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lunedì 19 novembre 2018 - 07:10
di Massimo Barbero

L’emozione di Borgo nel parlare del tributo che aveva appena ricevuto dalla tifoseria azzurra rimane la cosa più bella ed autentica di questa trasferta, forse l’unica da ricordare di una domenica davvero grigia. In quell’insolito blocco della sua voce è racchiusa una storia fantastica. Di Uomini e Vittorie (con l’iniziale volutamente evidenziata con la lettera maiuscola) ma anche di periodi di sofferenza sportiva proprio come l’attuale, superati, quasi sempre, con cuore, coraggio ed unità d’intenti.

In questo senso il “Paschiero” sembra rappresentare una sorta di capolinea (speriamo invece si tratti soltanto di una fermata temporanea) di un viaggio idealmente cominciato in quel pomeriggio di sole di giugno a Fiorenzuola. Ci eravamo illusi di non vivere più certi momenti e cotante frustrazioni. Invece ogni parabola sportiva che si rispetti è fatta di cicli, più o meno lunghi. Poi tutto torna. Anche la sacrosanta ovazione per un Uomo (Sergione ovviamente) che, prima di tutti gli altri, ha trasformato la storia recente del Novara Calcio permettendoci di coltivare sogni, allo scollinare verso il nuovo millennio, ormai inimmaginabili.

Della partita di Cuneo non ho proprio voglia di parlare, ma so che farei un torto ad una squadra (quella biancorossa ovviamente) che in campo è riuscita a rendere al massimo delle proprie potenzialità. Purtroppo non posso dire altrettanto per un Novara che solo nei minuti iniziali di entrambi i tempi ci ha dato almeno l’illusione di poter prendere il sopravvento.Davvero poco, troppo poco.

I piccoli segnali positivi che la partita con l’Arezzo ci aveva fatto intravedere si sono scontrati con la diligenza tattica di un avversario che ci ha affrontato in maniera quasi speculare. Salvo trarre coraggio e convinzione, col passare dei minuti, proprio dai nostri errori, dalla nostra imprecisione e dall’incapacità di renderci pericolosi là davanti.I tre centrali difensivi biancorossi l’hanno fatta da padrone su Cacia ed Eusepi che non si sono praticamente mai visti.

In particolare è mancato l’ex pisano che poteva essere determinante, con la sua abilità del gioco di sponda, nel favorire gli inserimenti dei compagni. E’ venuta meno anche la spinta di Cinaglia che nelle scorse giornate era stata la nostra arma migliore. Su quel versante ha finito col prendere il sopravvento tal Bertoldi che aveva cominciato la partita da esterno bloccato dietro.

Con Bianchi troppo timido negli inserimenti e Sciaudone esageratamente pasticcione nel giocare palloni anche banali il Novara è esistito fin quando Ronaldo ha avuto la libertà e la lucidità per dettare il gioco.Appena ha visto accendersi la spia della riserva e del nervosismo stavolta Viali non ha esitato a sostituire il brasiliano (come molti in tribuna gli avevano rimproverato di non aver fatto con l’Arezzo).

Una scelta logica in quel momento della gara, ma che non ha dato i frutti sperati perché l’ingresso di Peralta ha finito con lo sguarnire la nostra mediana senza fungere da adeguato collegamento con un duo d’attacco mai davvero in partita.

E così il Cuneo ha chiuso persino in attacco, con sempre maggiore convinzione, una gara che aveva cominciato con tante paure (vedasi l’esitazione sul primo calcio d’angolo battuto da Ronaldo con mille lisci ad un passo dalla linea di porta) legate alla fama dell’avversario ed alle assenze.E’ difficile dire cosa non stia funzionando in questo Novara ed ancor più complicato suggerire una soluzione.

Certo è che il trend è decisamente più preoccupante di quanto non lo fosse prima del secondo rinvio del match di Pontedera. Perché non si vedono miglioramenti sul piano del gioco ed, anzi, persino Cacia ed Eusepi, che con una doppietta a testa ci avevano regalato le uniche due vittorie di questo avvio di stagione a scoppio ritardato, appaiono ora involuti in maniera preoccupante. Non c’è nemmeno il modulo “magico” da provare perché nelle ultime 5-6 partite ne abbiamo cambiati almeno 4 soltanto ad inizio partite senza trovare, per ora, una strada pienamente convincente.

E’ finito anche il tempo delle squalifiche e degli alibi. Non ce ne sono più da spendere. Nemmeno quello della pressione che accompagna le gare casalinghe può reggere perché a Cuneo si sono viste le stesse difficoltà che avevano caratterizzato gli “incubi” interni contro Pro Patria ed Albissola. Ovvero l’assoluta incapacità di trovare delle contromisure per superare avversari che svolgono la fase difensiva con totale dedizione.

Ecco l’unico alibi davvero spendibile è legato al valore di questo Cuneo. 8 risultati utili (con appena 2 gol subiti) non si fanno per caso e dunque evidentemente, la squadra di Scazzola vale molto più di quanto pensassimo a settembre quando avevamo accolto il ritorno in Italia di Sergione con un mezzo sorriso di simpatica condivisione.

Detto questo, il Novara aveva comunque il dovere di fare di più, decisamente di più, per almeno avvicinare quella vittoria che il pronostico (legato al valore ed al costo delle due rose) gli assegnava.Non serve rimuginare ancora…

Più che sulle gambe e sugli schemi (non ce n’è davvero il tempo) serve lavorare sulla testa dei giocatori per capire cosa non va e decidere di conseguenza, Sergione docet.

Da un Direttore all’altro... oggi più che mai grido Forza Ludi perché questa squadra e questa stagione adesso sono soprattutto nelle sue mani… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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