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Figurine azzurre: Fabio Cusaro
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martedė 13 dicembre 2016 - 11:05
Storie di giocatori che hanno vestito la maglia del Novara in epoca pių o meno recente

Giovedì 17 ottobre 2002, il Novara di Foschi è lanciatissimo in classifica grazie ad una serie di vittorie entusiasmanti. Durante la consueta trasmissione settimanale su “Radio Abc” il sottoscritto avanza però le proprie perplessità su una rosa che, a parte Morganti appena reintegrato, non ha alternative in difesa. Granata infatti è out per un grave infortunio sin dal ritiro di Haskovo e Lussjen Corti ha appena scelto di andarsene per giocare in D. In studio c’è “Ciccio” Braiati che appare perentorio e rassicurante nella sua risposta: “Tranquilli, con noi si allena Cusaro che è davvero bravo…”.

Vien naturale allora guardare con interesse a questo ragazzo novarese che compirà 18 anni soltanto il prossimo 20 novembre. E’ giunto in estate dalla Sunese per giocare nella “Berretti” allenata da Boggio, ma sta bruciando le tappe.

Il debutto tra i professionisti per Fabio arriva in maniera traumatica, a fine marzo sul campo dell’Alto Adige di Tesser che sta andando a mille. Polenghi si è appena infortunato gravemente ed al suo posto, sulla fascia destra, gioca Granata finalmente recuperato dopo i guai estivi. C’è curiosità per la prova dell’ex del Fanfulla che nelle intenzioni di Borgo sarebbe dovuto diventare il nuovo Ciuffetelli. Purtroppo la partita di Granata dura pochissimi minuti poi il suo ginocchio fa ancora crack. E’ una scena bruttissima con il ragazzo in lacrime consolato dal mister e dai compagni che lasciano a turno la panchina per andarlo a rincuorare. Al suo posto entra proprio Cusaro. Che si trova subito di fronte l’esterno più forte del campionato di C2 2002-03: Zecchin che puntualmente lo brucia per la rete del 2-0. Col passare dei minuti il biondo difensore azzurro prende coraggio e nel finale sfiora anche il gol del clamoroso 3-3 sfruttando le sue qualità nello stacco aereo.

Prima della fine della regular season colleziona altri 3 gettoni di presenza che sfortunatamente coincidono con altrettante sconfitte azzurre. A Mantova entra nel finale per sostituire Cioffi appena espulso. Contro Cremonese e Trento al “Piola” gioca titolare in una difesa molto rimaneggiata e può solo limitare i danni. Le sue prove non valgono punti, ma i complimenti di Foschi che sottolinea: “Dopo aver valutato le prestazioni di Cusaro abbiamo scelto di non tornare sul mercato per cercare un altro difensore svincolato…”. Fabio vive dalla panchina i play off dei 4 pareggi in serie che ci riportano in C1 nell’afa del 15 giugno.

In estate la retroguardia viene rimpolpata con l’arrivo di Serao ed il ritorno di Soncin, ma Fabio fa ormai parte in pianta stabile della rosa dei “grandi”. A settembre segna anche il suo primo gol “ufficiale” in maglia azzurra in un tragico Novara-Pro Vercelli di coppa. Durante l’intervallo Riccardo Mastagni è su tutte le furie e vorrebbe cacciare all’istante mister Foschi che ha schierato una squadra piena di giovani e riserve. I “bianchi” si portano addirittura sul 4-0 e la zampata di Cusaro nel finale (per il definitivo 4-2) serve a rendere quel mercoledì pomeriggio un po’ meno amaro.

Ma è domenica 21 dicembre 2003 che i  novaresi si rendono conto che c’è un ragazzo di San Martino pronto a dire la sua anche in serie C1. Dopo la “battaglia” di Cittadella sono out, tutti assieme, Cioffi, Ciuffetelli e Serao. Così Foschi deve schierare una difesa praticamente obbligata: a far coppia in mezzo con Polenghi c’è Cusaro debuttante in categoria. Di fronte c’è il Cesena di Castori, la seconda forza del campionato, ma Fabio fa ampiamente la sua parte dimostrando qualità e personalità. Lo 0-0 non si schioda fino al novantesimo e Bini rischia solo su una botta di Pestrin dalla distanza che si stampa sulla traversa. In tutto sono 6 le apparizioni di Cusaro in quel campionato di C1 vissuto a nemmeno vent’anni.

Dopo due stagioni “da promessa” arriva anche la grande chance per il salto di qualità. Accade nel tribolato campionato 2004-05 nel quale Fabio colleziona il suo numero di presenze più alto di sempre in maglia azzurra: 23 in campionato più 2 da subentrante nei play out con il Como. Il giovane azzurro sconta le incertezze di un’annata sofferta e si esprime a corrente alternata. Paga dazio alla sfortuna facendosi male nel finale della gara di ritorno con il Lumezzane. Proprio nel momento che ci sarebbe tanto bisogno di lui dopo le cessioni di Polenghi, Cioffi e Serao ed alla luce dei guai fisici del nuovo acquisto Lamma sempre “in mutua”. Nella doppia sfida decisiva con il Como Fabio garantisce comunque il suo prezioso contributo avvicendando regolarmente Morganti a metà ripresa per un 4-4-2 più prudente.

Nell’estate del 2005 nel Novara c’è davvero un gran casino. Epurato Borgo ci sono troppi giocatori in rosa. Così Vatta e Cabrini decidono di mandare Cusaro in prestito. La sua destinazione più logica sembra la Reggiana di Foschi ed invece l’affare sfuma proprio mentre il ragazzo è impegnato con la Nazionale alle Universiadi. Al rientro tra Pro Vercelli e Valenzana sceglie… il male minore… ovvero gli orafi che hanno appena sfiorato la C1. In rossoblu trova però davvero pochissimo spazio collezionando appena 10 presenze.

A novembre 2005 Borgo torna in sella con un’idea in testa fin dal primo giorno: riportare Cusaro a Novara per farne un titolare inamovibile nella stagione 2006-07.  Il primo Sacchetti riparte dal 3-5-2 dell’ultimo Novara di Cabrini. Fabio va in gol di testa al “Piola” nella prima gara casalinga con il Sassuolo, sfruttando una punizione di Matteassi, ma la rete non basta ad evitare la sconfitta. Gli azzurri cominciano con tre battute d’arresto consecutive (due in casa) che fanno suonare un rumoroso campanello d’allarme. Con Cusaro al posto di Zaccanti il Novara non ha un vero centrale mancino da schierare nella difesa a tre. Così Sacchetti prova Ludi sin dalla trasferta di Pavia. Eppoi passa a quattro a partire dal secondo tempo del match con il Pizzighettone. Per Fabio c’è spazio soprattutto come esterno destro di difesa. O addirittura come centravanti aggiunto nel finale  a Sassuolo quando c’è un 2-1 da rimontare.

Cusaro torna titolare da centrale difensivo contro il Cittadella nel giorno della prima (stagionale) di Gattuso in panchina. Eppoi nelle ultime sfide della regular season quando bisogna sfruttare le forze fresche per scongiurare il peggio. E magari schierare un difensore in più per portare a casa gli 0-0 contro Monza e Padova che valgono almeno la salvezza.

Nel frattempo con l’avvento della famiglia De Salvo le prospettive sono cambiate. Bisogna costruire una squadra quantomeno da play off. Borgo però non vuole rinunciare alla sua scommessa di schierare un ragazzo di Novara come titolare in un’ambiziosa compagine di C1. Nell’estate 2007 non arriva il centrale che il “muro” di “Forzanovara” invoca a più riprese. Sulla carta c’è ancora più spazio per Cusaro dopo la partenza di Bonfanti. L’inizio di Fabio non è nemmeno disprezzabile. In coppia con Ludi sembra in grado di rimpiazzare bene anche un Ciuffetelli alle prese con guai fisici di varia natura. Le sconfitte consecutive con Cittadella e Lecco però fanno precipitare le cose. Cusaro viene additato come uno dei principali responsabili di una difesa ballerina. In più il fatto di essere novarese lo rende facile bersaglio della critica dei concittadini. Esattamente come avveniva per Faragò sino ad un anno e mezzo fa. Discepoli si affida a Lorenzini eppoi anche a Gheller, ma è tutta la squadra a non avere equilibri. Fabio, per esempio, assiste dalla panchina al rovinoso 2-4 di Cremona ed anche alla partita in casa con la Pro Patria (3-3) in cui non ci basta realizzare 3 gol per vincere.

Il destino di Cusaro in azzurro è segnato. La sua ultima maglia azzurra (11 le presenze in tutto nell’ultimo campionato) coincide con l’esonero di Discepoli dopo il netto 3-0 di Terni. Il ragazzo di San Martino passa al Cesena nell’affare che porta da noi un Gianluca Berti agli ultimi scampoli di carriera.

Sembra un’operazione minore perché i romagnoli stanno sprofondando in serie C. Ed invece Cusaro riesce a farsi notare. Esordisce in B a fine aprile contro la Triestina. E due settimane dopo segna il gol partita all’Avellino in una gara che riapre uno spiraglio di speranza per i bianconeri.

Alla fine il Cesena retrocede, ma il suo impatto è stato positivo tanto che viene riconfermato nella squadra affidata all’emergente Bisoli. Nei primi mesi sembra ai margini del progetto dell’ex tecnico del Foligno. La sfida con il Novara al “Manuzzi” di inizio novembre la vive malinconicamente dalla panchina. Ed invece con il passare delle settimane diventa determinante (anche con i gol realizzati a Verona e Padova) in una squadra che risale la classifica fino a vincere la volata per il primo posto ai danni di una Pro Patria beffata in extremis.

Stavolta Fabio può tornare in B dalla porta principale. E’ uno dei protagonisti di un Cesena affidato alle cure di Antonio Recchi, un ds che lo conosce molto bene. Il destino però gli gioca un brutto scherzo. E’ domenica 6 settembre 2009 quando rientrando vittoriosi da Como ci tocca vedere in tv il terribile incidente che ha messo kappao Cusaro: frattura scomposta ed esposta di tibia e perone dopo uno scontro con De Gasperi del Cittadella. In sala stampa Bisoli dichiara: “preferivo perdere la partita, ma avere ancora Cusaro…”.

Il Cesena vola addirittura in A. Senza Fabio che raggiunge in compagni in campo per festeggiare a Piacenza. Non ci può essere spazio nella massima serie per un difensore reduce da un infortunio tanto grave. I bianconeri lo parcheggiano a Bellaria. Eppoi a Foligno dove festeggia una salvezza insperata nei play out.

Nell’estate del 2011 sceglie di riavvicinarsi a casa. Dapprima al Monza eppoi all’Alessandria, impantanata in seconda divisione dopo la retrocessione a tavolino. Nel 2012-13 l’ultimo campionato tra i professionisti nella Tritium con un’altra salvezza ai play out. Poi un ritiro a Novarello con una selezione di disoccupati e qualche inevitabile rimpianto per un avventura azzurra terminata troppo presto. 

Per fortuna Fabio non ha perso la voglia di giocare. Pur di continuare a farlo accetta di spostarsi per una chance in serie D a Pesaro, eppoi nella Fermana. Da due stagioni milita nel Seregno nella compagine in cui spicca l’intramontabile Jeda.

Cusaro, sin dagli esordi, per cultura ed educazione famigliare ha sempre mostrato di essere un ragazzo più maturo della media. In questi anni di carriera ha esibito anche una determinazione nell’inseguire i propri obiettivi, a dispetto degli sgambetti della sorte, che fa ritenere come Borgo, anche questa volta, ci avesse visto giusto nel puntare su questo ragazzo dal fisico forte e dal grande temperamento.

Massimo Barbero

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