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Figurine azzurre: Gian Cesare Discepoli
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martedė 28 marzo 2017 - 18:08
di Massimo Barbero

Domenica 28 novembre 1982 lo stadio di Viale Kennedy (allora informalmente “Marmo”) malgrado la pioggia battente ribolle di tifo ed entusiasmo come non capitava da un po’ di tempo. Di fronte al Novara di Galbiati c’è infatti il Legnano di Maroso capolista e dominatore assoluto del campionato. I lilla si portano sul 2-0 fino al gol di Fabio Scienza riaccende la speranza. A mezzora dal termine Galbiati sostituisce Ramella con il nuovo arrivo: si chiama Gian Cesare Discepoli ha appena 29 anni, ma la barba lo fa sembrare già un “matusa”. A dire il vero ha esordito qualche giorno prima nella disfatta (4-0) a Brescia in Coppa. Si parlava del suo ingaggio già durante il mercatino di riparazione, ma il reintegro di Flavio Gioria aveva fatto tramontare inizialmente. quest’ipotesi, poi concretizzatasi con qualche settimana di ritardo Ad inizio carriera Discepoli è approdato al Napoli (con tanto di figurina) senza mai riuscire ad esordire in serie A. Poi ha disputato stagioni importanti nelle file di Carrarese ed Alessandria. Con i grigi ha vissuto il campionato di C1 della stagione precedente. Tarantola l’ha preso da svincolato a mercato ormai chiuso.

Per qualche settimana prende il posto proprio di Ramella indossando un insolita maglia numero 9 in un Novara che schiera Scienza con il 7, Spada con l’8, Masuero con il 10 e Musiello con l’11. Gli azzurri riprendono la corsa superando la Rhodense nella nebbia (con Discepoli per la prima volta titolare) eppoi vincendo una gara caldissima a Lecco con tanto di invasione di campo solitaria di un supporter di casa. “Discepoli fiato corto cervello fino”.  si legge quale titolo di un articolo a firma Renato Ambiel su “La Stampa” del martedì successivo. Il diretto interessato spiega il suo cambio che ha fatto arrabbiare i tifosi azzurri presenti: “era tutto preordinato, dovevo dare il massimo nella prima ora… eppoi sarei stato sostituito da Ramella”. Prima di Natale arriva un interlocutorio 0-0 sul campetto di Monselice.

La sosta, come spesso accade, non ci fa bene. La nebbia interrompe la gara con il Conegliano. Un frammento di partita che ci costa il serio infortunio di Fabio Scienza, malgrado un vano tentativo di recuperarlo sin dal match con il Montebelluna. La prima gara “vera” del nuovo anno coincide con un’amarissima sconfitta a Mantova. Sul 2-0 Discepoli prova a riaprire l’incontro con una punizione deviata in porta da Montanini, ma i tre punti vanno comunque ai virgiliani.

Il big match con il Montebelluna viene anticipato al sabato per farlo coincidere con la festività di San Gaudenzio. Discepoli però deve lasciare il campo zoppicante, sostituito dal romagnolo Casotti subito dopo l’intervallo. Rientra un mesetto più tardi quando offre a Talarico il pallone della vittoria contro un coriaceo Gorizia. Dopo tanti torti arbitrali finalmente qualche rigore viene accordato anche al Novara (che fin lì ne aveva battuto uno soltanto) e Discepoli si rivela specialista implacabile. Le sue trasformazioni dal dischetto contro Ospitaletto ed Omegna non bastano a prolungare la scia della vittoria perché arancioni e rossoneri riescono a raggiungerci sull’1-1. Grandi rimpianti suscita il pareggio in terra bresciana perché sull’1-0 Discepoli fa una cosa strepitosa: salta tre avversari ed offre il pallone del raddoppio a Musiello che spreca malamente a tu per tu con Cusin. A seguito della rimonta subita dal Mira a tre minuti dalla fine salta la panchina di Galbiati, sostituito da Peppino Molina, alla sua ultima esperienza da allenatore azzurro. Dopo un’amarissima sconfitta nel finale a Lodi, nello scontro diretto con il Fanfulla (gol di Sannino!) riprendiamo la marcia battendo il Pavia in casa ed il Legnano dei record a domicilio. Entrambe le volte Discepoli va a segno dal dischetto. La doccia fredda matura la settimana successiva quando perdiamo a Rho sotto la grandine al novantesimo per un altro “pasticciaccio” difensivo.

Il Fanfulla avanti di 4 punti sembra irraggiungibile, ma il Novara tira fuori almeno un po’ d’orgoglio. Travolge in casa Lecco e Monselice con due 4-1 ravvicinati. Contro i blucelesti Discepoli realizza il suo gol unico su azione firmando il 2-1 di testa pochi secondi dopo il pareggio di Tedoldi. Ai suoi giocatori che corrono verso la panchina ad esultare Molina riserva soltanto delle urla fortissime per la “dormita” precedente. Il 2-1 di Conegliano in rimonta (rigore del pari trasformato sempre da Discepoli) vale un po’ di speranza perché a due giornate dal termine il Fanfulla è tornato a -2.

I “doppiosciarpisti” delusi dalla sconfitta della Juve nella finale di Coppa ad Atene sperano di potersi consolare con il Novara. Bisogna battere il Mantova e confidare in un regalo da parte dell’Omegna che gioca a Lodi. Accade l’esatto contrario: è il Fanfulla a festeggiare la C1 per il successo sui rossoneri accompagnato dalla sconfitta interna di Pari e compagni contro il Mantova dell’ex Di Stefano, puntualmente a segno.

Discepoli disputa la sua ultima partita in maglia azzurra a Montebelluna quando lascia il posto nella ripresa al giovanissimo Paladin per un significativo passaggio di consegne. Un infortunio gli fa saltare anche il “Torneo del Quadrilatero” che riempie le serate degli appassionati fino al 20 giugno.

Dopo Novara Discepoli continua a giocare ancora per un po’. Ad Imperia, alla Torres eppoi in Toscana ad un passo da casa fino a chiudere la carriera nel Viareggio nel 1988.

Da tecnico “brucia” le tappe guidando la Spal in tandem con G.B. Fabbri alla storica promozione in B (l’ultima prima di quella della primavera scorsa) eppoi resiste per un altro paio di stagioni sulla panchina degli estensi. Lo incrociamo al timone del Montevarchi con cui conquista un ampia salvezza in C1 eppoi di nuovo alla Spal sconfitta al “Piola” nel gennaio 2004 (rigore di Palombo) dopo una lunga serie positiva.

A gennaio 2005 il ritorno di Discepoli a Novara sembra cosa fatta. Borgo l’ha scelto per sostituire Venturini. Pippo Resta però ha un’altra idea: ingaggia Jaconi anche per non inimicarsi il Prato che aveva già contattato il tecnico perugino. Discepoli rimane per un paio di stagioni il grande rimpianto di Sergione che favorisce il suo approdo al Carpenedolo in attesa di portarlo davvero a Novara nel maggio del 2007, al momento di varare la prima “vera” stagione dell’era De Salvo.

Discepoli fa il suo “esordio” in pubblico in una cena dei “Pazzi e visionari” organizzata dall’attivissimo Paolo Molina. Non ha più il barbone di quand’era calciatore, adesso si è ingrigito. E’ un signore di 54 anni in ottima forma e sempre abbronzato. Ora possiamo apprezzarne meglio le qualità umane: è una persona semplice, disponibile con tutti e piacevole in compagnia. Il suo calcio ne rispecchia il carattere. Non insegue il risultato per forza, tutto deve passare attraverso un gioco sempre propositivo, senza barricate. Da ricordare l’episodio dello “Zaccheria” di Foggia quando sullo 0-0 a dieci minuti dal termine l’arbitro concede una punizione a due inesistente nell’area rossonera a favore degli azzurri per un retropassaggio che non c’è stato. Dalla panchina Discepoli urla ai suoi (che puntualmente eseguono) di lasciare la palla agli avversari, senza accettare l’insolito regalo. Soltanto Baracani a Cittadella riesce a fargli perdere le staffe con un espulsione che gli costa due giornate di squalifica.

Sarebbe l’ideale per un campionato di centroclassifica senza assilli particolari. La piazza invece vuole (giustamente) di più da un Novara presentato in “pompa magna” nella suggestiva cornice dell’Alcarotti. Il suo 4-4-2 con due esterni puri quali Matteassi e Chiappara ed una difesa resa fragile dalle ripetute assenze di Ciuffetelli regge fino a quando i primattori vanno al massimo. A fine ottobre la squadra è in zona play off, ma da Venezia (sconfitta immeritata) a Cremona (netto 4-2 con poker di Temelin) arriva il primo cortocircuito stagionale.

Il feeling con Borgo e con la società non è più ottimale come in estate. A Foggia è costretto a stravolgere certe convinzioni per portare a casa un sofferto 0-0 che fa morale più che classifica. I gol di Rubino mascherano ancora per un po’ i problemi, ma le rimonte subite in casa da Pro Sesto (2-2) e Pro Patria (3-3) rendono l’ammanco di punti in classifica poco sopportabile.

A Padova un Novara con tante assenze va comunque a giocarsi la partita a viso aperto e becca un secco 5-0 che ci rovina il Natale. La ripresa è altrettanto tribolata. Anche il Foligno passa al “Piola” e Discepoli ha ormai le ore contate. Potrebbe salvarlo solo una reazione della squadra che invece a Terni si arrende senza lottare. A Fiumicino il mister si congeda dalla sua truppa in punta di piedi, da vero signore. La panchina va a Bellotto, ma la squadra è ormai incanalata verso un campionato privo di reali ambizioni.

Incrociamo Discepoli alla fine della stagione successiva quando rileva una Pro Sesto ad un passo dai play out che si risolleva proprio battendo un Novara ormai demotivato nel giorno dell’ultima panchina azzurra di Sergio Borgo. Sfortunata per Discepoli anche la successiva esperienza al timone della Pro Belvedere (con Matteassi, Lorenzini e Bigatti) che soltanto l’anno dopo rileverà il titolo sportivo della Pro Vercelli.

L’amico Recchi lo convince a tentare l’avventura dapprima al Ravenna eppoi alla Triestina, ma i problemi societari hanno la meglio su qualsiasi discorso tecnico ed anche sull’ambizione di piazze blasonate. Nel calcio urlato e del risultato ad ogni costo… sembra non esserci più posto per Giancesare Discepoli, un signore autentico.

La foto è tratta dall’archivio di Beppe Vaccarone

Massimo Barbero

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