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L'editoriale azzurro
mercoledė 27 febbraio 2013 - 18:03
Consueto appuntamento a firma di Massimo Barbero
Ci avremmo messo la firma. Per 4 punti in 2 trasferte come La Spezia e Terni ci avremmo messo la firma. E ce l’avremmo messa ancor più grossa per racimolare 10 punti (su 12) in 4 gare (di cui 3 in trasferta) contro Juve Stabia, Verona, Spezia e Ternana…. Per cui bando ai rimpianti ed alle recriminazioni. Teniamoci stretto questo punto che rappresenta un segnale di continuità dopo la sbornia del “Picco”. In realtà la rimonta subita a Terni è figlia dello stesso atteggiamento che ci ha portato a dilagare contro la truppa di Atzori. Sull’1-0 Aglietti non ha pensato (almeno non subito) al cambio tattico (Marianini?) che avrebbe potuto ridarci equilibrio e sostanza. Ha scelto di continuare ad affrontare a viso aperto l’avversario, convinto di avere uomini più adatti a colpire ancora nelle ripartenze che non a gestire il gollettino di vantaggio. In Liguria è stato un trionfo. Ieri, invece, abbiamo sprecato il contropiede più ghiotto per andare a fare il 2-0. Ed una leggerezza di Bruno Fernandes (ma quante ne aveva azzeccate sino a quel momento?!) ha aperto la strada alla situazione pericolosa che ha portato Colombo a commettere l’avventato fallo da rigore. Io penso che serate come quella del “Liberati” aiutino il talento portoghese a formarsi come calciatore vero più di tanti elogi sperticati. Negli spogliatoi Bruno non ha esitato un solo istante ad assumersi la sua parte di responsabilità per l’accaduto e questo gli fa onore. Al di là del punto preso, la prestazione in terra umbra è confortante per il piglio che ci ha messo il Novara. Ricordate la squadra tremebonda che a Lanciano (per non parlare di novembre…) aveva speculato a lungo sull’invitante 0-0 di partenza e sugli errori di mira dei giocatori abruzzesi? In una situazione molto simile (per la caratura dell’avversario e per le difficoltà logistiche di un impegno infrasettimanale) gli azzurri stavolta sono scesi in campo per imporre il loro gioco. Nel primo e nel secondo tempo. Fino all’1-0 di Fernandes avevamo sfiorato il vantaggio molto più di quanto avessimo rischiato la capitolazione. Una volta avanti non abbiamo smesso di giocare da Novara. Insomma Aglietti ha dato a questa squadra un’identità. E’ questa la constatazione più importante, al di là di una classifica sempre meno drammatica, ma per nulla tranquillizzante. Tra i protagonisti di Terni voglio esaltare Lisuzzo che ha giocato con un coraggio ed un’autorità da “sindaco” vero. Molto spesso siamo troppo frettolosi nell’“accantonare” chi ha scritto pagine della storia del Novara indelebili. Salvo rimpiangere ed acclamare chi ormai gioca con un’altra maglia. Non dimentico la tempra con cui Andrea ha lottato a Modena contro il Sassuolo in un momento nero per il Novara, ma nerissimo dal punto di vista umano per la sua famiglia. E’ con i fatti che si dimostra l’attaccamento per i propri colori, specialmente nelle difficoltà. Ed ora la Reggina. Sarà dura, durissima, maledettamente dura. E non è questione di pessimismo ad oltranza o altro. E’ che dopo 28 partite (due terzi esatti di campionato) ho imparato a conoscere pregi e difetti di questo pazzo, pazzo Novara. Per cui so che esprimiamo il meglio di noi stessi contro le grandi o presunte tali. E soffriamo maledettamente le partite contro le squadre che hanno in testa (come credo i calabresi) il solo obiettivo della salvezza. All’andata bastò un lancio lungo (quello che ha portato all’espulsione di Ludi) per cancellare il nostro buon primo tempo ed intaccare definitivamente le nostre certezze. Stavolta giochiamo nel nostro stadio e serve davvero il calore della gente. Anche e soprattutto se dovessero arrivare momenti di difficoltà. Bisogna vivere questa partita come un big match perché tale è per la classifica. Quella sera di giugno 2011 il Novara ha regalato alla città la più grande gioia-emozione che un tifoso possa immaginare. Credo sia giusto ricambiare cotanta adrenalina positiva andando allo stadio in massa sabato. E’ importante ricreare il catino di tante giornate esaltanti in B o in A per spingere la squadra di Aglietti verso traguardi (anche il sest’ultimo posto…) che a fine novembre parevano pura utopia. Ho appena sbirciato gli ultimi minuti di Varese-Cesena (3-2 per i biancorossi con gol all’89 di Troest) e ne ho tratto la conferma che la differenza tra squadre di alta classifica e formazioni pericolanti si è assottigliata molto. Dopo il secondo pareggio bianconero sarebbe potuta finire in qualsiasi maniera senza che ci fosse da gridare allo scandalo. D’altronde i risultati di martedì sera sono eloquenti. Per cui rimaniamo con i piedi per terra. Pensiamo prima a mettere in cantiere i punti salvezza… Se poi ci sarà tempo per altro ce ne preoccuperemo… ma non dimentichiamo mai dove eravamo la mattina dell’8 dicembre… Fuori la voce!!! Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero |
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