quando non sono al cento per cento dal punto di vista fisico non riesco proprio a rendere…”.
Basta poco perché il buon Baldini diventi severissimo con sé stesso: “I giocatori veri sono quelli che anche quando non sono al meglio riescono comunque a raggiungere la sufficienza. Io invece non ho mezze misure. Quando non gioco da 8 sono da 2 in pagella… Perché non ho fatto una carriera adeguata ai miei mezzi? Per questo. E perché non troppo spesso collego il cervello alla bocca. Dico sempre quello che penso. Anche a mie spese... ”. Ci voleva uno come Sergio Borgo per tirare fuori il meglio anche da un ragazzo dal carattere cosi forte e fragile: “Con lui ho sempre avuto un rapporto straordinario. E’ una persona che trasmette un entusiasmo incredibile. Ha fatto cose eccezionali, rilanciando piazze come Pistoia, Pisa e La Spezia che erano in difficoltà. Senza dimenticare i risultati colti a Novara partendo da un gruppo reduce dai play out ed inserendo gente che arrivava dalla D come me, Palombo e Ciuffetelli. E’ incredibile che uno come Sergio sia fuori dal giro in Italia…”.
Con Di Chiara invece il rapporto è stato, sportivamente parlando, di amore-odio. Il mister romano spesso a metà ripresa inseriva contemporaneamente Baldini e Bigatti per sorprendere con la loro velocità gli avversari. Però non era quasi mai soddisfatto…: “In effetti un po’ di spazio l’ho avuto. Il problema è che non ero al meglio dal punto di vista fisico. Sono stato attaccato duramente da lui dopo l’eliminazione nei play off con la Pro Patria. Si aspettava che cambiassi la partita, ma non ne avevo… Comunque è un allenatore in grado di trasmettere grande carattere ad una squadra. Quell’anno ha fatto un grande lavoro arrivando a gennaio. Per un giocatore è il massimo avere un tecnico che ti fa tirar fuori tutta la carica che hai dentro…”. Sta di fatto che l’avventura di Baldini nel Novara e nel calcio professionistico è terminata con quell’ultimo pallone non sfruttato sotto la sud “tigrotta” ormai festante nel drammatico play off con la Pro Patria del 26 maggio 2002. E ciò malgrado un altro anno di contratto: “Con Di Chiara ormai avevo rotto e non sono andato in ritiro. E’ arrivato Foschi che non mi conosceva. Ho giocato qualche partita di coppa, ma poi ho preferito andare via…”. Erano tempi d’incertezza. I proprietari di allora, i signori Mastagni un giorno annunciavano grandi progetti, un altro si tiravano indietro: “Erano persone che avevano preso una società di calcio con l’auspicio di averne un ritorno economico. Ma questo non è possibile, tantomeno oggigiorno… Però a loro non posso dire nulla. Ho avuto tutto quello che mi spettava…”.
E così Baldini ha osservato da lontano la scalata del Novara giunto sino alla serie A: “Mi ha fatto piacere perché ci gioca Rubino che ha debuttato con me… Ma qualche rimpianto l’ho provato perché in fondo anch’io facevo parte di quella squadra… Ma sono se finito qui una ragione ci dovrà pur essere…”. Dopo tanta sincerità è tempo dei saluti fatti ancora con il cuore: “A tutti i tifosi del Novara. Li ringrazio per l’accoglienza e per come mi hanno sempre trattato. Anche quando non in campo non riuscivo più a giocare come all’inizio mi volevano bene comunque…”.
Massimo Barbero
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