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mercoledì 02 dicembre 2020 - 10:00
19 dicembre 2004: Grosseto-Novara 1-0

La trasferta di Grosseto era stata pianificata da giorni. Sarei dovuto partire la domenica mattina con la famiglia Cortese per poi rientrare sul pullman del Novara Calcio visto che i coniugi avevano in programma un soggiorno in Maremma.

La Isa non sta bene, non so cos’abbia, non partiamo più”. La chiamata del direttore Cortese arriva verso le 11 di un tranquillo (fino a quel momento) sabato mattina trascorso a casa con la testa pesante per il vino bevuto la sera prima alla cena di studio.

Sono a piedi. Comincio così una serie trafelata di telefonate per cercare un’alternativa. Daniela, Responsabile di Radio Abc non risponde né alla chiamate né ai messaggi. Dunque devo decidere di testa mia. Arrivo fino a Sergio Borgo che mi rifila una meritata serie di (affettuosi) improperi, ma non mi nega un passaggio: “trovati alle 2 davanti allo stadio e non rompere più i c…”.

Il peggio sembra passato ed invece il peggio deve ancora venire. I genitori come gli amici con cui sarei dovuto uscire alla sera mi ripetono in coro “per una volta potevi stare a casa”, ma la prima coltellata al cuore arriva quando il pullman si mette in moto. Mi richiama finalmente Daniela, 3 ore dopo la mia prima telefonata, per unirsi al coro del “dovevi stare a casa”. Ma come? Io mi sono sbattuto per cercare una soluzione per garantire un servizio alla radio ed adesso, anziché ricevere un grazie, mi dicono che ho sbagliato tutto? Comincia in quest’istante un periodo di grande freddezza nei miei rapporti con Abc che durerà fino alla primavera inoltrata quando finalmente ci chiariremo (ancora oggi considero Daniela e Mario degli Amici e li ringrazio per l’opportunità e lo spazio che mi hanno concesso).

Il secondo colpo al cuore però arriva quando anche i calciatori azzurri si mettono a brontolare per la mia presenza sul torpedone. Avevo affrontato con loro le trasferte di Sassari ed Andria quando il grosso degli spostamenti era previsto in aereo e nessuno aveva avuto da ridire. Anche stavolta Pinamonte mi aveva accolto nel migliore dei modi al racconto delle mie disavventure: “Hai fatto bene a venire con noi Massimo! Volevi mica andar su da solo? Ieri sera hai bevuto? Hai fatto bene… se non c’era f… tanto vale bere”.

Le cose cambiano quando arriva il momento di sedersi. Nessuno vuole rinunciare alla possibilità di allungarsi sul posto vicino per permettermi di sedermi. Anzi i calciatori cominciano a lamentarsi con quel “adesso in trasferta volete portare anche i giornalisti” che mi ferisce un po’. Io di quella squadra non ero un semplice giornalista. Ero il modesto, ma appassionato, cantore di una parabola cominciata con la salvezza di Fiorenzuola e proseguita con la finale play off con l’Alto  Adige e due campionati nella C1 tanto agognata. Io c’ero sempre stato, in casa ed in trasferta. Avevo sfidato e sconfitto anche la paura di volare pur di mancare mai… ed ora vengo trattato come un semplice “giornalista” che approfitta di un passaggio.

Mentre il pullman imbocca l’A26 giuro a me stesso che questa rimarrà l’ultima volta. L’ultima radiocronaca, l’ultima occasione nella quale chiedo un passaggio. Potessi scenderei dal pullman di corsa al volo, ma ormai è andata così e non mi resta che incassare in silenzio.

Ora, a distanza di ormai 16 anni, tutti sapete che quella di Grosseto 2004 non è rimasta certo l’ultima volta. Però almeno in quella stagione avrei mantenuto almeno in parte i miei propositi non andando più in trasferta al di là della Lombardia e saltando i viaggi a San Giovanni Valdarno, Prato, Acireale, Vittoria, La Spezia e Pistoia. Un inferno per uno come me abituato da diversi anni ad esserci sempre e che dall’autunno successivo riprenderà ad esserci, a qualsiasi costo.

Mi immergo nei miei pensieri in un’autostrada semideserta. Walter Perosino di “Tuttosport” è il più comprensivo degli interlocutori e trasforma il pezzo di hockey che avrei dovuto inviargli in serata in una semplice notizia in breve. Un po’ sollevato, prendo contatti con chi mi dovrà fornire i risultati delle squadre novaresi. Sul pullman il silenzio è rotto da Max Palombo che si lamenta per il volume del televisore che diffonde un film: “Io non capisco… o si sente troppo alto… o non si sente per niente”.

La serata al tavolo dello staff di Massimo Venturini è piacevole con Borgo che mi trascina nelle sue gag. Adesso mi sento di nuovo uno del gruppo. Il mister è una persona dall’ironia (ed autoironia) formidabile e dall’educazione sopra la media: mai un comportamento o una parola fuori posto. Vicino a me c’è anche Christian Bini che ha appena cominciato la sua carriera da allenatore dei portieri.

Intanto mi arriva la notizia dell’ennesima sconfitta dell’Hockey Novara, battuto anche dal Cgc Viareggio ed a rischio retrocessione. Ha perso pure il Roller, ma a Bassano era inevitabile. La Rotellistica invece ha strappato un pari con il Breganze. Moreno Spina mi informa dell’imminente passaggio di Pellice dal Novara alla società di Daniela Gallina.

La domenica mattina scorre via veloce con il pranzo fissato subito dopo quello dei calciatori che mangiano alle 10.30. Si guarda il Cervia con Borgo che inveisce davanti allo schermo nei confronti di uno dei protagonisti: “non puoi fare il calciatore e sbagliare piede…”. Arriva anche Pippo Resta con la moglie ed il fido Giavani. La sua signora è molto gentile, ma si coglie nei rapporti tra il Presidente ed il Ds un po’ di freddezza.

E freddo è anche il clima allo stadio appena intitolato a Carlo Zecchini. Il cielo è grigio e la temperatura è in linea con l’ormai imminente arrivo dell’inverno. Viaggiando con la squadra si arriva allo stadio con un anticipo che mi rende felice. Posso montare la mia attrezzatura con tutta calma ed attendere le 14.25 circa quando comincerà la diretta. Mario mi saluta cordialmente e mi passa la linea, nessuno di noi accenna alle polemiche del giorno prima.

Venturini schiera un 4-4-2: Franzese, Cusaro, Ciuffetelli, Cioffi, Polenghi, Leto Colombo, Monza, Braiati, Cantone, Palombo e Rubino. Siamo a metà classifica con 19 punti in 14 partite. Perdiamo di rado, ma vinciamo altrettanto raramente. In ben tre occasioni ci siamo fatti rimontare dal 2-0 al 2-2. Il Novara 2004-05 sembra una grande incompiuta: sulla carta sarebbe molto più forte della stagione precedente per il ritorno di Rubino e per le tante alternative in rosa, ma sul campo non si vede lo spirito battagliero delle stagioni precedenti. Si ha la sensazione che diversi giocatori con la testa siano già al mercato di gennaio. Venturini, messo in discussione troppo presto, ha tentato tante strade. Oggi prova a riproporre la coppia Palombo-Rubino che in pratica non giocano assieme dall’esaltante rimonta targata Di Chiara. Nelle file del Grosseto (che è molto più avanti di noi in classifica) milita anche il novarese Beltrame.

Il primo tempo scorre via tranquillo con poche emozioni. Un tiro di Pellicori esce a lato. Poi ci prova Palombo con un paio di spunti senza fortuna. Poco prima della mezzora si fa vedere il Pole con una gran botta al volo respinta dal portiere di casa.

Nella ripresa cresce la pressione dei locali. Lo stadio si incendia quando viene annullato un gol di Pellicori per fuorigioco. Adesso il pubblico della tribuna comincia a prendermi di mira riconoscendomi come unico volto (e voce) “straniero” nei paraggi. Ad ogni perdita di tempo dei giocatori in campo la gente inveisce anche nei miei confronti... come se fossi io a nascondere il pallone.

Esce Palombo ed entra Carlet mentre dall’altra parte va in campo Cristian Bertani che aveva svolto parte della preparazione con il Novara in attesa di un trasferimento mai perfezionatosi. Il gol del Grosseto è nell’aria ed arriva puntuale al 23’ quando Bellè indovina la punizione che non lascia scampo a Franzese.

Il Novara, rimasto troppo passivo ad inizio ripresa, si ributta in avanti e sfiora subito il pari con Braiati che chiama il portiere Rossi ad un grande intervento. Adesso sono i padroni di casa a nascondere i palloni ed il pubblico di casa si arrabbia con i componenti della panchina azzurra che fanno da raccattapalle aggiuntivi per ridurre le perdite di tempo in un campo circondato dalla pista d’atletica. Entrano Dosi e un Pinamonte che si piazza nell’area avversaria a far da sponda sui tanti lanci lunghi che spiovono dalle retrovie, ma non basta. E’ anzi il Grosseto a sfiorare il raddoppio più volte in contropiede. Finisce con 1-0 che proietta i toscani addirittura al terzo posto in classifica.

Scendo la scala che porta al tunnel degli spogliatoi circondato da una serie di “amici” del presidente Camilli che hanno un’aria tutt’altro che rassicurante e continuano a recriminare per le perdite di tempo azzurre sullo 0-0 poi divenute improvvisamente fretta una volta incassato il gol.

Completo le interviste e restituisco la linea alla regia (forse definitivamente?). Il “Pina” si sfoga un po’ con me considerandomi, a buon diritto, un amico. Poi saliamo su di un pullman adesso semideserto perché molti giocatori torneranno a casa con le proprie auto essendoci la pausa natalizia.

Si parte? No, non  si parte… perché ci sono un paio di calciatori azzurri bloccati all’antidoping che non riescono proprio ad espletare. Li aspettiamo per un po’ li lasciamo al loro destino… sperando che possano tornare in treno con l’attentissimo Luigi Falzone. Invece in treno arriveranno solo a Genova dove dovremo andarli a recuperare moltiplicando con gli interessi il tempo che avremmo aspettato a Grosseto se ci fossimo fermati. E’ mezzanotte passata quando il pullman del Novara Calcio sfila davanti all’Acquario di Genova tra gli sguardi perplessi dei pochi passanti. Io consumo l’attesa andando a bere un succo di frutta in un bar con il simpaticissimo Luciano Re.  

E’ davvero finita. E’ stata proprio l’ultima trasferta e l’ultima radiocronaca. Sì, l’ultima del 2004… 16 anni dopo, nonostante tutto, non ho perso la voglia di allora di imboccare l’Autostrada per assistere ad una partita di calcio…

Massimo Barbero

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