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Figurine azzurre: Bruno Gava
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martedė 10 gennaio 2017 - 11:39
Storie di giocatori che hanno vestito la maglia del Novara in epoca pių o meno recente

Negli anni ottanta, la maglia numero 9, quella da centravanti del Novara, trascinava su di sé lo spettro di tanti fallimenti. Dopo l’era di Severino Zanotti avevamo fatto grande fatica (Fabio Scienza a parte) a trovare un altro attaccante capace di chiudere ancora in doppia cifra in serie C2.

Nell’estate 1988 si punta così su un ragazzo dal fisico possente, in grado di esorcizzare anche i fantasmi. Si chiama Bruno Gava ed ha appena compiuto 25 anni. Cresciuto nelle giovanili del Vicenza, ha conquistato la C2 con la maglia della Pievigina per poi ritrovarla, dopo una parentesi a Conegliano, a Pordenone. Sotto la guida di Adriano Fedele ha segnato 10 gol nel campionato appena concluso. Con Fedele e Gava arrivano a Novara anche Birtig, Grillo, Marchesan e Da Ros per una squadra che è quasi una colonia neroverde. Il popolo azzurro dopo una salvezza dai Dilettanti solo all’ultima giornata (a Sassuolo) ha bisogno proprio di gente nuova ed “affamata” per tornare ad entusiasmarsi.

Gava si presenta ai suoi nuovi tifosi in una partitella ad Armeno. Più che i 4 gol (in un tempo) ai dilettanti locali a colpire è il suo spirito da guerriero che lo induce a fare a sportellate con i difensori avversari in area di rigore anche nel corso di una sgambata. La foga lo porta addirittura a schiantarsi contro un palo della porta con il ben noto Cassina che urla al massaggiatore azzurro: “Devi massaggiare il palo non lui…”. Come a dire che Bruno-gol è indistruttibile…

Pochi giorni dopo segna già nello stadio “stregato” (almeno per gli attaccanti) contro il Chieti in un’amichevole agostana che attira più di 3 mila (!) spettatori sugli spalti. In coppa realizza due centri proprio contro la Pro Vercelli guadagnandosi ulteriormente le nostre simpatie. In casa decide la sfida con una “sassata” dal limite dell’area. Al “Robbiano” ci porta in vantaggio (finirà 1-1) approfittando di un retropassaggio sciagurato di Bellopede verso il portiere. E’ già un simbolo del nuovo Novara tanto che i tifosi dell’Alessandria lo beccano al “Moccagatta” con un coro insistente “Gava non si lava…” originato soltanto dalla facile rima.

In campionato il Novara debutta con una vittoria in rimonta (2-1) sul Suzzara e Gava è ancora protagonista. Nel finale di primo tempo pareggia su rigore, allontanando subito la paura dell’errore dal dischetto di pochi giorni prima in Coppa contro il Casale. A sette minuti dal termine segna anche il gol partita, da centravanti vero: riceve palla da Birtig sulla destra, la difende ed incrocia imparabilmente sul secondo palo.

Ovviamente non sono sempre rose e fiori. Nella seconda sfida casalinga con il Chievo viene addirittura espulso prima dell’intervallo per un doppio giallo (rovente duello con Maran eppoi simulazione) estratto dal severissimo arbitro Canzonieri di Roma. Per fortuna nella ripresa arriva comunque la prodezza decisiva di Marchetti a regalarci i due punti.

Nei primi due mesi di campionato Gava non segna più su azione (ma realizza i rigori determinanti per le vittorie su Ravenna e Legnano) tanto che la società torna sul mercato affiancandogli l’ex alessandrino Marescalco. Sabato 26 novembre, invece, vive la sua giornata più bella sul piccolo campo di Orzinuovi. A tifare per lui c’è un gruppo di amici giunti apposta da Falzè di Piave. Qualcuno di loro rimarrà per sempre tifoso azzurro tanto da portare quello striscione allo stadio anche la sera della nostra promozione in A, tanti anni dopo. Sul campo Bruno realizza una tripletta per un perentorio 3-1 con tanto di gol di tacco e rigore procurato (e trasformato) dopo fallo di mani sulla linea di un difensore bresciano.

L’ottava rete cade nella domenica della festa per gli ottanta anni del Novara Calcio suggellata da un bel 2-0 al Telgate: Gava firma il raddoppio in contropiede su assist di Birtig. Il nono centro è ancora più significativo: è la prima partita del nuovo anno, in un pomeriggio di freddo e nebbia. In Viale Kennedy il Pergocrema si porta presto in vantaggio con Hubner e la squadra di Fedele sembra non aver smaltito panettone e brindisi di Capodanno. Quando ad un quarto d’ora dal termine Marchetti firma l’1-1 dal dischetto sugli spalti si pensa: “meno male”. Invece il bello deve ancora arrivare. Il Novara si rigetta in avanti ed al termine di un’incredibile mischia nell’area sotto la sud Gava spinge in porta il pallone del 2-1 prima del 3-1 finale di Testa in contropiede. Chiudiamo il girone d’andata con 24 punti, il miglior bottino di sempre dal momento della caduta in C2 e con un centravanti (Gava appunto) ad un passo dalla doppia cifra. Chi potrò fermare una squadra che (come si dice sempre in questi casi…) ha svolto una dura preparazione proprio per andare a mille in primavera?

Invece dopo la sconfitta di Verona (Chievo) siamo già costretti ad inseguire. Contro la Juve Domo in casa nostra il risultato non si sblocca. Pozzati nega più volte il gol ad uno strepitoso Gava che si becca anche un cartellino giallo per simulazione che gli costa la squalifica. Senza il suo bomber (e senza il “furetto” Campioli) il Novara perde a Pordenone scivolando a 3 punti dalla coppia di testa Carpi-Chievo (allora salivano le prime due e basta… non c’erano i play off).

In casa contro il Treviso così bisogna assolutamente vincere… ed invece gli ospiti sono già avanti per 1-0 quando Gava deve uscire sorretto a braccia da medico e massaggiatore per un serio problema alla caviglia. Il suo campionato finisce qui e con esso anche quello di un Novara spuntato che da quel momento realizzerà la miseria 2 gol su azione (ed 1 su rigore) nelle restanti 12 giornate.

Ci riproveremo con l’anno venturo… ancora con Gava e mister Fedele, ma con una rosa, sulla carta, ben più attrezzata. Nel ritiro di Selvino ricompare un Bruno assolutamente guarito, ma certamente appesantito. I due gol rifilati al Selvino alla prima amichevole sono solo un’illusione perché il nostro centravanti risulta certamente fuori forma. La gente però non ha dubbi… tornerà sicuramente quello di prima e lo aspetta senza ansie lungo una Coppa Italia nella quale raccogliamo solo vittorie casalinghe e pareggi esterni. Ed un successo per 1-0 al “Curotti” nel derby con la Juve Domo deciso proprio da Gava che si prende così una piccola rivincita sulla squadra a cui non era riuscito a segnare nel campionato precedente.

In C2 però bisogna fare sul serio ed invece l’attaccante friulano non è al meglio. A Massa Fedele lo sostituisce dopo un tempo con il giovane Sala per preservare almeno lo 0-0. Anche in casa con il Ponsacco lo avvicenda con la promessa Rossini poco prima del gol partita di Matticari che costa l’esonero al tecnico giunto un anno prima da Pordenone.

Nemmeno con Domenghini però le cose migliorano, anzi. A Poggibonsi l’esperienza di Gava vale almeno due rigori concessi in maniera abbastanza generosa dall’incerto fischietto Bizzotto di Castelfranco Veneto (che prima ne aveva regalato uno ai padroni di casa) per un salutare 2-2 in rimonta. “E ce n’erano addirittura tre…”  dirà Bruno negli spogliatoi a Massimo Massara inviato del “Corriere di Novara”. 

Un brodino che non cambia l’andamento di una stagione da incubo. A Pavia Gava parte dalla panchina, ma i padroni di casa travolgono (3-0) gli azzurri ormai in zona retrocessione. La domenica dopo arriva un illusorio 4-1 al Cuneo. Gava segna il rigore del poker incoraggiato dalla gente “Bruno-Bruno!” che non ha dimenticato le prodezze del campionato precedente. Ma l’incantesimo ormai si è rotto definitivamente… Nemmeno il primo gol su azione che vale la vittoria esterna sul campo del fanalino di coda Cuoiopelli basta per ritrovare il centravanti che nella stagione precedente faceva la differenza. Gava si impegna, lotta, combatte, ma non ha più spunto per fare male alle difese avversarie. E’ un problema non da poco per una squadra che non ha altra gente capace di fare gol visto che anche Diodicibus ed i giovani Negri e Rossini segnano con il contagocce. L’ultimo centro in maglia azzurra dell’attaccante veneto arriva contro il Tempio quando si procura e trasforma il penalty del provvisorio 1-0 ( i sardi pareggeranno pochi minuti dopo).

Sembra un’anonima stagione nelle zone medio-basse della classifica di C2 da vivere su spalti sempre più deserti ed invece il peggio è dietro l’angolo. A furia di non vincere mai si viene risucchiati in piena zona retrocessione. Gava gioca la sua ultima partita in maglia azzurra alla penultima giornata ad Olbia quando il Novara sprofonda al terzultimo posto. Per inseguire la salvezza mister Fugirai si affida ai giovani Negri e Rossini ed al redivivo Orofino. Il 3-0 al Cecina basta ad agguantare lo spareggio dove troviamo però un Pontedera pronto ad impallinarci. Come l’anno precedente la resa si consuma senza Bruno Gava costretto a guardare i compagni, ma stavolta l’umiliazione della retrocessione nel campionato di Interregionale dove è appena salita la Sparta è davvero grande.

Peccato che un guerriero come Gava non abbia potuto lottare fino alla fine per evitare l’onta di un epilogo tanto desolante. Eppure nemmeno il deprimente campionato 89-90 cancella del tutto le emozioni che l’attaccante ci ha regalato nella prima parte dell’annata precedente.

Oggi Bruno fa l’allenatore nei campionati dilettantistici ad un passo da casa e di recente è balzato di nuovo agli onori delle cronache per aver salvato la vita ad una persona (con un tempestivo massaggio cardiaco) in una pizzeria.

Probabilmente nel suo personale album dei ricordi c’è spazio anche per quella sua maglia numero 9 di un azzurro così chiaro da sfiorare il celeste che, alle porte degli anni novanta, brillava al sole delle nostre speranze…

La foto è tratta dall’archivio di Beppe Vaccarone

Massimo Barbero

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