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domenica 31 maggio 2020 - 08:13
di Massimo Barbero

Oggi c’è tanta carne al fuoco… ma voglio partire dall’amico Dado per unirmi all’abbraccio collettivo. E soprattutto per ripetere ai suoi figli che, nell’ingiustizia del dolore, hanno la fortuna di avere un papà straordinario. Le parole che ha scritto sul “muro” in un momento tanto brutto sono l’ennesima conferma che resta semplicemente il Migliore.
Siamo in molti (io certamente sono tra questi) a dover imparare dal suo equilibrio e della sua umanità che rimangono tali anche nel bel mezzo di una tempesta.

Un saluto decisamente meno triste è quello che rivolgo all’amico Carlo Magretti. Era fine 2001 quando mi chiese: “ Ti andrebbe di scrivere qualcosa per il sito?”. Da allora non ho più smesso. Senza di lui “ForzaNovara” non sarebbe mai esistito e forse senza “ForzaNovara” anche la storia recente del Novara Calcio sarebbe stata meno brillante. Sono contento che abbia vissuto “dal di dentro” gli anni più belli, se lo merita.
Mi rimane impressa un’immagine: settembre 2010 Varese, la gara giocata in due sere per la pioggia, alla fine una bella fetta di pubblico si affaccia in zona mista e ce ne dice di tutti i colori. Carlo, appena arrivato all’ufficio stampa, con una professionalità straordinaria scorta Tesser e si allontana, senza fiatare e senza nemmeno alzare gli occhi. In poche settimane aveva già imparato quando è indispensabile dimenticarsi di essere tifosi.

Il fotogramma settimanale che mi porto nel cuore è la presenza di Maurizio Rullo a Novarello a seguire uno dei primi allenamenti individuali, a credere nei play off (che personalmente continuo a ritenere improbabili) nonostante tutto.

Se ci pensate, dopo quello che ha passato, la sua carica vitale è uno straordinario messaggio di speranza per ciascuno di noi, quasi un’immagine da copertina, uno spot per il calcio che vuole ripartire. Il fatto che sia ancora lì accanto alla figlia Elisa vale più di qualsiasi campionato vinto, di ogni progetto futuro più o meno criticabile.A dispetto di quel che si legge, con l’attuale protocollo il calcio in Italia non potrà ricominciare. E se ricomincerà avrà probabilmente vita breve perché il rischio che un nuovo contagio blocchi tutto da un momento all’altro è davvero elevato.

Lo ripeto da settimane: bisogna prendere una posizione netta. O si sceglie di imitare la Germania (dove una positività non ferma la Bundesliga) o si sceglie di seguire la Francia (che ha decretato lo stop da oltre un mese). La terza via (sperare nel cielo) non può reggere, è controproducente e comunque pericolosa.Il (quasi) via libera governativo ha scatenato il peggio del mondo del pallone con una serie di dichiarazioni senza freni, ciascuno è andato per la propria strada.

Il punto più basso lo si è toccato con le proteste, più o meno rumorose, di tre delle quattro società che dovrebbero contendersi la Tim Cup.

Ma come? Insisti con il Governo per mesi per giocare sfidando Coni, e gran parte dell’opinione pubblica eppoi quando finalmente ti danno il via libera ti lamenti perché dovrai disputare 3 partite di fila? Che sia una stagione falsata dal punto di vista sportivo è fuor di dubbio, ma sarebbe o sarà così ovunque e comunque. Nulla cambia se la Coppa la piazzi in mezzo all’inizio alla fine o anche se la cancelli del tutto.

Sarà (sarebbe) un calcio comunque differente in qualsiasi caso: l’alternativa è prendere o lasciare, bisogna semplicemente scegliere in maniera chiara senza guardare il proprio orticello.In serie C la situazione è ancora più complicata. Ognuno dice la propria e molti sparano a zero contro la ripresa. Anche chi non dovrebbe giocare né play off né play out come il buon Secondo della Pro Vercelli.

Nelle dichiarazioni si mischiano remore di carattere etico, economico e sanitario, preoccupazioni legate ai propri interessi di classifica ed addirittura questioni di fair play (leggi il comunicato dei calciatori che rischiano di retrocedere). Io credo che i vari piani vadano distinti se no si fa solo un gran minestrone nel quale si butta dentro qualsiasi cosa. Se permane un rischio per la sicurezza dei tesserati è doveroso fermarsi, senza se e senza ma. Se i protocolli sono in grado di azzerare quasi del tutto questo rischio è doveroso invece seguire le indicazioni di Federazione e Lega (dopo aver fatto valere il proprio diritto di voto nelle sedi opportune) senza andare ogni volta per conto proprio.

Fare sport professionistico è anche questo, con costi, oneri ed obblighi, prendere o lasciare.

Mai come oggi tra B e C c’è davvero un abisso e la forbice tra queste due realtà si sta allargando a dismisura nei giorni dell’emergenza e della crisi. O si bloccano promozioni e retrocessioni o chi ha i mezzi e vuole giocarsi una chance di fare un salto verso l’alto ha diritto di avere una possibilità sul campo.

Non resta che dare un bentornato agli Azzurri che stanno ritrovando Novarello… saperli di nuovo assieme… anche se non tutti e anche solo per qualche corsetta individuale…già riscalda il cuore…

Forza Novara sempre!!!


Massimo Barbero

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