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giovedì 21 novembre 2019 - 16:02
2 maggio 2010: Arezzo-Novara 2-1

Stavolta comincio dall’incipit dell’Opinione pubblicata sul sito il giorno dopo: “L’indomani di una promozione è come il giorno dopo le elezioni… Hanno vinto tutti, il trionfo è merito di tutti… Per questo nella settimana post Cremonese mi sono un po’ ritratto da encomi, omaggi e celebrazioni… per gustarmi, solo tra i miei pensieri, il sapore dell’impresa… ripensando alle incredibili sensazioni che ci ha fatto vivere questa squadra da agosto ad oggi… Per poi vivere il piacere di una lunga e serena trasferta con il contorno degli amici di tanti viaggi e degli appassionati veri”.

L’agognata promozione in B, inimmaginabile prima dell’avvento della famiglia De Salvo ma ampiamente annunciata in quella stagione da un cammino straordinario, mi aveva lasciato un pizzico di gelosia nei confronti di tutti gli “insospettabili” che si erano impossessati di colpo, ad arte, di una passione che fino ad un anno prima era patrimonio quasi esclusivo di noi “soliti noti”.

Soltanto col tempo, con la saggezza dei 40 anni, ho imparato che certi momenti bisogna goderseli e basta, senza guardare a quel che fanno gli altri e senza troppi pensieri. Dell’epoca mi rimangono impressi come momenti di vera estasi il ritorno in macchina da Lecco il sabato di Pasqua quando avevamo capito che era proprio fatta…

Ed il pranzo al “Triathlon” prima della partita con la Cremonese, con le magliette celebrative fatte realizzare da Lelio Bigogno e regalate ad un paio d’ore dal match presumibilmente festoso ai compagni di tante sofferenze sportive, in barba alla scaramanzia.

Per il resto ricordo soprattutto una grande stanchezza.
Per il viaggio in macchina a Benevento, per il computer che non andava proprio in quei giorni, per le udienze da fare e per le schede del libro “Bellissimo Novara” da completare.

Sta di fatto che accolgo la “pseudo” festività del 1 maggio (era comunque sabato) come una vera e propria oasi di pace. In breve tempo sarebbe cambiato molto nella mia vita: un nuovo computer, un nuovo studio, una nuova collega di studio (Marzia Bonsignore che mi sopporta tuttora) una nuova categoria per il Novara che m’imponeva di cancellarmi dalla lista dei difensori d’ufficio di pronta reperibilità perché il sabato sarei dovuto andare allo stadio, non in udienza.

La breve vacanza agostana itinerante tra Lisbona e Casablanca avrebbe rappresentato uno spartiacque tra recente passato e prossimo futuro.Mi accingo a partire per Arezzo con la serenità di chi è riuscito a mettere quasi tutto a posto e sente che (forse) il meglio deve ancora venire. Le mire di una “due giorni” in Toscana sono naufragate di fronte alle giustificate lamentele di Silvia, signora Molina.

D’altronde, per chi ha raggiunto in macchina Benevento due settimane prima, andare ad Arezzo è poco più di una gita fuori porta.

Siamo in quattro. Con me e Paolo Molina ci sono l’aspirante fotografo Fabrizio Patrucco ed Enea Marchesini per “Tribuna”. Il tempo è bruttino, forse pioverà, forse non ci sarà il traffico da rientro tipico di un ponte del 1 maggio anche perché di ponte proprio non si è trattato visto che anche il 25 aprile cadeva di domenica.Il primo scroscio d’acqua ci accoglie mentre passeggiamo per Arezzo nei luoghi immortalati da “La vita è bella” di Benigni.

Paolo ha un’idea: visto che stiamo alla prese con la nostra ultima trasferta in serie C dobbiamo ricordare in diretta radio qual è stata la prima, 33 anni fa. Chiamo a casa mio padre che va a sfogliare “Un amore lungo 90 anni” e riferisce di un Pro Vercelli-Novara terminato 2-2 nel settembre 1977 con doppietta di Veschetti.

Andiamo a pranzare in un bel ristorante dove torneremo anche quattro anni e mezzo dopo, una volta ripiombati in C. E’ su un vialone non distante dal centro. E’ quasi l’una e non sono ancora venuti a prendere le ordinazioni.

La partita è alle 15, non c’è troppo tempo da perdere. Il garbatissimo Fabrizio con i modi più gentili che si possano immaginare chiede alla titolare: “scusi, possiamo ordinare?”.
Lei la prende male: “Ecche??? Ciavete la furia???” Eppoi si allontana esclamando: “I ragazzi c’hanno la furia!!!”.
Mangiamo un primo e via allo stadio con la pioggia che va e viene. Paolo ha impresso nella mente un “tormentone” “Oggi vincete voi, a noi non frega nulla” e lo ripete a chiunque incontri sulle scale.
Qualcuno sorride, qualcun altro ci guarda un po’ perplesso temendo di essere preso per il naso. Sei anni prima le cose stavano all’opposto con l’Arezzo di Somma ormai in B il giorno del match giocato a Novara il 18 aprile.

Non siamo i soli giornalisti al seguito stavolta. C’è Renato Ambiel con l’inseparabile Gloria che ne ha approfittato per una breve vacanza nella sempre affascinante Toscana. In tribuna incontriamo anche Lisuzzo, Drascek e Gheller perché Tesser ha scelto un ampio turn over. Tra i pali c’è Ujkani, al rientro da un infortunio al ginocchio. In difesa, accanto a Ludi e Gemiti, troviamo Jidayi e Cossentino. In mezzo al campo, con Rigoni, ci sono Evola e Juliano. Il trequartista lo fa Ledesma alle spalle di Bertani e Gonzalez che hanno cominciato dalla panchina contro la Cremonese.

L’Arezzo è una squadra da quartieri altissimi della classifica, in piena corsa per i play off. Per un po’ era sembrata addirittura la nostra antagonista principale per il primo posto. Ci sono Miglietta e Maniero che prima o poi vestiranno l’azzurro con modeste fortune, Figliomeni e Laverone che ritroveremo in B ed Erpen che ci ha sempre dato parecchio fastidio. Sulla panchina amaranto sono sempre passati allenatori di grande valore.

Tre stagioni prima sono retrocessi in C con Conte e Sarri al timone. Ora c’è Semplici che ha appena preso il posto di Galderisi che gli era subentrato in autunno.Tra i pali nella squadra di casa non gioca Mazzoni, grande protagonista nel “Monday night” del “Piola” a dicembre, stavolta squalificato. In porta c’è Giusti, un cognome che (oltre alla mitica Francesca dell’Ufficio Stampa) ci evoca il nome del ristorante dove abbiamo cenato la sera al rientro da Perugia e pranzato andando verso Benevento, sempre per volere del buongustaio Jean Paul.

Non c’è tanta gente, meno di 2000 persone. Stranamente sono pochi i novaresi al seguito. Ugo Ponzio apre il collegamento con un lungo elogio ai due radiocronisti, sempre presenti su tutti i campi della serie C, a qualsiasi costo. In realtà ha fatto quasi tutto Paolo, io mi sono limitato al ruolo da spalla in questa stagione, pur non saltandone nemmeno una.

Dal sito ufficiale del Novara è arrivata la bella notizia del “ripescaggio” della “Berretti” di Gattuso sorprendentemente qualificata come migliore seconda per i successivi quarti di finale che ci porteranno alla Final Four del “Piola”.

L’Arezzo parte forte, ma il Novara pian piano si organizza e risponde colpo su colpo. I nostri, stavolta in maglia bianca, giocano con la facilità di palleggio di chi non ha bisogno di centrare il risultato a tutti i costi. Ci manca qualcosa in fase realizzativa, quel pizzico di cattiveria e concretezza che ci permetterebbe di capitalizzare la supremazia in mezzo al campo. E così i padroni di casa ci castigano: Erpen imbecca Maniero che batte Ujkani in uscita, sotto la curva amaranto. Non c’è tempo per rammaricarsi perché arriva subito il pareggio azzurro: triangolo Ledesma-Bertani-Ledesma e l’argentino non lascia scampo a Giusti segnando il suo primo (ed unico) gol in campionato con il Novara.

Nel finale di tempo le parti s’invertono: da Ledesma per Bertani, ma stavolta Giusti si salva di piede. Nel frattempo, già sull’1-1, sono entrati allo stadio anche i tifosi del Novara, bloccati in Autostrada da un incidente ed ora fischiati per quel prolungato e festoso coro “ Serie B, Serie B!!!”.

Mavillo nell’intervallo non le manda a dire: “Tutti bravi in campo, ma… Cosa c’era scritto sulla maglia esibita da Ledesma dopo il gol? Emmanuel non può scrivere così piccolo e pretendere che la gente riesca a leggere da fuori…”.
Il mistero verrà svelato soltanto negli spogliatoi quando Ledesma spiega: “ Era una dedica alla mia fidanzata ed al nostro cagnolino. Per noi è come se fosse un figlio…Non si leggeva abbastanza bene? Vorrà dire che per il prossimo gol lo scriverò ancora più grande…”Ad inizio ripresa la squadra di Semplici colleziona una serie di calci d’angolo. Poi è il Novara a prendere il sopravvento, almeno apparentemente.

Gli uomini di Tesser fanno registrare un’evidente supremazia che regolarmente però viene vanificata al limite dell’area. Un tiro di Bertani è deviato oltre la traversa. Poi Pablo spreca un assist dell’amico Ledesma calciando a lato. Da una parte entrano Porcari e Kurbegovic, dall’altra quel Croce che rivedremo nell’Empoli di Sarri. Mentre Ugo aggiorna i risultati dagli altri campi io e Paolo ci guardiamo e ci diciamo che probabilmente finiremo col perderla questa partita. E puntualmente accade proprio prima della mezzora quando Croce serve Maniero che si gira e fa secco ancora Ujkani.

Il Novara non ha più lo smalto e gli spazi della prima ora di gioco e rumina calcio alla ricerca del pari. Jidayi incorna sopra la traversa poi una conclusione di Juliano viene deviata in corner. La gara finisce sotto la pioggia battente mentre i tifosi azzurri fanno festa comunque ed applaudono i loro beniamini.Pasquale Sensibile è un maestro nel dire senza dire, anche a caldo: “ E’ impossibile avere qualcosa da rimproverare ad una squadra che ha avuto un simile rendimento. Ma se devo fare delle valutazioni da tecnico devo dire di non essere soddisfatto del nostro finale di gara”.

Tesser stavolta invece è molto più diretto: “L’ultima mezzora non mi è proprio piaciuta – attacca in sala stampa – Peccato perché per un’ora avevamo sicuramente mostrato un calcio anche piacevole. Invece nel finale non abbiamo giocato come avrei voluto. Avevamo la coppia d’attacco giusta per incidere contro un avversario molto sbilanciato. Ma stavolta ci è mancato un pizzico di cattiveria negli ultimi sedici metri. Non mi piace perdere. Questa squadra non l’aveva mai fatto per trenta partite. Nelle ultime tre gare invece abbiamo raccolto meno. Soltanto un punto in tre giornate. Decisamente poco anche rispetto alla mole di gioco creata rispetto ai nostri avversari. Ora dobbiamo riprendere ad allenarci con la giusta intensità e pensare con lo spirito adeguato all’ultima gara di campionato”.

Enea non ne vuol sapere di scrivere in macchina e per questo gli ho dato una mano prima del calcio d’inizio fornendogli notizie dettagliate sulle partite di hockey e “Berretti” che ho seguito dal vivo. Io completo gli articoli in auto, agevolato da una coda che ovviamente non piace a chi deve guidare. Usciamo anche dall’Autostrada, ma non è che guadagniamo tanto. Quando il traffico finalmente si smaltisce ci fermiamo all’Autogrill per cenare. La radio ci racconta di uno strano Lazio-Inter che vale lo scudetto con i padroni di casa invitati a “scansarsi” dai propri tifosi per scongiurare il controsorpasso della Roma.

Un giornalista di Pagani telefona a Paolo e noi gli promettiamo che ci scanseremo a nostra volta la domenica successiva per la salvezza della Paganese. Ovviamente è solo uno scherzo, ma tanto basta per farci terminare la lunga e stancante giornate tra le risate sfrenate. Mai sconfitta è stata così dolce…

Massimo Barbero

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