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domenica 26 maggio 2019 - 13:17
di Massimo Barbero

La storica conquista della Champions League da parte dalla Igor Volley ha completato per lo sport novarese un ventennio di traguardi esaltanti, inimmaginabili ad inizio millennio: dal 2001 ad oggi abbiamo quasi sempre avuto una squadra di pallavolo femminile in lotta per i più prestigiosi traguardi italiani ed europei, dal 2001 al 2008 abbiamo vissuto emozionanti stagioni di basket ad un passo dal massimo campionato e lo stesso Novara Calcio ha completato una scalata incredibile, dalla C2 alla serie A.

Certo ci sono state anche delle forti delusioni (l’addio di Cimberio, degli Aironi eppoi dell’Asystel, le finali di pallavolo perse e, più di recente, le retrocessioni del Novara Calcio) ma se paragoniamo l’attuale bilancio complessivo alla calma piatta ‪1980-2000‬ (tanti successi nell’hockey, la chimera C1 per il calcio, la Coppa Italia per il baseball e pochissimo altro almeno per gli sport di squadra) il salto di qualità è evidentissimo.Anche il bacino di utenza in termini di pubblico si è allargato notevolmente: la serie A del Novara Calcio ed i momenti più esaltanti di basket e volley hanno attratto nuovi appassionati (dalla città e dalla provincia) che prima erano costretti a spostarsi a Milano, Torino o altrove per gustarsi lo sport di un certo livello.

Forse la serata più gratificante (in termini di partecipazione collettiva) rimane quella del 16 maggio 2015. Il “PalaIgor” era strapieno per la “bellissima” con Casalmaggiore ed in contemporanea un buon pubblico seguiva Novara-Salernitana di Supercoppa al “Piola”. Senza dimenticare lo schermo gigante in Piazza Martiri nel cuore della festa per il mezzo secolo dei “Fedelissimi”.Pure in termini di impiantistica, tra mille problemi e crescenti difficoltà burocratiche, abbiamo fatto dei vistosi passi in avanti. Senza la realizzazione del tanto vituperato PalaTerdoppio l’esaltante cavalcata della Igor oggi Campione d’Europa forse non sarebbe mai nemmeno cominciata.

Il millennio invece era iniziato tra le polemiche Achilli-Correnti perché il compianto Sindaco non voleva saperne di destinare dei fondi per i lavori di adeguamento di uno stadio “Piola” (senza un impianto di illuminazione funzionante e con un tetto in eternit che sarebbe crollato di lì a poco) frequentato, di norma, da poche centinaia di persone. In questi anni invece l’ormai ultraquarantenne impianto di Viale Kennedy (soprattutto grazie all’estrema lungimiranza dell’attuale proprietà) è sempre stato adeguato per tempo a nuove norme e nuove categorie, senza mai farci saltare nemmeno una partita ufficiale.

Tutto bene dunque? Non proprio… In questo ventennio abbiamo anche perso un simbolo cittadino quale l’Hockey Novara senza che nessuno (a parte gli impagabili “Lungasc” e “Vladi”) alzasse la voce per difendere cotanto patrimonio sportivo. Anche il baseball sta ripartendo dalle retrovie e dal settore giovanile dopo aver abbandonato la massima categoria.Ho purtroppo la sensazione (il timore) che tutto questo sia legato ad un (sopravvenuto) differente modo di vivere e seguire lo sport di vertice da parte di una bella fetta di concittadini: obiettivi prestigiosi e palcoscenici esaltanti hanno fatto perdere, via via, il contatto ed il legame con la tradizione e le proprie radici. Si cerca e si segue la squadra vincente, ancor prima della propria squadra. E nonappena le vittorie non arrivano più si lascia la strada dello stadio per imboccare quella del palazzetto. O viceversa.

E, se del caso, si cambia persino il colore della sciarpa (dal biancorosso Asystel al biancoazzurro Igor per fare un esempio).Ovviamente non è un fenomeno solo novarese, ci mancherebbe. E’ un po’ lo specchio della realtà attuale che induce soprattutto i più giovani a tifare sempre e solo per chi vince. Ma non dappertutto è così. L’anno scorso in tv ho visto il “Menti” pieno e vociante per un Vicenza-Renate ed ho immaginato che i biancorossi navigassero già in zona promozione.

Invece stazionavano in una posizione più vicina alla zona play out che ai sogni di gloria, con problemi societari insormontabili. Ma, fatte le debite proporzioni numeriche, l’atmosfera era quella di un Vicenza-Chelsea di Coppa delle Coppe…La rapida scalata verso la serie A del Novara ha convogliato in Viale Kennedy tanti tifosi che prima non si riconoscevano nel Novara che sgomitava, spesso a fatica, con Lumezzane, Ospitaletto o Fiorenzuola (talvolta però con 4-5 mila persone sugli spalti a soffrire).

Tifosi attratti dalle vittorie e dal palcoscenico di prestigio che se la sono data a gambe altrettanto rapidamente… nonappena le vittorie ed il palcoscenico di prestigio sono svaniti. Forse li rivedremo in qualche derby con la Pro Vercelli o se mai dovesse capitare (volesse il cielo che…) un’altra giornata come quella di Lumezzane. L’emorragia di pubblico ed entusiasmo è iniziata ben prima del ritorno in serie C ed anche dell’annata culminata con l’ultima retrocessione. Gli spalti hanno cominciato a svuotarsi già nella stagione targata Baroni… nonappena è svanita l’adrenalina dei 4-1 in serie. Nel frattempo, ahinoi, per ragioni anagrafiche o semplici abitudini pantofolaie… abbiamo perso anche gran parte degli “aficionados” che negli anni ottanta e novanta non mancavano mai. Che magari quando la zona C1 si allontanava troppo… mollavano la presa giurando che non sarebbero mai più tornati sui propri passi… Ma poi a settembre alla prima di campionato dell’anno successivo erano ancora lì, a sperare e tifare, come se niente fosse…

Quattro mesi dopo la disgraziata retrocessione con il Pontedera… già organizzavamo carovane di pullman per Cuneo… E la curva era strapiena per un Novara-Viareggio di metà novembre.“E pensare che fino a 7 anni fa non avevo mai visto una sola partita di pallavolo…” in questa genuina frase di un entusiasta Fabio Leonardi è forse racchiusa la sintesi dello sport novarese attuale, contraddistinto da passioni travolgenti, talvolta però passeggere (per quanto 7 anni di impegno finanziario di tal genere rappresentino comunque già un lasso di tempo rilevante per un imprenditore). La Igor merita certamente un grosso grazie per aver dato lustro alla nostra città e sinceri complimenti per un trionfo memorabile.

Ma il vero capolavoro lo avrà compiuto se tra 10 anni sarà ancora radicata nella nostra realtà sportiva, con il contorno di una base di giovani praticanti sempre più ampia e di un pubblico capace di seguirla con lo stesso affetto persino se dovessero arrivare, per disgrazia, anche stagioni anonime di centroclassifica. Per adesso il plauso più sentito lo rivolgo all’Agil Volley, una società nata a Trecate oltre 30 anni fa che ha sempre saputo abbinare il rispetto dei propri valori a progetti sportivi rilevanti che hanno rappresentato la base per portare (per due volte nel giro di una decina d’anni) la pallavolo di vertice a Novara.

Tornando all’amato pallone, chiudo salutando con affetto “Charlie” Ludi e ringraziandolo di cuore per tutto quello che ha dato in questi 13 anni, ininterrotti, al nostro Novara, in campo e fuori. E’ stato un piacere ed un privilegio seguire le orme, sportivamente parlando, di una persona come lui. Ecco, a proposito di bandiere da non rinnegare al primo refolo di vento contrario… ad inizio novembre quando, dopo un quarto d’ora di gara disgraziato contro l’Albissola, ho visto un tifoso del rettilineo girarsi ad inveire contro “Charlie”… come fosse un Pederzoli qualsiasi (con tutto il rispetto ovviamente per la professionalità del ds bresciano trasferitosi in Cina) ho capito che la nostra stagione stava già irrimediabilmente andando in vacca…

Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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