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giovedì 08 aprile 2021 - 10:37
4 ottobre 2009: Pro Patria-Novara 0-1

Stiamo cullando il grande sogno, ma il sogno potrebbe svanire in un istante. E’ una “settimana corta” perché abbiamo giocato il lunedì sera in posticipo con l’Alessandria e la domenica pomeriggio siamo di nuovo in campo per affrontare la Pro Patria.

In mezzo ci siamo smazzati anche un triangolare amichevole a Biella.

Ma la notizia della settimana è un’altra: il venerdì mattina i siti di mercato aprono con la bomba del possibile passaggio di Pasquale Sensibile al Napoli. Ma come? Il Ds che ha già conquistato Novara (ricordate i cori della presentazione “Vai Pasquale Aleee…. Sensibilizza la città”?) potrebbe partire a soli cinque mesi dal suo arrivo? Leggende narrano che uno scatenato Danny Faranna abbia telefonato alla sede del Napoli chiedendo di parlare con De Laurentiis per dirgliene quattro e si sia sfogato con il povero segretario deputato a fare filtro.

Sta di fatto che non ci stiamo godendo il momento, la paura che il progetto lanciato in estate possa svanire da un momento all’altro ci fa dimenticare anche la gioia per il successo in diretta Tv sui grigi.

Ci attende un’altra sfida classica: sul campo della Pro Patria oggi Aurora. La società bustocca è fallita nel corso della precedente stagione, ma ha salvato il titolo sportivo. Sul campo è arrivata ad un passo dalla B persa nella finale col Padova. In estate i tigrotti sono ripartiti con una squadra che non ha più la qualità dei vari Toledo, Fofana, Do Prado, ma ha comunque tanti uomini interessanti: Pivotto, Aquilanti, Melara, Ripa, Serafini. In panchina il “nostro” Giuseppe Manari è affiancato da Di Fusco.

Affrontiamo la trasferta con la mia Panda che non ha segni di riconoscimento novaresi e può essere lasciata nel parcheggio davanti allo stadio in tutta tranquillità. Con me c’è l’inseparabile Enea Marchesini e forse (ma non ho ricordi nitidi) un Danny Faranna libero da impegni arbitrali. Non è ancora tempo di radiocronache a due voci ed il microfono spetta a Paolo Molina, tornato in sella da un paio di settimane. Io di tanto in tanto faccio capolino nella sua postazione sperando di recuperare presto gli spazi perduti. Da qualche giorno Ugo Ponzio mi ha chiesto di fare parte della squadra lasciandomi uno spazio in coda al radiogiornale del lunedì.

Stranamente Enea è più nervoso del sottoscritto e discute con uno steward che ci controlla e ricontrolla all’ingresso dello stadio. Al via il grande assente è Raffaele Rubino, “match winner” un anno prima fa allo “Speroni” che comincia dalla panchina. Tesser rinuncia al “capitano” per schierare tre centrocampisti “puri”: Shala e Porcari fanno da scudo al talentuoso Juliano. Gli azzurri (in maglia rossa) partono con un 4-3-1-2 nel quale Rigoni agisce come rifinitore “puro” dietro le due punte Bertani e Motta. In difesa ci sono Gheller, Lisuzzo, Ludi e Tombesi. L’accorto schieramento dei padroni di casa limita, però, sin dai primi minuti, gli spazi di Marco e la manovra ospite diventa prevedibile. Il primo tempo è noioso e povero di emozioni. L’occasione più nitida capita al 43’ sui piedi di Serafini, ma il fantasista di casa, ben smarcato da Melara, calcia in maniera prevedibile tra le braccia di Ujkani.

Nell’intervallo vado a caccia della notizia del giorno. In tribuna tutte le attenzioni sono per il direttore sportivo Sensibile che siede accanto a Massimo De Salvo. Le voci di un suo possibile passaggio al Napoli avevano scosso la tifoseria azzurra che anche a Busto gli ha testimoniato, ancora una volta, tutta la propria stima con un prolungato coro: “Pasquale è uno di noi”. Lui davanti ai taccuini è stato chiarissimo: “C’è poco da aggiungere, il comunicato della società è stato eloquente. Non c’è alcun dubbio circa la mia permanenza nel Novara. Non c’è nemmeno nulla da smentire perché non c’è stato mai alcun contatto tra me e la società partenopea. L’intervento ufficiale si era reso necessario perché alcune voci incontrollate stavano diventando insostenibili. L’interessamento di un grande club fa sempre piacere, ma io sono concentrato su questo difficile campionato che stiamo affrontando”.

Soltanto la primavera scorsa il buon Pasquale ha ammesso in un’intervista che non erano soltanto delle voci: “Eravamo ad ottobre 2009, mi chiamò Andrea Chiavelli, amministratore delegato del Napoli invitandomi ad un incontro con il presidente De Laurentiis. Informai Massimo De Salvo che mi disse che la decisione era solo mia, ma nelle sue parole colsi del dispiacere. L’indomani vincemmo a Busto e mentre rientravo richiamai Chiavelli dicendogli che non se ne sarebbe fatto più niente…”.

La ripresa si apre con la Pro Patria ancora in avanti. Tesser allora prova a sorprendere i “tigrotti” con l’innesto di Pablo al posto di un Juliano ancora non al top della condizione. Gli ospiti tornano al tradizionale 4-2-3-1. La vivacità dell’argentino cambia subito volto alla contesa. Al 13’ una pericolosa azione novarese viene fermata per un dubbio “mani” di Bertani, con Gonzalez ormai libero per il tiro. Al 18’ un’invenzione di Rigoni sulla sinistra smarca benissimo Motta che incespica incredibilmente al momento della conclusione. A metà ripresa Tesser prova anche la carta Rubino e basta il suo nome per evocare fantasmi ancora abbastanza recenti al pubblico dello “Speroni”. Il Novara però rischia grosso al 26’: sul lancio di Pivotto, Ripa anticipa di testa Ujkani, la palla sembra destinata in fondo al sacco, ma Ludi rimedia nei pressi della linea di porta, spazzando in calcio d’angolo La squadra azzurra passa così in pochi minuti dal possibile inferno al paradiso. Al 32’ l’aspirante capolista colpisce con un’azione tanto bella quanto improvvisa. Sul lancio di Ujkani, il colpo di testa di  Rubino smarca Gonzalez che controlla appena dentro l’area e fredda Caglioni con un preciso rasoterra. Enea si lascia andare ad un gesto di esultanza che fa arrabbiare un collega locale che gli dice “la prossima volta vai in curva”. La Pro pare un pugile stordito, incapace di reagire. La squadra di Tesser controlla senza affanni di sorta. L’ultimo contropiede ospite genera un litigio tra Rubino ed il portiere Caglioni che rifila un calcetto tanto gratuito quanto cattivo al nostro capitano. L’arbitro allora decide di portare il fischietto alla bocca per il segnale di chiusura che consacra il Novara nuova capolista. Mentre attendo di avere accesso negli spogliatoi mi presento con Aldo Restelli, storico corrispondente della “Gazzetta” da Busto facendo dei complimenti alla Pro Patria “Meritavate di più”.

In sala stampa piomba un Massimo De Salvo ancora emozionato, che cerca subito un televisore per gustarsi una classifica che vede, finalmente, il “suo” Novara davanti a tutte. Davanti ai microfoni, però, non abbandona il consueto equilibrio nelle valutazioni: “E’ stata una partita difficile, la Pro Patria ci ha reso la vita dura, specialmente nel primo tempo. Voglio fare i complimenti al mister. Non basta avere una rosa ampia, bisogna saperla sfruttare, come ha fatto lui oggi, al meglio…”.

Il contrasto tra il suo stile e quello di Tesoro jr  che parla subito dopo è abbastanza evidente.

Tesser “allontana” i complimenti con un mezzo sorriso: “Effettivamente, stavolta, il campo mi ha dato ragione…Penso si tratti soltanto di fortuna…

Pablo Gonzalez sta facendo passi da gigante, anche nella padronanza della lingua italiana… “Sono contento per questa vittoria, è davvero un risultato importante per noi. Sono stanco, ma felice. I tre punti valgono decisamente di più del mio gol. E’ chiaro, mi piacerebbe giocare di più, ma siamo in tanti ed è il mister che decide…

Mavillo Gheller, da ex del Varese è quasi di casa allo “Speroni”: “Ormai ci abbiamo preso gusto a vincere qui… Questo successo è ancora più bello di quello dell’anno passato perché è stata una gara sofferta, nella quale siamo stati bravi a colpire al momento giusto. Pacilli era un avversario pericoloso, ma credo di essere riuscito a limitarlo al meglio. Lo costringevo quasi sempre ad indietreggiare, l’importante era tenerlo lontano dalla porta…”.

L’ultima battuta è per Carlo Alberto Ludi, protagonista di un salvataggio da “tre punti”: “C’è stato un malinteso tra i miei compagni ed ho letto bene l’azione… fa parte del mio mestiere… Questa squadra ha una grande personalità, ci sono giocatori di categoria superiore che sanno anche sacrificarsi. Sappiamo di essere in grado di colpire in qualsiasi momento…”.

Ripartiamo senza finire gli articoli che invierò da casa soltanto poco prima delle 20. Nel corso del tragitto rischiamo un incidente perché ad un incrocio una macchina ignora uno stop, ma ce la caviamo solo con un grande spavento.

Alla sera guardo Palermo-Juventus con mio zio Giovanni prima di scrivere un Editoriale del quale vi trasmetto un paio di punti salienti:

“Un anno fa, di questi tempi, eravamo a nove punti dalla Pro Patria capolista. Pareva che gli dei del calcio fossero planati al di là del Ticino e che a noi toccasse solo rosicare… Ed invece…oggi la situazione è esattamente capovolta… a dimostrazione che il calcio è bello proprio perché non finisce mai di sorprenderci…  Ed allora gustiamoci questa notte di sbornie da capolista… senza dimenticare che tra sette giorni ci attende un grande Novara-Varese nel nostro stadio… la corsa è appena cominciata.

Rubino e Gonzalez hanno dimostrato di poter risolvere nel migliore dei modi l’annosa questione del loro dualismo… E’ stato uno dei “tormentoni” di fine estate… I gol dell’argentino nelle amichevoli parevano un buon argomento a favore degli immancabili “detrattori” dell’attaccante pugliese, che non disdegnavano una sua cessione… Invece la partita di oggi ha confermato che non solo i due possono coesistere, ma che le loro doti possono diventare un cocktail micidiale per le difese avversarie. Rubino non è solo un bomber implacabile sui palloni aerei. Ma è anche un attaccante che, all’occorrenza, sa essere una validissima spalla per i compagni di reparto.  E Gonzalez può diventare devastante, quando gli si aprono spazi in profondità, quando può sfruttare il suo strapotere fisico”. 

Massimo Barbero

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