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sabato 15 luglio 2017 - 18:01
di Massimo Barbero

Onestamente, arrivati a questo punto dell’estate, mi sarei aspettato qualcosa di più dal mercato del Novara. E non intendo tanto in fatto di investimenti, quanto di idee. Teti ci aveva abituato nel migliore dei modi in tal senso. Nelle precedenti sessioni di trattative aveva sempre piazzato celermente il colpo di qualche svincolato e/o giocatore comunque sconosciuto ai più, vuoi per la giovane età, vuoi per la militanza in un campionato straniero. Era andata benissimo con Da Costa, bene (d’inverno) con Orlandi, benino con Adorjan, meno bene con Rodriguez e Koch, decisamente male con Bajde, ma comunque in tutti i casi era valsa la pena almeno di provarci. Gli stessi Bolzoni e Macheda, nel momento in cui sono stati ingaggiati, rappresentavano una scommessa a basso tasso di rischio, ma con elevato margine di possibile guadagno (innanzitutto tecnico). Da rivedere i giovani (Armeno, Kanis ed anche Di Mariano) il cui innesto potrà essere pienamente valutato solo in una prospettiva più ampia.

Quest’anno invece (a parte Simeri già nell’orbita famigliare dal luglio 2016) siamo aggrappati al solo Da Cruz, tutto da scoprire ed ovviamente ben difficilmente inquadrabile, almeno sulla carta, come un probabile protagonista sin da subito. Per il resto sono stati accostati al Novara quasi esclusivamente dei nomi, più o meno validi e più o meno raggiungibili, ma comunque certamente “noti”. Intendo Ronaldo, Cacia, Donnarumma, Maniero, Floro Flores… e roba del genere. Gente che, senza sminuire l’operato di nessuno, potrebbe indicare anche chi segue la B soltanto da appassionato o da critico esterno.

Ero convinto, per contro, che fosse proprio l’anno giusto per programmare per tempo qualche “colpo” mirato. Intendo uno svincolato, un giovane in prestito monitorato nell’ultima stagione di Lega Pro, un elemento proveniente dal campionato straniero, un giocatore in uscita da una rosa della stessa serie B da rivalutare un po’ come si è fatto per Chiosa e Cinelli. Forse mai come nella passata stagione abbiamo “prenotato” il terzo biglietto consecutivo per la serie B con ampio anticipo. Nella rincorsa di Toscano la promozione, per mille ragioni, è rimasta incerta fino all’ultimo secondo. Nel campionato targato Baroni qualche piccolo sogno di fare un altro salto in A l’abbiamo cullato, almeno fino a quel maledetto gol di Lapadula nella risaia del “Piola”. Eppoi a primavera o ad inizio estate c’è stato evidentemente un cambiamento di rotta (mi riferisco alla scelta societaria di contenere i costi per puntare maggiormente sui giovani) che ha  modificato le nostre prospettive. L’ultima avventura invece è scivolata via con la convinzione (a parte lo spavento iniziale ed un po’ di comprensibile apprensione dopo il mercato di gennaio) che avremmo giocato ancora in serie B anche nel 2017-18. E dunque c’era il tempo di guardarsi intorno, di scegliere, di opzionare. La strada era tracciata insomma.

Per fortuna l’ottimo lavoro svolto lo scorso gennaio (praticamente a costo zero) poi completato a giugno con delle opportune conferme ci ha garantito di ripartire comunque con qualche certezza in vista della prossima stagione. Mi riferisco a Chiosa, Orlandi e Macheda, innesti invernali che possono diventare dei punti di riferimento di spessore anche per l’annata appena cominciata.

Sento dire che la squadra è quasi fatta. In realtà i tasselli che mancano risulteranno di fondamentale importanza per capire se sarà un campionato di inevitabili sofferenze o di auspicabili sogni. Insomma mi illudo che il meglio debba ancora venire… Un po’ come nell’estate 2015 quando solo ad agosto ingaggiammo Troest, Viola, Galabinov… eppoi Faraoni, Dell’Orco, Poli (senza dimenticare lo svincolato Casarini). Ecco, forse il fatto che si stia procedendo con prudenza potrebbe essere dovuto proprio a questo: dal punto della quantità abbiamo già una rosa abbastanza folta (28 in ritiro con altri uomini in esubero). Adesso servono 2-3 innesti in grado di fare la differenza e non possiamo permetterci di sbagliare le scelte.

Mi sono dilungato un paio di settimane fa a parlare della difesa a quattro e non sto a ripetervi i dubbi espressi allora su Dickmann e Calderoni, esterni con spiccate caratteristiche propositive da impiegare contemporaneamente, su Mantovani e Chiosa da riproporre in uno schieramento diverso rispetto a quella retroguardia a tre in cui si erano disimpegnati decisamente bene, sul Troest apparso spesso in affanno nell’era Boscaglia. Sono aspetti su cui Corini potrà lavorare (per poi fare valutazioni più approfondite) sin dai primissimi giorni di ritiro. Perché numericamente siamo quasi coperti (tenuto conto che c’è un Tartaglia tutto da scoprire ed un Beye in fase di recupero). Credo però che un innesto ulteriore sia necessario per dare stimoli e competitività a tutti i colleghi di reparto. Non occorre una riserva, ma un difensore in grado quantomeno di insidiare il posto ai centrali… Giocherà chi, di volta in volta, lo meriterà di più..

Vi è poi la necessità di regalare un vero “dodicesimo” a Lorenzo Montipò. Un “Jimmy Fontana” in grado di infondergli sicurezza, di garantire un alternativa valida in caso di necessità che nello spogliatoio si ponga come un fratello maggiore mai disposto a mettersi di traverso nei confronti del compagno meno esperto. Ciò di cui avrebbe avuto bisogno il mio amico Brichetto in quel biennio un po’ sfortunato. Invece aveva dietro Micillo che gli faceva la guerra abbastanza apertamente. Eppoi l’anno successivo un Berti ormai a fine carriera che lo obbligava a scendere in campo anche malconcio (ricordate il recupero forzato dopo l’operazione alla spalla?) per mancanza di alternative.

A centrocampo accanto a Casarini e Ronaldo secondo me serve un altro Cinelli (per caratteristiche) per supportare a dovere il brasiliano che può valorizzare le sue innegabili qualità tecniche in fase di impostazione proprio quando è sgravato di compiti di altro genere. Federico ha giocato una delle partite più belle che la mia memoria ricordi da interno destro nell’ultimo centrocampo a tre di Baroni. Eravamo a Terni ed il ragazzo appena prelevato dal Bologna era stato micidiale con i suoi inserimenti in tandem con Faraoni. Ed Orlandi? Una mediana composta da Casarini, Ronaldo ed appunto Orlandi non è certo improponibile anche perché l’italo-spagnolo sa calarsi bene nelle diverse esigenze tattiche ed offre un apporto valido anche in termini di quantità quando la condizione lo sorregge. Però occorre un’alternativa di livello con caratteristiche diverse da sfruttare allorchè le circostanze lo impongano. Con il nostro Nico Schiavi ed un giovane disposto anche a guadagnarsi spazio partendo dalla panchina il reparto nevralgico sarebbe a posto.

Per quanto riguarda l’attacco parto da un aspetto specifico. Io credo che in un 4-3-3 la differenza, nel bene o nel male, la facciano proprio gli esterni offensivi, quasi sempre chiamati ad un doppio ruolo sfiancante, ma di fondamentale importanza. L’ultima partita di calcio “nostrano” a cui ho assistito prima di una salutare pausa… è stata Parma-Alessandria. Ebbene sono convinto che se la statica difesa dei ducali ha saputo reggere di fronte ad un reparto offensivo ricco di qualità e ricambi quale quello dei grigi lo debba quasi esclusivamente al lavoro svolto nell’afa sfiancante del “Franchi” da Nocciolini e Baraye. Quasi dei centrocampisti aggiunti in fase di ripiegamento, ma comunque vivaci e pericolosi al momento di affondare. E non a caso sostituiti nel finale, quando erano ormai spremuti per avere dato tutto. Io credo che il Sansone visto l’anno passato abbia le motivazioni e la capacità di sacrificarsi per svolgere nella maniera migliore questo ruolo che ha già ricoperto a Bari due stagioni fa. “Se devo pensare ad un modulo in particolare, mi piace giocare come terzo attaccante in un 4-3-3” aveva detto lo stesso Sansone in un’intervista rilasciata nel corso della sua stagione migliore, nel Sassuolo di Pea. Da rivedere Di Mariano (che l’anno scorso ha disputato solo tantissimi scampoli finali di gara) da valutare Macheda (che quando passavamo a tre là davanti lasciava spesso che fosse Galabinov ad allargarsi). Ho qualche riserva in più su Manconi, almeno dal ricordo diretto che ne ho ormai risalente all’era Baroni. All’epoca Jacopo alternava giocate di alta scuola a pause non tollerabili in quella posizione (ho in mente Salerno quando in un’ora in campo si è acceso forse una sola volta). Spero abbia il tempo e la capacità di dimostrarci di essere cresciuto molto anche in questo senso e di meritare così una maglia da titolare.

Parlare dell’uomo-gol è come un tirare un rigore a porta vuota. Lo dobbiamo cercare per forza e senza la tranquillità data nelle due estati precedenti dalla presenza di Evacuo e Gonzalez (2015) e Galabinov (2016) che ci garantivano comunque un bottino non trascurabile di reti “sicure”. D’accordo, c’è Macheda che ha realizzato 7 gol in metà campionato e che potrebbe dunque arrivare abbastanza comodamente in doppia cifra. Non dobbiamo dimenticare però che quasi tutte le segnature dell’ex Manchester (Cesena a parte) sono arrivate con Galabinov in campo a fargli da spalla. Senza il bulgaro accanto ha sempre fatto fatica a reggere il peso dell’attacco, specialmente quando erano gli avversari a fare la partita.

L’ultima considerazione è per Chajia. Secondo me… non ci sono dubbi… non venderlo a fronte delle cifre che si leggono sui giornali sarebbe un vero e proprio azzardo al cospetto di un offerta del genere. Non dimentichiamo che ha più o meno la stessa età di Bruno Fernandes (nato l’8 settembre 1994) quando è stato ceduto all’Udinese quattro anni fa. Ed indubbiamente il portoghese al momento del trasferimento aveva già fatto vedere molto di più in serie B di quello che abbia mostrato finora il pur talentuoso Moutir.

In fondo questa è la nostra ultima domenica senza calcio… Poi torneremo a vedere un po’ di pallone dal vivo… a discutere su qualcosa di concreto ed ad emozionarci… Le estati prive di grandi eventi calcistici sono sempre un po’ più lunghe delle altre... ma in una maniera o nell’altra passano… ed il momento di tornare in campo per i tre punti finalmente arriva… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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