Storie di ex...Maurizio Testa!
mercoledė 03 aprile 2013 - 19:10
Quasi 25 anni fa si č disputato un Sassuolo-Novara senza appello
Era una domenica 5 giugno
di pioggia e tensione
Quasi 25 anni fa si è disputato un Sassuolo-Novara senza appello… Era una domenica 5 giugno… di pioggia e tensione… ma in palio non c’era la serie A come 23 anni dopo con la Reggina… Ci giocavamo la permanenza in C2… Al fischio finale una sola tra le due contendenti del “Ricci” avrebbe avuto un posto tra i professionisti garantito anche per la stagione successiva. Ai padroni di casa serviva la vittoria ad ogni costo, a noi sarebbe stato sufficiente un pareggio. E pari fu (1-1) grazie alla percussione solitaria di un ragazzo di Cameri di appena 18 anni, Maurizio Testa, alla sua prima stagione tra i professionisti.
Malgrado sia passato tanto tempo certi ricordi non si cancellano: “E’ stata forse la gioia più grande di tutta la mia carriera – conferma Maurizio – perché la mia rete è valsa la salvezza del Novara dopo un anno difficile. Eravamo una buona squadra, ma non riuscivamo ad ingranare. Evitammo almeno il peggio. C’erano tanti tifosi azzurri a sostenerci, nonostante ci fosse solo la C2 in palio. Mi è rimasto impresso l’abbraccio a fine gara della gente esultante… “Umbertone”, fratello di un mio compagno di squadra, mi strappò una ciocca di capelli per festeggiare…”.
L’amarcord però si mischia con una naturale malinconia. Un paio di settimane fa Maurizio ha perso papà Celestino, come lui calciatore del Novara. I numeri ci consentono di leggere meglio questa “sfida in famiglia”. Celestino ha debuttato a Trieste nel 1959. In tutto ha disputato circa 180 partite di campionato (con 3 gol) spese tra B e C. La sua vittoria più bella rimane la promozione nella serie cadetta del 1964-65, con Peppino Molina allenatore. Quell’anno mise a segno una rete in casa con il Carpi che servì ad evitare una sconfitta casalinga ad inizio campionato dagli effetti pericolosi. Chissà come gli brillavano gli occhi, più di vent’anni dopo, nel vedere il figlio indossare la sua stessa maglia azzurra: “Devo dire comunque che non è mai stato un genitore invadente – racconta Maurizio – seguiva quasi tutte le partite casalinghe, ma a casa non faceva quasi mai commenti particolari”.
Il suo “erede” ha giocato circa 150 partite di campionato nelle file del Novara, ahinoi tutte in C2. Oltre a quella di Sassuolo ha messo a segno altre 3 reti, l’ultima delle quali al Pavia nel 1995. Negli ultimi anni Maurizio si è dedicato anima e corpo alla cura del papà sofferente: “Ha cominciato a stare male proprio nei giorni della trasferta a San Siro in Coppa Italia del 2010. Mi diceva che ci teneva tanto a vedere quella partita, ma non riuscì a farlo per un primo, serio, problema di cuore”. Papà Celestino aveva tante cose da raccontare, ma ha centellinato gli aneddoti con una discrezione tutta novarese: “Ero io a fargli delle domande – racconta il figlio – a chiedergli che caratteristiche avessero i suoi compagni di squadra. Era molto legato a loro, in particolare ad Umberto Volpati. Non ha mai perso una riunione tra “vecchie glorie” almeno fino a quando le sue condizioni fisiche gliel’hanno permesso. Alla notizia della scomparsa di “Tato” Lena era molto dispiaciuto di non riuscire ad andare al suo funerale…”.
Celestino ha avuto anche l’emozione di vedere Maurizio indossare la maglia bianconera della Juve, ad un passo da Zoff e dai grandissimi: “Sono andato qualche volta in panchina con la prima squadra, quando a referto c’erano solo 16 uomini in tutto. Mi ricordo una partita contro l’Inter al “Comunale” con lo stadio esaurito. Ero con Tacconi, Schillaci e campionissimi di questo livello… Davvero un’altra realtà…”.
Proprio a quegli anni sono legati i maggiori rimpianti della carriera del laterale di Cameri: “Alla fine ognuno ha quello che si merita. Però una volta tornato a Novara mi sono un po’ perso. In quelle stagioni potevo fare decisamente di più. Dopo essermi fatto sfuggire il treno giusto sono diventato un giocatore di categoria…”.
Ma il rammarico maggiore, in realtà, è quello di non essere riuscito a portare il “suo” Novara in serie C1: “Ci siamo andati vicini tante volte. Le ho vissute quasi tutte, dalla stagione con Danova, quando talvolta andavo in panchina, all’ultima con Colomba. Uscimmo con il Saronno pareggiando due partite. Con il regolamento attuale saremmo passati noi. Mi ricordo quel rigore di Ferretti sbagliato a dieci minuti dalla fine… La gente delusa ci ripeteva che non volevamo salire. Ed invece non era così. Era solo un traguardo che puntualmente sfumava di un soffio…”.
Maurizio si è rifatto negli ultimi campionati, esultando da tifoso: “Quest’anno non ho perso neanche una partita. Dall’arrivo di Aglietti il Novara ha cambiato marcia. Se l’Empoli salva i play off sarà dura per tutti affrontare gli azzurri. Al di là degli uomini è il gioco della squadra che impressiona…”.
In un mese triste per la scomparsa di “Tato” Lena e Celestino Testa, Rubino e compagni hanno onorato al meglio la loro memoria con prestazioni importanti in ogni angolo della penisola. Tanti “angeli azzurri” esultano lassù in cielo. E non vogliono smettere di divertirsi seguendo le gesta della squadra a cui hanno dedicato un pezzo della loro vita…
Massimo Barbero |