La storia del Novara Calcio ETTORE REYNAUDI - pagina curata in collaborazione con Paolo Malinverni . Nato a Novara, classe 1895, ha iniziato a giocare proprio nel Novara nel campionato 1911-1912 come riserva nel ruolo di mezz'ala. Il suo vero ruolo, mediano, doveva assumerlo però più tardi, nel campionato 1914-1915, quando si stabilisce definitivamente in prima squadra. La guerra lo porta poi lontano dai campi di calcio, in Macedonia ed in Jugoslavia. Al rientro lo attende un'interessante offerta da Torino, dove la Juventus lo ingaggia (si fa per dire, visto che allora soldi non ne davano certo ai giocatori) per due anni. Dal 1920 rientra al Novara, dove gioca in continuazione fino al 1927. Giocatore di grande temperamento, era soprannominato "Lettra". In campo era generoso, tutto grinta, vitalità e slancio (così lo descrivono le cronache). In nazionale maggiore esordisce il 13 maggio 1920, a Genova, in occasione dell'amichevole Italia-Olanda (1-1); entra al 46' per sostituire il vercellese Ara. Il 28 agosto 1920 la nazionale italiana esordisce alle Olimpiadi di Anversa, giocando contro l'Egitto (3-1); in quell'occasione è titolare e gioca l'intera partita con il numero quattro. Titolare è anche l'altro novarese Meneghetti. Dopo aver saltato la partita del giorno dopo contro la Francia (persa 3-1), il buon "Lettra" rientra titolare il 31 agosto 1920 contro la Norvegia, incontro vinto dopo i supplementari per 2-1. Non gioca però nella partita dei quarti con la Spagna, quando una doppietta di Sesumaga ci condanna ad uscire anzitempo dalla competizione. Era la Spagna del mitico Zamora, mentre noi schieravamo nomi "storici", come De Vecchi, Baloncieri, Viri Rosetta. Si vede che i quarti di finale con la Spagna alle Olimpiadi non ci hanno mai portato bene! Finita l'avventura olimpica, Reynaudi gioca ancora tre partite amichevoli con la maglia numero quattro dell'Italia: a Milano contro la Svizzera (vittoria per 2-1), ad Anversa contro il Belgio (vittoria per 3-2) e ad Amsterdam contro l'Olanda (pareggio per 2-2). Si può dire quindi che con lui in campo la nazionale italiana è imbattuta (quattro vittorie e due pareggi). La sua avventura in Nazionale termina con quella partita in Olanda; pur essendo tra i convocati nei successivi impegni della Nazionale, rinuncia a giocare perché "sente" troppo le partite. Era un emotivo, arrivava anche a non mangiare per due giorni prima dell'incontro, soffriva troppo la responsabilità di indossare la maglia della Nazionale. Così preferì continuare nel meno stressante campionato italiano (erano altri tempi!), con un'altra maglia azzurra, quella del Novara, fino appunto al 1927, quando terminò la sua carriera da giocatore. Fu comunque nei quadri del Novara come allenatore dei giovanissimi, fino ai primi anni cinquanta. |