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lunedė 17 luglio 2017 - 10:28
9° puntata: 2 ottobre 2011 Novara-Catania 3-3

Novara-Catania ha un prologo tristissimo nella Chiesa di San Martino dove il sabato mattina ci raduniamo a dare l’ultimo saluto a Walter Vannucci. Il dolore composto dei suoi due bambini che la vita ha trasformato troppo presto in piccoli-grandi uomini ci trasmette un senso di profonda ingiustizia difficile da sconfiggere.

Mentre m’incammino a piedi verso lo studio con mille pensieri in testa m’imbatto nel solito novarese “bastian cuntrari” che mi saluta così: “Ecco il radiocronista che domani dovrà raccontare in diretta la vittoria del Catania a Novara…”. Sono ancora troppo immerso nella sensazioni vissute durante la cerimonia per mandarlo a stendere, ma la profezia mi risulta oltremodo fastidiosa in quel frangente…

Il sabato calcistico serve a farci calare nuovamente nel clima di attesa per una partita importantissima per i destini azzurri. Bisogna sorpassare in classifica il Catania dell’ancora poco conosciuto Montella che ha avuto un calendario opposto al nostro con due gare casalinghe iniziali. Nell’unica trasferta giocata ha perso nettamente a Marassi mentre al “Massimino” è ancora imbattuto.

Si gioca alle 12.30 della domenica e qualcuno ha il coraggio di prendersela con il Novara Calcio che in realtà ben poco potrebbe fare per contrastare il “format” imposto dalla Lega di A da un paio di stagioni.

Ad onor del vero se la partita delle 12.30 in trasferta è quasi sempre una gran rottura di scatole… giocare alle 12.30 in casa non è poi così male. Si ha la sensazione di riuscire a finire tutto un po’ prima del solito e di avere ancora una parte di relax festivo da godersi.

Mi sveglio presto, vado a bere un caffè al Bar del mio amico Paolo Abbagliato dove c’è un cliente che chiede al titolare se potrà vedere la partita in diretta da lui. Nel suo piccolo questo episodio è la conferma di una febbre azzurra forte alta in città. Poi faccio tre passi in campagna per sciogliere un po’ la tensione e giustificare l’abbondante seconda colazione da consumare al rientro che sostituirà il pranzo.

Allo stadio c’è decisamente meno gente rispetto alla gara con l’Inter, ma l’atmosfera è ancora festosa. C’è un bel clima (e non solo per le temperature alte) con la gioia di vivere l’evento rappresentata da uno striscione che saluta chi in A non ci è andato: “Varesotto cambia canale”. Anche la Tribuna Stampa è affollata con tanti colleghi al seguito del Catania, compreso qualche ragazzo siciliano che vive stabilmente al Nord. Io, al solito, attacco un bottone hockeistico con Federico Calcagno che dovrà curare il servizio per “Novantesimo Minuto” eppoi tornare a commentare la finale dei Mondiali che si è giocata la notte precedente. Per Radio Rai c’è Giovanni Scaramuzzino che ha commentato la sfida play off con il Padova… Speriamo bene!

Il pregara è toccante nel ricordo di Walter (e di Daniele Zei di cui ricorre il sesto anniversario dalla scomparsa). Capitan Rubino, ancora una volta relegato in tribuna, ha il compito di rendergli omaggio andando a deporre un mazzo di fiori nel suo posto d’ora in poi purtroppo vuoto per sempre.

In campo la vera novità è rappresentata dall’impiego di Giorgi come trequartista, a sopperire all’assenza di Mazzarani. Non c’è nemmeno Lisuzzo (recuperato con troppa fretta e probabilmente costretto ad operarsi) ed al centrosinistra torna “Charlie” Ludi. Davanti Granoche si è guadagnato una maglia da titolare in coppia con il solito Meggiorini.

Nel Catania di Montella ci sono giocatori di cui non abbiamo ancora colto lo straordinario valore. Ad esempio “El Papu” Gomez, alla sua seconda stagione in Italia. L’esterno di destra degli etnei è Lanzafame che ha rifiutato il Novara in estate. Proprio come Legrottaglie che debutta nell’occasione al centro della difesa. Quasi tutti i 10.532 spettatori del “Piola” lo identificano per i suoi trascorsi con Juve e Milan. A me invece ricorda quella maledetta retrocessione di Pistoia del 1997 quando Nicola era soltanto un giovane in prestito dal Bari.

Sta di fatto che il fantasma Legrottaglie per noi si manifesta nuovamente dopo nemmeno un quarto d’ora. Lodi calcia un angolo dalla destra, Capuano incorna in maniera maldestra, ma la sfera incoccia sulla tibia di Legrottaglie e si insacca. L’ex juventino, al rientro da un infortunio, ha la pessima idea di andare ad esultare sotto la “Nord”, poi si accorge dell’errore e fa un passo indietro travolto dall’abbraccio dei compagni. Subito dopo Meggiorini viene atterrato in area, ma rimedia solo un’ammonizione per proteste. “Rigore netto” mi avverte via sms da casa l’amico Nico Pulizzi (siciliano che non tifa Catania e novarese d’adozione che non tifa Novara e dunque particolarmente obiettivo) facendo lievitare il mio disappunto.

Nella prima mezzora però si vede solo il Catania. Bergessio sfiora il raddoppio in altre due occasioni. Dapprima calcia di un soffio oltre la traversa, poi costringe Ujkani ad una deviazione decisiva.

Il Novara non c’è, oggi non riesce a macinare gioco. Giorgi nella posizione di trequartista appare spaesato. Ed allora Tesser ricorre ad un cambio poco dopo la mezzora: fuori Marianini dentro Pinardi a fare il trequartista con Giorgi riportato alle mansioni di interno. Il “Komandante” consola Francesco che esce deluso e sofferente. Gli azzurri si rianimano di colpo e sfiorano il pari in due circostanze. Dapprima Granoche vanifica la cavalcata di Paci non inquadrando la porta, poi Andujar si salva in corner sulla botta di Rigoni.

Nell’intervallo ripenso alla rimonta di un anno prima con il Grosseto quando eravamo arrivati al riposo in svantaggio. Con Pdl si parla della possibile gita lavorativa a Chiasso per un’amichevole già programmata durante la successiva sosta. Paolo Molina risponde in maniera decisa ai quesiti rivolti da papà Mario nella solita telefonata apprensiva di metà partita: “Papà certo che ci sono ancora speranze di rimontare!”

In realtà un po’ tutti, memori delle precedenti partite, siamo convinti di riuscire almeno ad evitare la sconfitta. L’assalto novarese difatti riparte ancora più convinto sotto la nostra curva. Al 4’ Granoche insacca con una bella rovesciata, ma stavolta era in fuorigioco davvero evidente. L’arbitro Brighi però ha visto un mani di Delvecchio sulla girata di Rigoni ad inizio azione ed indica il dischetto: Marco non si fa pregare e spiazza Andujar tra il sospiro di sollievo di Tesser e di tutti noi.

Montella non vuole consegnarsi ad un assalto azzurro ed inserisce Suazo, giocatore oggetto di un vero e proprio caso di mercato nell’estate 2007 tra Milan ed Inter. A me torna solo in mente la telefonata di Danny Faranna nell’agosto precedente quand’ero in montagna: “L’abbiamo preso, domani arriva il comunicato ufficiale”. L’indomani avevo atteso invano una notizia che non sarebbe mai più arrivata. Il primo scatto dell’honduregno vale un calcio di punizione dal limite che lo specialista Lodi pennella nel sette per il secondo vantaggio rossoblu. Tesser risponde subito con l’ex Morimoto che entra al posto di Granoche. Il secondo scatto è invece fatale a Suazo che si strappa sotto i distinti ad appena dieci minuti dal suo ingresso dando la sgradevole sensazione di essere fisicamente ormai alla frutta. Già al 20’ il Novara raddrizza nuovamente la partita: Sulla punizione pennellata da Pinardi dalla sinistra Rigoni fa la sponda per Morimoto che insacca comodamente. Ho un attimo di esitazione solo per il timore che si alzi la bandierina del secondo assistente, ma è tutto regolare.

Le due squadre provano a vincere fino alla fine. Tesser inserisce anche Jeda al posto di Meggiorini. Ujkani non si fa sorprendere dalla conclusione di Gomez e sull’altro fronte Giorgi conclude a lato da posizione favorevole. Tutto sommato a questo punto firmerei per un pari maturato così, con una nostra doppia rimonta.

Il 2-2 sembra effettivamente il risultato più probabile ed invece… Invece il Catania perde Legrottaglie che esce sofferente tra i fischi. Io e Paolo ci chiediamo se tra coloro che lo stanno beccando ci sia gente che ricordi i suoi trascorsi nella Pistoiese… Finezze da malati cronici del Novara Calcio. Sta di fatto che Montella ha finito i difensori e deve arretrare Almiron inserendo Ledesma. E così si crea subito un buco evidente che permette a Jeda di presentarsi a tu per tu con Andujar. Il portiere del Catania respinge la prima conclusione del brasiliano, ma la sfera ritorna proprio sulla testa di Capucho che scavalca l’argentino che può solo imprecare contro la cattiva sorte. “Jeda, Jeda Jedaaaaaaaaaaaaa!!!”” grido solo in diretta radio raccontando l’azione con accento che si sposta inevitabilmente sull’ultima vocale in vista dell’urlo finale liberatorio. E’ un momento bellissimo, di gioia intensa, l’ultimo istante del nostro campionato in cui ci sentiamo davvero padroni di quella serie A appena conquistata. Già perché vincere la seconda partita casalinga di fila (ed in quella maniera) sarebbe una gran cosa per il neopromosso Novara che arriverebbe alla sosta da vera rivelazione dello scorcio iniziale di campionato.

Io e Paolo in cabina radio ci rilassiamo colpevolmente. O almeno, parlo per me, io mi rilasso colpevolmente nella convinzione che sia fatta e mi metto a dissertare sul quarto uomo Gallione di Alessandria che indica 4 minuti di recupero. Purtroppo il Catania ci castiga subito: Capuano affonda dalla sinistra, la difesa azzurra è messa malissimo e si sposta in maniera disordinata sul portatore di palla lasciando Gomez tutto solo sul secondo palo. Ujkani si butta addosso a “El Papu”… quasi tutti i giocatori di B e Lega Pro… sparerebbero addosso al nostro portiere in una situazione del genere, ma adesso il livello è ben più elevato. L’argentino azzecca un colpo ad effetto che manda la sfera ad insaccarsi lentamente alimentando il nostro ingenuo rimpianto: “Ah se Samir fosse rimasto in porta…”. A questo punto rischiamo persino di perderla in occasioni in cui i siciliani vanno via in contropiede. Sull’ultimo contrasto durissimo, non distante dalla nostra area, Brighi fischia la fine per non cercarsi rogne inutili. “Va bene così… va bene così… 3-3 e tutti contenti” dice Danny in diretta radio mascherando l’inevitabile delusione con l’entusiasmo per dover curare i collegamenti dalla tribuna stampa. Io sono perplesso e non affronto il buffet con la stessa convinzione che avrei avuto soltanto pochi minuti prima, sul 3-2 per noi.

In sala stampa Massimo De Salvo è dispiaciuto per l’epilogo, ma non vuole darlo a vedere e risponde un po’ a denti stretti: “E’ un campionato difficile, lo sapevamo, ma abbiamo dimostrato di poterci stare anche noi…”.

Tesser che ha giocato a Catania a fine carriera scherza con i colleghi siciliani: “Abbiamo segnato due gol volte con un ex? Se avessi avuto ancora a disposizione un altro cambio avrei inserito anche Pesce così sarebbe finita 4-3 per noi…”.

Alle domande insistenti sul perché Pinardi abbia cominciato dalla panchina il buon Attilio si altera un po’: “si è svegliato con tosse e raffreddore. Adesso tutti lo elogiate, ma ho letto critiche severe nei suoi confronti fino a poche settimane fa…”

Tra i giocatori azzurri c’è parecchia amarezza per non aver portato a compimento la rimonta. In particolare Rigoni si rende conto che si tratta di una grossa occasione sprecata. Danny scherza con gli inviati di “Quelli che il Calcio…” la cui presenza ci dà ancor di più la sensazione di aver assistito ad un evento.

I giornalisti siciliani rimproverano simpaticamente al “Papu” Gomez una conclusione sin troppo debole, che ha fatto temere loro un salvataggio sulla linea: “La potevo calciare solo così, d’esterno – spiega l’argentino – perché il portiere mi era venuto incontro e l’avrebbe presa…”. Io battibecco con un collega che recrimina per un fuorigioco inesistente fischiato al Catania nell’azione del possibile 2-0 “Ma se c’era un rigore netto per noi….” replico sotto lo sguardo divertito di Renato Ambiel. E’ il mio modo per sfogare la tensione. Finisco di scrivere verso le 17… in tempo per una corsetta rigenerante nella campagna sempre cara ad “Hod”.

Tanto basta evidentemente per un “attacco” dell’editoriale stavolta sereno ed obiettivo:

“Dopo una gara del genere tutti i rimpianti hanno diritto di cittadinanza… ma forse, stavolta dalla “roulette” del “Piola” alla fine, è uscito il risultato più giusto. Entrambe hanno rischiato di vincere, ma nessuna avrebbe meritato di perdere. Da tifoso, però, questo 3-3 adesso brucia un po’ perché dopo il gol di Jeda la grande impresa pareva compiuta...”

I numeri (6 gol fatti in 2 gare casalinghe, 10 in 5 partite di serie A) mi ingannano e mi fanno prendere una bella cantonata nel “promuovere” un attacco che purtroppo non si rivelerà certamente all’altezza, tantomeno nel girone d’andata.

“Rispetto al girone di ritorno dell’anno scorso  Tesser ha molte alternative in più nel reparto avanzato per colpire difese un po’ provate. Fateci caso, ma gli attaccanti che arrivano dalla panchina quasi sempre fanno una figura migliore rispetto a chi ha giocato dall’inizio. Morimoto e Jeda sono entrati nel momento ideale per colpire un Catania un po’ più lungo rispetto alla prima frazione…

…Ad inizio campionato temevamo che la partenza contemporanea di Bertani e Gonzalez (e Motta) ci sarebbe costata un’inevitabile sterilità offensiva. Invece nelle prime 5 partite abbiamo segnato 3 gol in più rispetto alle 5 prime gare dell’anno passato (e 2 in più che in Lega Pro). Gli attaccanti impiegati sono andati tutti a segno (sì, anche Granoche…). La regola dei tre gol fatti che aveva punito la svagata Inter gasperiniana è valsa anche contro un Catania affamato di punti”.

Massimo Barbero

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