Che cos'č una virgola?
giovedė 27 dicembre 2018 - 23:28
Il "mio" personale girone d'andata...
Che cos'è una virgola? Una semplice pausa oppure la rappresentazione di un'ipotetico cambiamento; di ciò che sarebbe potuto essere ma che non è stato.
Nel riassumere questo girone d'andata appena terminato, prendo spunto da uno stralcio dell'ultima intervista rilasciata da mister Viali al termine del match pareggiato contro il Pisa "non meritiamo questa classifica, nessuno ha la nostra striscia utile di risultati, ma tra pareggiare e vincere passa una virgola, e noi dobbiamo quindi responsabilizzarci maggiormente".
Una virgola, per l'appunto.
Raccontare e descivere questo girone d'andata è a dir poco arduo. Perchè se lo si fa guardando meramente la classifica, il rischio di cadere in una profonda depressione è dietro l'angolo. E purtroppo quella graduatoria, per ora, rimane l'unico innampuntabile giudice. Il Novara è decimo; punto. Tutto il resto sono parole, solo fiumi di parole.
Quattro vittorie, undici pareggi e tre sconfitte: perchè? Cos'è mancato agli azzurri in queste diciotto gare? Sicuramente qualcosa in termini di consapevolezza, personalità e spesso "lettura delle situazioni".
Partiamo da una domanda che reputo focale: questa rosa è scarsa? Questa rosa non può competere per lo meno per le prime cinque posizioni in classifica?". Per me, questa rosa non è scarsa. E soprattutto non è stata costruita alla "viva al Parroco". Ci sono i curriculum di ogni singolo tesserato a parlare da soli, ci sono le esperienze maturate anche in categorie superiori a delineare un prospetto che a luglio era ben chiaro e che prevedeva la costruzione di un organico che avrebbe dovuto far dimenticare una bruciante retrocessione, entrando in sintonia con il proprio pubblico.
E allora perchè si è appena giunti al giro di boa con un desolante decimo posto?
Nessuno mi toglierà dalla testa che il teatrino estivo con il ritardato inizio del torneo abbia falsato il campionato azzurro. Ok, archiviamolo pure come un alibi.
A questa squadra, con i suoi limiti, i suoi errori, le sue amnesie e le sue paure sono mancati semplicemente i punti persi in casa. Perchè è al Silvio Piola che Cacia e compagni non sono riusciti a collezionare vittorie che avrebbero dato un segnale diverso a questa stagione. Provate a prendere a vostro piacimento tre pareggi interni e a trasformarli in successi. Aggiungeteci magari una gara esterna finita male, cambiatele l'esito e ditemi se non vedreste il presente in maniera diversa, con lo sguardo rivolto all'insù.
Credo fortemente che queste prime diciotto gare siano state le partite degli equivoci. Ai quali poi si sono aggiunti i fisiologici cali di forma, errori individuali, infortuni e squalifiche. Ma dalla non unione d'intenti si è gioco forza partiti. Non è facile dire chi abbia o meno ragione, perchè in queste situazioni tutti hanno torto o ragione in ugual modo. E' normale che il giocatore renda al massimo se attorno a lui si respira fiducia e vicinanza ma nello stesso tempo è naturale che la tifoseria s'incendi e trasmetta "il proprio sacro fuoco" se sollecitata a sognare.
Il "mio" girone d'andata è corso così, con tanti punti interrogativi ai quali spesso non mi sono mai dato risposte. Notti insonne, risvegli turbolenti. Analisi a volte anche "aspre" andate in scena con i miei "poveri" compagni di viaggio Barbero e Molina. Perchè siamo tutti liberi pensatori e per fortuna la possiamo vedere in maniera diversa. Perchè siamo semplicemente uomini.
Però su un aspetto ci troviamo d'accordo: nonostante questo deludente girone d'andata, non si può staccare la spina e spedire agli archivi un'annata che deve essere vissuta ancora per metà.
In queste settimane, l'incubo dell' "anno in vacca" ha attanagliato pensieri e parole. Ma i ritorni di Gonzalez e Buzzegoli, il mercato di gennaio che potrebbe portare sotto la Cupola di San Gaudenzio almeno un altro rinforzo, rappresentano in me la speranza che questa stagione possa essere per lo meno raddrizzata. Senza voli pindarici o lanci nel buio.
Mi basterebbe vincere qualche gara in più, posizionarmi in una posizione più gratificante nella griglia play off, in modo da potermi giocare le proprie carte nella lunga lotteria.
Oppure provare a vincere la Coppa Italia di Serie C che mi spedirebbe diritto ai quarti di finale play off, con una possibilità su 8 di centrare la promozione in Serie B. Perchè la Lega Pro ha insegnato in questi ultimi anni che nulla è mai scontato e l'esempio Cosenza ne è stato solamente l'ultimo granello di un vasto campo seminato.
C'è una speranzella che strappo con prepotenza da questa prima metà di stagione, arrivata durante l'ultimo match. Un'unione giocatori-pubblico che non vedevo da tempo e che credo proprio abbia permesso al Novara di riprendere un match in salita. E' da li che voglio ripartire, che dobbiamo tutti ripartire.
Domenica è già tempo di girone di ritorno: c'è da svoltare definitivamente. Tutti uniti in un'unica direzione; per eventuali ulteriori processi ci sarà poi una lunga estate a disposizione. Ora è il tempo di combattere, di lottare, di vivere intensamente ogni singola partita.
Daniele Faranna
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