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domenica 27 agosto 2017 - 11:30
di Massimo Barbero

Carpi per noi è da sempre terra di beffe e provocazioni (vero Perrone?). Sin dai tempi, era il 1996, in cui una simulazione di tale Masitto vanificò l’immediato vantaggio firmato Spinelli. Il rigore del pari lo trasformò Marco Materazzi uno che in un ambiente del genere ha certamente trovato il contesto ideale per esprimersi al meglio. Anche nel 2013 era finita 1-0 con parapiglia sotto la curva di casa, proprio come ieri. Stavolta tra i protagonisti di questa serata c’era tale Jerry Mbakogu, graziato da una sacrosanta squalifica dopo i gestacci al pubblico di Frosinone e la plateale uscita dal campo per proteste nel corso della turbolenta semifinale play off.

Nessun appunto al debuttante Balice. Lui è ancora lì in attesa che quelli della Var gli segnalino i sacrosanti rigori per il Novara che in campo ha creduto di aver visto, ma che nessuno dai monitor gli ha confermato… Ah, scusate la Var non è stata ancora introdotta in serie B? Pazienza, sarà per la prossima volta… Le ripetute innovazioni hanno generato una classe arbitrale sempre meno capace di prendersi le proprie responsabilità, che in campo sembra ora in attesa della classica manna dal cielo. Nel dubbio i penalty per il Parma si fischiano, quelli per il Novara no. Tanto per non sbagliare…

Venendo alla partita, il grande forcing finale azzurro non ci deve far dimenticare quello che è stato il difetto principale dei nostri, pur nel contesto di una serata decisamente sfortunata. Pronti via e Malcore del Carpi è andato al tiro da fuori area, senza pensarci due volte e trovando il sette alla prima occasione. Quanti dei giocatori del Novara in una situazione analoga avrebbero azzardato la stessa giocata? Io, almeno fino all’ottantesimo ho visto solo tocchetti laterali, appoggi a cercare il compagno meglio piazzato, stop per mettere giù la sfera in attesa di qualcosa di meglio. Un difetto di personalità e concretezza (e di un vero terminale offensivo) che ci è costato una sconfitta simile a quelle subite contro Piacenza e Caratese quando avevamo giocato decisamente peggio. Il risultato finale che sembra ingiusto alla luce della grande pressione azzurra dell’ultima mezzora (e probabilmente lo è davvero) può essere spiegato paragonando la diversa incisività, almeno finchè il fiato ha retto, di Malcore e Mbakogu rispetto a quella di Sansone (soprattutto) e Macheda. Una differenza che è stata finalmente annullata dallo spirito e dal piglio che ci hanno messo i ragazzi entrati dalla panchina (Da Cruz e Chajia ed ovviamente anche Di Mariano) quando sono stati chiamati in causa. Il Carpi ci ha lasciato molto presto il pallino del gioco, accontentandosi di ripartire sin dal momento dell’immediato vantaggio. Eppure la qualità delle occasioni create dai padroni di casa rimane molto superiore a quella degli innumerevoli tentativi azzurri. In tre sortite degne di nota (tutte nella prima ora di gioco) ci hanno fatto un gol, hanno colpito un palo e costretto Montipò ad una parata determinante.

E’ avvenuto quasi l’esatto contrario di quello che era successo il 30 dicembre al “Piola”. Allora la grande pressione della squadra di Castori aveva generato solo il vantaggio di Lasagna ed un'altra parata determinante di Benedettini. Il Carpi aveva fatto la partita, il Novara i gol… e si era preso i tre punti. Il calcio in fondo è questo.

Voglio fare innanzitutto un grosso in bocca al lupo ad Angelo Tartaglia. Chissà quante volte l’aveva sognata una serata del genere… la prima da titolare in serie B, davanti alle telecamere di Sky. Non ha nemmeno avuto il tempo di rendersi conto di dove fosse che un’entrata molto decisa e tanta sfortuna l’hanno messo kappao. Ora c’è da solo da augurargli che non si sia fatto troppo male… in modo da poter avere presto un’altra chance. In bocca al lupo davvero!
Ovviamente la prestazione dell’ex Fidelis Andria non può essere giudicata e qualsiasi commento circa il suo impiego appare ora poco opportuno. Io dal punto di vista tattico, però, da quella parte avrei piazzato subito un esterno con altre caratteristiche (Di Mariano o Da Cruz) per dare subito un messaggio alla squadra ed agli avversari: “noi la partita veniamo a giocarcela... dovete stare molto attenti a quello che combiniamo”.

Invece sin dai primi tocchi, dagli appoggi iniziali, dal pallone accompagnato in fallo laterale da Troest sul pressing avversario abbiamo dato la sensazione di soffrire il piglio, l’intraprendenza e la vivacità di un Carpi partito a mille. Una situazione ovviamente accentuata dall’immediato vantaggio biancorosso. Nella mezzora iniziale gli altri andavano il doppio. I nostri sembravano troppo timidi per imbastire la benché minima azione (con Ronaldo ed Orlandi estremamente leziosi al momento di gestire la palla) ed in pochi secondi erano già di nuovo ad un passo dalla nostra porta con Mbakogu e soprattutto Malcore incontenibili. Faticavamo ad impostare il gioco con Troest non certamente a proprio agio nei panni di regista arretrato e Ronaldo che ha sofferto il pressing iniziale degli emiliani.
Per fortuna nel momento più difficile Montipò ci ha tenuto a galla. Ed abbiamo cominciato a creare qualcosa di finalmente pericoloso con gli sfondamenti degli esterni: Di Mariano innanzitutto, poi anche Calderoni. Siamo arrivati all’intervallo con il rammarico di una tripla occasione sfumata nell’azione probabilmente viziata da un fallo iniziale (in area) sull’ex della Roma.

Nella ripresa il Carpi ha affondato una sola volta, per quanto potenzialmente letale (palo di Jelenic). Per il resto c’è stato solo e soltanto il Novara. Un predominio accentuato dall’inserimento di Da Cruz e soprattutto di Chajia che si sono presentati in campo con ben altra convinzione rispetto ai compagni appena sostituiti. Dal momento dell’uscita di Mbakogu la squadra di Calabro ha praticamente rinunciato a ripartire inserendo un difensore appena arrivato (Bittante) per preservare il preziosissimo vantaggio.
Ero convinto che il black out elettrico rappresentasse un bel favore per la squadra in quel momento in grande affanno. Ed invece alla ripresa del gioco il nostro assalto si è fatto ancora più convinto e pericoloso. Soltanto il buio evidentemente ha impedito a Balice di vedere un rigore su Troest apparso dalla Tribuna di solare evidenza. Purtroppo la dea Eupalla si è dimenticata di restituirci quei gol incassati nei secondi finali di recupero da Latina e Trapani che nelle ultime due stagioni ci avevano impedito di cominciare in campionato con una (meritata) vittoria.

Resta il rammarico per quella partenza falsa che non ci ha permesso di gestire al meglio il via a razzo che i padroni di casa hanno voluto regalare al proprio pubblico. Una mezzora letteralmente regalata agli avversari che l’hanno fatta da padrone. Ci conforta invece la reazione, da squadra vera, determinata ed unita (anche nel rispondere alle provocazioni avversarie al fischio finale) come raramente si era visto nella passata stagione. Da lì dobbiamo ripartire ben sapendo che, al di là delle belle parole, non possiamo fare a meno di avere un vero uomo gol là davanti. Dunque o Maniero si rivela in grado presto di tornare a fare il Maniero di Pescara e della prima stagione a Bari… o bisogna aggiungere qualcosa anche nel reparto numericamente più folto (magari cedendo Simeri e Manconi). La priorità è ovviamente almeno un innesto in mezzo al campo perché il lezioso Orlandi non sembra l’elemento più adatto per affiancare Ronaldo e non hanno ancora inventato il modo di “clonare” Casarini (che in queste condizioni è un elemento insostituibile). Gli infortuni di Dickmann (in tutto tre guai muscolari da fine febbraio ad oggi) e Tartaglia hanno aperto una voragine anche sulla corsia esterna destra. Senza dimenticare la contingenza portieri con Farelli che rischia di essere l’unico impiegabile nelle 4-5 occasioni in cui la serie B giocherà di domenica, in concomitanza con gli impegni delle Nazionali.

Il Parma non pare l’avversario migliore possibile per questo Novara un po’incompleto ed ancora a caccia di un assetto definitivo… O forse lo è! Il fatto di giocare con una grande del campionato (che da mesi va in campo con il vento arbitrale a favore) toglierà un po’ di pressione ai nostri che non saranno obbligati a vincere, ma solo a ripetere la prestazione ed a metterci il cuore visto ieri sera dalla mezzora in poi…  Quella di domenica sarà una grande serata di calcio, una delle ultime d’estate da vivere assieme allo stadio… vietato mancare…

Forza Novara sempre!!!

Ps: da giovedì scorso provo sincera simpatia per la Vibonese che ha vinto un ricorso dinanzi alla Corte d’Appello Federale, ma si trova la stradata sbarrata da Federazione e Lega che non vogliono accettare il verdetto contrario che riammetterebbe la società calabrese in Lega Pro.

Delle serie… le sentenze si rispettano sempre… ma solo quelle che ci sono favorevoli.

Una vicenda che mi ricorda tanto quella vissuta sulla nostra pelle non più tardi di tre estati fa…



Massimo Barbero

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