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domenica 18 giugno 2017 - 09:15
di Massimo Barbero

Per il pomeriggio dell’ultimo San Gaudenzio, visto che le previsioni meteo in Sicilia non lasciavano sperare in nulla di buono… io, Danny Faranna e Marco Foti avevamo cercato di soddisfare la nostra consueta fame di calcio richiedendo un accredito stampa per la partita Palermo-Inter. Certamente cortese, ma altrettanto fermo il “no” giunto nel giro di pochi minuti dalla società siciliana che aveva motivato il diniego scrivendoci qualcosa del genere: “Dobbiamo lasciare spazio alle testate che seguono abitualmente le due squadre in campo al “Barbera”. Tutto vero, ma… in realtà noi stavamo semplicemente provando a portarci (di parecchio) avanti. Avremmo voluto… metterci già allora a studiare il calcio di mister Corini, in quel frangente alle prese con l’improba impresa di provare a salvare i rosanero, sfidando le ansie della cronica discontinuità zampariniana…

Battute a parte, a tutti coloro che in questa settimana mi hanno chiesto “Com’è Corini?” “Ma sei soddisfatto di Corini?” avrei voluto rispondere che risulta davvero difficile giudicare un allenatore senza aver visto giocare (possibilmente più volte di seguito) le sue squadre dal vivo. Soltanto dopo averne seguito con continuità un percorso tecnico (preferibilmente assistendo anche ad alcuni allenamenti settimanali) è possibile esprimere un parere con cognizione di causa. Prima ci si può affidare semplicemente a delle impressioni tratte dal curriculum o da qualche battuta rilasciata ai media. Per questo se avessi dovuto scegliere un tecnico per il Novara… avrei sparato “di botto” i nomi di Tedino o Fabio Gallo… Perché conosco già il loro modo di lavorare, la preparazione che hanno alle spalle, le motivazioni. Ma ciò non esclude che ci fosse in giro gente (gente abbordabile intendo) brava quanto e più di loro… di cui non ho mai potuto apprezzare direttamente le qualità.  Gli addetti ai lavori sono tali perché hanno più tempo e capacità di valutare aspetti che non possono essere colti da commentatori o semplici appassionati, per quanto competenti.

Nello specifico non vedo giocare dal vivo una squadra allenata da Corini da quel lontano Novara-Crotone che rafforzò il nostro primato in classifica in serie B. Ovviamente un precedente ingiudicabile sia per il tempo trascorso da allora, sia per il fatto che nell’occasione il buon Eugenio era subentrato da soli quattro giorni all’esonerato Menichini. Eppoi in quel periodo… i nostri erano in un tale stato di grazia… che forse un pareggio l’avremmo strappato anche al cospetto di Barcellona o Real Madrid…

Per fare un esempio concreto, ho cominciato ad apprezzare Tesser una domenica pomeriggio ascoltando quasi per intero una sua conferenza stampa a Padova nel breve periodo in cui ha allenato i biancoscudati. Ero abituato alle giustificazioni spicce di Notaristefano (“campo pesante” oppure “difficile giocare contro un avversario chiuso”) e così ero rimasto particolarmente colpito dall’analisi attenta, precisa e meticolosa del non ancora Komandante. Al di là del risultato favorevole, il caro Attilio aveva vivisezionato ogni situazione, era pronto ad analizzarla, spiegarla, correggerla. Non si sottraeva al confronto ed alle domande dei colleghi veneti che  non apparivano certamente teneri nei confronti della squadra di Cestaro che, malgrado investimenti importanti e continui cambiamenti, non riusciva da anni a tornare in serie B. Quest’impatto positivo è stato poi rafforzato da quel che avrei visto qualche mese dopo a Novarello nel primo ritiro “casalingo” della nostra storia: nulla era lasciato al caso negli allenamenti e nelle partitelle di luglio da un allenatore e da un staff che parevano decisamente di categoria superiore rispetto ai loro predecessori.

Due anni fa, più o meno di questi tempi, mi sforzavo di capire perché la società azzurra avesse scelto di allontanare il vincente Toscano per chiamare al suo posto l’esonerato Baroni. Il ricordo della perentorietà con cui il suo Lanciano aveva spazzato via il secondo Novara di Aglietti al “Piola” era offuscato, più ancora che dai risultati riportati da un curriculum sin lì senza infamia e senza lode, dalle critiche quasi unanimi che giungevano dall’Abruzzo. Seguendo gli allenamenti estivi ed il filo tecnico delle prime partite “vere” da tre punti invece (eccezion fatta per la brutta sconfitta con il Como quasi avulsa dal contesto per uomini e scelte) mi ero invece ben presto reso conto di quanto la scelta di Teti fosse azzeccata. Il tecnico che ha appena portato in A il Benevento si faceva apprezzare già allora per la dedizione ai particolari, l’attenzione maniacale alla fase difensiva che stava trasmettendo alla squadra ed il progetto di gioco che in poche settimane era riuscito a imprimere ad una rosa quasi completamente rinnovata. Non potevano bastare le episodiche sconfitte di Crotone e Terni, né la  rimonta beffa subita da Latina a farmi cambiare idea sulla bontà del suo lavoro…

Torniamo a Corini! Di lui mi colpisce in senso favorevole la sua longevità calcistica. Non si riesce a giocare per 19 anni consecutivi in serie A se alle qualità tecniche e fisiche non si è in grado di abbinare qualcosa di più in termini di impegno, costanza, dedizione, valori anche umani e caratteriali.

Il secondo aspetto confortante è legato all’impatto decisamente positivo che ha avuto la sua presentazione in coloro che hanno avuto modo di seguirla dal vivo o tramite i media. Nulla accade per caso e se sono bastati il suo nome e le sue prime parole ad allontanare quella cappa di pessimismo che aleggiava da queste parti da troppi mesi… allora bisogna riconoscere al buon Corini capacità comunicative indubbiamente superiori ai suoi predecessori. Anch’io ne ho tratto un’impressione favorevole. La stessa che avevo quando carpivo brandelli delle sue conferenze stampa da allenatore del Palermo. A cavallo della vittoria prenatalizia dei rosanero a Genova ero convinto fosse davvero l’uomo giusto per ricompattare l’ambiente e proteggere una squadra obiettivamente scarsa dall’ulteriore insidia dell’umoralità delle “zamparinate”.

Personalmente apprezzo di più gli allenatori che alla B o alla A ci arrivano dopo aver fatto un bel po’ di gavetta rispetto a quelli “sparati” nella massima serie per i loro trascorsi da calciatore o per qualche risultato interessante colto nel campionato “Primavera”. L’esplosione di Guardiola ha fatto dimenticare a molti presidenti e direttori sportivi quanto sia importante nel calcio l’esperienza fatta anche di “tranvate” sui denti utili a correggere errori ed impostazioni sbagliate.

Però Corini la sua gavetta se l’è fatta al rovescio. E’ partito subito dalla B (praticamente un anno dopo aver smesso di giocare) per poi rimettersi in discussione salendo su altri tram in corsa non sempre facili da prendere. Ora a 47 anni da compiere a fine luglio a Novarello… non è più un ragazzino, nemmeno nell’ottica di questa professione. Sa bene che in azzurro si gioca molte delle opportunità di rilancio. Mi è parso motivato e determinato nel volere sfruttare al meglio questa possibilità. Ed ho ravvisato altrettanta convinzione nella scelta operata dal Novara, seppur dopo aver sondato più strade. Lo ricavo in particolare dal fatto che a Corini sia stato concesso di rinnovare quasi per intero lo staff al seguito come non era accaduto con gli ultimissimi colleghi che l’avevano preceduto. Un bel segnale indubbiamente. Non ci resta che salutare il nuovo tecnico azzurro con un caloroso benvenuto… e con la promessa che la fiducia di giugno… non svanirà ai primi temporali di settembre… Lasciamolo lavorare prima di valutarlo, senza pregiudizi di alcun genere.

Personalmente ho vissuto con grande tranquillità le quasi due settimane trascorse dall’addio di Boscaglia all’ingaggio di Corini. Negli ultimi tre anni Teti non ha mai sbagliato una mossa di questo tipo e la mia fiducia derivava semplicemente da quello che il ds azzurro ha saputo realizzare sotto la cupola dal 2014 ad oggi.

In questo decennio (ed ancor più nell’ultimo triennio) sono passati da Novara tanti giocatori importanti che sono la migliore conferma della qualità del lavoro svolto. Le squadre che si sono sfidate nei play off di B e Lega Pro appena conclusi erano piene zeppe di nostri ex. Senza dimenticare (oltre al nostro Faragò) Faraoni e Dell’Orco che nell’ultima stagione di A giocavano titolari prima di essere fermati, purtroppo, da seri infortuni (un grosso in bocca al lupo ad entrambi).

La scelta che mi “preoccupa” di più in prospettiva 2017-18 è quella della punta che dovrà sostituire Galabinov. Mentre negli altri reparti puoi permetterti di inventare e/o improvvisare… scovando un giovane, un elemento meno impiegato, persino un giocatore attualmente fuori ruolo… per portare a casa un centravanti in grado di fare la differenza occorrono quasi sempre (oltre che il solito intuito) pure dei capitali non trascurabili da impiegare. Onestamente se fosse andato in porto a gennaio lo scambio Raicevic-Galabinov… non so se ci saremmo salvati con altrettanta facilità… visto che quello che il montenegrino ha poi saputo combinare a Bari… Se l’Empoli stava per conquistarsi la permanenza in A con Thiam e Marilungo là davanti… vuol dire che la materia prima… di questi tempi non abbonda di certo… e chi ha degli uomini gol se li tiene ben stretti (anche a suon di quattrini).

Non resta che attendere… il “divertimento” del calciomercato è appena cominciato e non è il caso di sviscerare oggi tutti gli argomenti…

Dopo aver assistito agli spettacolari (ma crudeli) play off di serie Lega Pro con tante piazze più o meno importanti finire nuovamente deluse… permettetemi di godermi il presente… ripetendo al mondo azzurro e non… quanto sia bello essere al via del prossimo campionato di serie B… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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