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domenica 27 novembre 2016 - 07:34
di Massimo Barbero

Ieri in sala stampa Bucchi ha avuto parole piuttosto dure sulla tattica ostruzionistica del Novara e sulle perdite di tempo di Da Costa… Evidentemente all’uscita dal campo per l’intervallo l’allenatore di casa non era stato tenero nemmeno con il direttore di gara che l’ha allontanato proprio in quel momento.

Il tecnico del Perugia però ha la memoria corta ed allora gliela rinfreschiamo noi. Nel febbraio 2015 con la sua Torres era sceso al “Piola” per affrontare il nostro Novara con dichiarazioni promettenti rilasciate alla vigilia: “ci si può difendere anche attaccando ed è proprio quello che faremo…”. Peccato che al 10’ del primo tempo (sì del primo tempo, avete capito bene!) il suo portiere Testa fosse già stato ammonito dal direttore di gara per sistematiche ed irritanti perdite di tempo ad ogni rinvio dal fondo. Insomma, chi è senza peccato …

Per fortuna sembra che il Novara di Boscaglia, cammin facendo, abbia imparato anche un vocabolo prima sconosciuto: realismo. E forte di questo sia riuscito a portare a casa un punticino utilissimo contro un avversario certamente superiore che l’aveva messo sotto abbastanza nettamente nel primo quarto d’ora.Incomincio dalle perplessità che non possono essere cancellate nemmeno da questo risultato positivo. Io non avrei cambiato più del necessario la formazione che aveva marmaldeggiato a Verona seppur in circostanze particolari. Dunque avrei tenuto là davanti Galabinov ed al posto di Faragò avrei inserito Kupisz, ovvero l’uomo che avrebbe dovuto sostituirlo (seppur in un modulo diverso) nelle intenzioni estive. La Spezia a parte, Adorjan finora ha sempre sofferto nelle gare giocate in trasferta perché quando c’è da fare battaglia la sua leggerezza quasi sempre gli risulta fatale. Eppoi Galabinov (Buon Compleanno Andrey!) va responsabilizzato, guai a lasciargli l’alibi… “non mi hanno fatto giocare con continuità nemmeno quest’anno…”. Per diventare grande deve sentire questa squadra sua ancor più di tutte le altre in cui ha militato in passato, capire che i nostri destini dipendono tantissimo dalla sua voglia di sbattersi.

Non c’è il tempo di “fare il broncio” come nella passata stagione perché non c’è più troppa gente in grado di segnare i gol che lui non dovesse garantire. In mezzo al campo Bolzoni è in costante progresso. Secondo me è già pronto ad agire come centrale nei panni di “vice Viola” ed anche come valida alternativa a Nicolas nelle giornate di vena non brillantissima dell’ex della Reggina. Come interno invece soffre ancora un po’, specialmente di fronte a squadre come il Perugia che presentano un centrocampo dinamico e propositivo. Nei minuti iniziali Dickmann ha avvertito tantissimo la mancanza di protezione di Faragò. I padroni di casa sfondavano ripetutamente da quella parte con le sovrapposizioni di Di Chiara e di un ispirato Guberti. La formazione di Bucchi è partita forte, cercando di metterci in difficoltà con un pressing efficace che ci impedisse di giocare la palla a piacimento, limitandoci parecchio anche perché non avevamo uomini in grado di sfruttare eventuali palloni lunghi buttati a casaccio.Rispetto al Novara di un mese fa però questa squadra ha un’arma in più: il passaggio alla difesa a tre (a cinque?) e soprattutto il recupero di Mantovani ci permettono di superare indenni dei frangenti di partita che prima ci vedevano particolarmente fragili.

Lo 0-0 del “Curi” è figlio soprattutto di questa accortezza tattica. Ovviamente non va dimenticato che nel primo quarto d’ora anche Da Costa ci ha dato una grande mano rimediando con quella parata su Di Carmine ad un rimpallo suicida tra Troest e Casarini. Il portiere svizzero è stato anche utilissimo nel far respirare un po’ i compagni quando la pressione del Perugia pareva asfissiante.Dal quarto d’ora in poi però la partita è cambiata. I “grifoni” inevitabilmente hanno allentato un po’ la pressione ed il Novara ha potuto uscire palla a terra con maggiore frequenza. Sansone si è rivelato prezioso nell’andare a prendersi dei palloni importanti indietreggiando verso i nostri centrocampisti. Qualche incursione centrale di Viola e qualche spunto offensivo dello stesso Gianluca hanno fatto capire ai locali che non era il caso di scherzare troppo al cospetto di un Novara che nelle tre precedenti trasferte aveva sempre segnato per primo. Bucchi pareva un po’ spaventato dall’idea di fare la figura del Verona di turno… Per questo non ha mai lanciato i suoi ad un assalto senza remore come aveva fatto Pecchia due settimane fa. Per questo ha elogiato ripetutamente i suoi a fine gara: per aver fatto la partita senza concedere mai nulla alle ripartenze ospiti. Era questa la sua priorità. Gli azzurri però sono andati al riposo senza correre altri rischi ed hanno cominciato ancora la ripresa discretamente, senza consegnarsi al prevedibile assalto umbro. Dickmann ha preso coraggio con il passare dei minuti sfidando Guberti a suon di sgroppate sulla fascia. Bolzoni è andato in crescendo a conferma che quando i ritmi calano sa essere ancora importante e che deve solo trovare la condizione giocando. Il suo apporto, nel bene o nel male, è stato fondamentale negli equilibri della squadra azzurra. Basti pensare che da uno dei pochi palloni non gestiti bene dal centrocampista di Lodi nel corso del secondo tempo è nato il pericolo più grosso creato dal Perugia: quell’imbucata centrale di Guberti per Di Carmine ci ha ricordato tanti gol presi fuori casa nella primissima parte di campionato. Stavolta abbiamo avuto anche un pizzico di fortuna con sfera sulla traversa dopo l’ottima uscita di Da Costa.E’ stato l’ultimo vero brivido perché i cambi di Boscaglia si sono rivelati più efficaci di quelli di Bucchi. Di Mariano, Galabinov e Kupisz hanno finalmente aggiunto qualcosa alla nostra pericolosità offensiva e nei minuti finali gli azzurri ci hanno persino fatto sperare nel colpaccio. Il Perugia ha provato a risolvere la partita con le torri Rolando Bianchi e Buonaiuto, ma di fronte alla loro fisicità Troest e Scognamiglio sono andati a nozze.

Molto più insidiose per la nostra difesa le serpentine di Guberti (sostituito) o di un Dezi che ci ha fatto correre l’unico spavento nei secondi finali di recupero.Onestamente in altre trasferte avevamo giocato meglio senza portare a casa nulla. Stavolta ci ha aiutato anche pizzico di fortuna, d’accordo. Però il punto, come dicevo all’inizio, è anche il frutto di una soluzione tattica diversa che Boscaglia ha saputo trovare nel momento più difficile della stagione per ovviare ad una serie di sconfitte esterne che sembravano l’una la fotocopia dell’altra. E’ un segnale importante anche in prospettiva; il Novara ha dimostrato di saper far punti anche con un po’ di sano cinismo come non sembrava capace nelle primissime settimane di campionato.Dopo lo 0-1 con la Spal a chi scriveva di non drammatizzare in quanto rimanevamo comunque fuori dalla zona play out molti rispondevano ricordando che dopo il ciclo di ferro Verona-Frosinone-Perugia la situazione di classifica sarebbe stata inevitabilmente ben diversa. Ebbene, abbiamo superato il terribile mese di novembre non proprio indenni, ma comunque con qualche convinzione in più rispetto alle preoccupazioni del dopo Terni.Credo che per un difetto di comunicazione (da parte della società innanzitutto) questa stagione sia nata con l’equivoco che la squadra attuale potesse e dovesse ripercorrere (e magari migliorare) il rendimento della stagione passata, che Boscaglia fosse stato preso per “fare di più” di Baroni. Forse le sconfitte in serie hanno avuto almeno il merito di riportarci sulla terra e nel contempo restituire orgoglio, fame e rabbia agonistica a qualche giocatore che si cullava sugli allori della fresca semifinale play off. L’obiettivo di quest’anno si chiama salvezza, null’altro che una salvezza il più possibile tranquilla, ma già lo sappiamo che non sarà troppo tranquilla. Superato indenne questo scoglio si potrà (speriamo) ripartire con un gruppo di giovani forgiati anche da questa avventura e ragazzi cresciuti nel frattempo in prestito in altre realtà. Ma in questo momento dobbiamo solo salvare la pelle, senza altre pretese o voli pindarici.

Mi pare che anche la gente che vuole davvero bene al Novara stia cominciando a capirlo. E soprattutto che lo spirito di chi va in campo sia finalmente più improntato all’umiltà necessaria per sopravvivere in questa categoria. Ed allora sotto con il Vicenza! Ben sapendo che sarà dura, durissima. Perché i veneti con Bisoli in panchina sono diventati soprattutto una squadra da trasferta, abilissima quando può limitarsi a distruggere il gioco avversario. Vietato ripensare al 6-0 complessivo rifilato l’anno scorso alla truppa un po’ leziosa (e con la supponenza da semifinale play off appena giocata…) allenata da Marino. Questa è davvero un’altra storia, decisamente più sofferta della precedente, ma magari dal finale non meno gratificante (anche in prospettiva) di un campionato senza nessun patema come quello dell’anno passato… Forza Novara sempre!!!

Ps: voglio salutare con sincero affetto ed immutata stima  “Mimmo” Toscano. Gli esoneri fanno sempre male, ma quando colpiscono un tecnico che è stato lontano dalla squadra per problemi di salute vanno al di là delle logiche normali della carriera di un allenatore. Un grosso in bocca al lupo ad un grande mister che presto tornerà in panchina più carico di prima!

Massimo Barbero

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