L'editoriale Azzurro
domenica 22 giugno 2025 - 17:36
Il punto di Massimo Barbero del 22 giugno 2025
In un periodo quasi totalmente privo di notizie... l'ufficialità del rinnovo del contratto di Christian Donadio ha subito diviso gli utenti del “muro”. Io mi schiero certamente dalla parte di coloro che sono favorevoli a quest'operazione. Ero presente a Cassina dè Pecchi in quel caldo pomeriggio del luglio 2023 quando il ragazzo del 2001 ex Borgosesia, ancora in prova, si guadagnò la prima chance tra i professionisti segnando una doppietta nella ripresa alla Giana Erminio dell'allora sconosciuto (per noi) Chiappella. Onestamente la sua prima stagione in azzurro non mi aveva poi convinto appieno. Ad aprile 2024 aveva comunque raggiunto la soglia di presenze necessarie a garantirgli il primo rinnovo automatico, nonostante un serio infortunio muscolare l'avesse messo fuori causa per il delicato finale. Un anno fa di questi tempi, tra i due esterni scovati da Di Battista, avrei puntato di più su Gerardini (in realtà pallino di “Buba”) che mi sembrava maggiormente pronto per fare il salto di qualità.
Le risultanze del campionato concluso lo scorso 25 aprile hanno invece quasi completamente ribaltato le mie convinzioni. Soltanto saltuariamente Gerardini ha ripagato la fiducia che hanno riposto su di lui dapprima Gattuso (che l'ha schierato qualche volta anche in un modulo senza vere punte) eppoi Mascara. Donadio partiva indietro nelle gerarchie estive. Ma si è “inventato” un ruolo che pareva ampiamente coperto dall'esperto Ghiringhelli. Si è adattato alle consegne del mister con dedizione e spirito di sacrificio. Ha garantito per quasi tutte le 38 partite un rendimento almeno sufficiente, senza bisogno di sostituzioni. Quando Mascara l'ha riportato nel tridente offensivo ha dimostrato di avere anche una certa confidenza con il gol, andando a segno nelle ultime due gare casalinghe.
Un gruppo sano (e possibilmente vincente) ha bisogno anche di ragazzi come Christian, gente senza fronzoli per la testa, che danno tutto per la causa, che si prestano a giocare in più ruoli o con moduli diversi.
Certo, sono d'accordo con chi sostiene che non è dalla conferma (o meno) di giocatori del calibro di Donadio che si misurano le ambizioni della società o le reali intenzioni di alzare l'asticella.
Nello schema di Novara 2025-26 che ho provato a tratteggiare, con qualche involontaria imprecisione, la scorsa settimana ci sono almeno due caselline vuote che saranno determinanti per cogliere prospettive e potenzialità in vista del prossimo campionato.
La prima riguarda indubbiamente il portiere titolare prescelto. Nel gennaio 2024 lo scafato Pietro Lo Monaco fu lucidissimo nel capire che per salvarsi ci sarebbe voluto un estremo difensore in grado di garantire un rendimento costante ed affidabile per tutte le gare ancora da disputare, un uomo in grado di guidare davvero una retroguardia ancora in fase di assestamento. L'artefice della grande avventura in A del Catania non si fece ingannare dalle parate determinanti del buon Axel in quel di Fiorenzuola prima di Natale e puntò deciso su Stefano Minelli, in cerca di rilancio dopo la disavventura di Cesena. Minelli venne mandato in campo subito contro il Padova, con un'evidente forzatura a soli tre-quattro giorni dal suo arrivo a Novara, per iniziare a recuperare il tempo perduto in un anno e mezzo di desuetudine agonistica. Un investimento che ha dato certamente frutti decisivi in breve tempo.
L'altra incognita è ovviamente legata all'attacco che è praticamente tutto da rifare. Qualche settimana fa ho ricordato quale potenziale offensivo avessero i Novara di Tesser e di Toscano che hanno vinto il campionato di C al primo colpo. Naturalmente non c'è bisogno che ripeta quei nomi che ci hanno regalato giorni di pura estasi calcistica. Insisto però sull'importanza di investire qualcosa di più per allestire finalmente un reparto avanzato all'altezza. In questo senso finora la proprietà che si è insediata il 13 dicembre 2023 ha ripetutamente fallito, nelle tre sessioni di mercato successive. Tra un lungo elenco di giocatori di passaggio si salvano, almeno parzialmente, Ongaro che ha realizzato un discreto numeri di reti in proporzione ai compiti di sacrificio cui era comunque costretto e Da Graca che, tra un infortunio ed una lunga squalifica, qualche potenzialità interessante l'ha mostrata. Nel complesso però non è arrivato nulla che abbia fatto registrare un reale salto di qualità rispetto all'epoca dei Corti e Scappini, ingaggiati da Di Battista in epoca di “austerity”. Occorrerà dunque fare uno sforzo economico per dotare finalmente il reparto avanzato di almeno di un paio di elementi all'altezza. Da questo (e non da altro) misureremo le reali intenzioni della famiglia Boveri, anche in prospettiva futura. Forza Novara sempre!!!
Massimo Barbero |