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domenica 25 giugno 2017 - 08:12
di Massimo Barbero

l tema sollevato dall’amico “Fiore54” merita effettivamente qualche riflessione approfondita. Il mister-tifoso mi ha chiesto qualche giorno fa, tramite il muro di “Forzanovara”, un parere su Vicari “sottovalutato” dal Novara eppoi subito promosso in serie A con la Spal. E di riflesso su Manconi, di ritorno dall’ennesimo prestito, ma non ancora certo di rimanere in maglia azzurra.

Partiamo da Francesco. Ad agosto dell’anno scorso, nei giorni del trasferimento alla Spal di Vicari, avevo risposto al collega Alessandro Orlandin de “Lo Spallino” più o meno così: “Sono convinto che questo affare alla fine farà bene a tutti quanti. Al giocatore ed alle due società…”. Ai primi di novembre, nei giorni nerissimi dello scontro diretto al “Piola”, con la compagine di Semplici già sensibilmente avanti ad un Novara contestato, il buon Alessandro mi aveva ricordato quel vaticinio, chiedendomi, con una punta di simpatica malizia: “Sei ancora di quell’idea?”.

In fondo sì. Certo, avrei preferito che Francesco Vicari si affermasse e vincesse con la maglia del Novara, ma sono comunque contento che ci sia riuscito altrove. Ad inizio novembre 2013, in vista della trasferta di Trapani, scrivevo: “non trascurerei la possibilità di lanciare comunque dall’inizio Vicari… Nel precampionato aveva mostrato cose interessanti e credo sia il momento di dargli una chance. In fondo anche Faragò e Bruno Fernandes avevano cominciato la stagione nelle retrovie…”. La domenica dopo Francesco è effettivamente entrato nel secondo tempo e quella sera molti tifosi azzurri all’Aeroporto di Birgi si dichiaravano arrabbiatissimi con Aglietti per l’incauta scelta. Qualcuno aveva azzardato persino un: “Meglio mettere Marianini in difesa piuttosto…”.

In realtà Vicari non aveva fato male nemmeno quel pomeriggio, pur nel contesto di una squadra alla deriva, almeno nella ripresa. A partire dalla gara prenatalizia con l’Empoli (in campo in fretta e furia al posto di un disastroso Mori) Francesco invece avrebbe convinto tutti circa le proprie potenzialità.

Il problema è che nelle due stagioni successive non aveva mai compiuto il vero salto di qualità che ci si deve attendere da un giovane promettente alla seconda o terza annata con i grandi. Titolare con Toscano (almeno da ottobre in poi) anche con Baroni aveva avuto qualche chance importante. A settembre per l’infortunio alla costola di Troest, più avanti per qualche defezione di Poli.

Purtroppo a partire da Modena aveva sciupato tutte le opportunità avute per guadagnarsi sul campo i galloni di degno sostituto del forte centrale di ritorno a Carpi. In particolare a fine gennaio-inizio febbraio quando Poli non c’era più e Mantovani (infortunato) non c’era ancora. Ricordo l’espulsione di Chiavari sullo 0-0 ed il “buco” nel contropiede che ha dato il via al gol di Falletti al “Piola” contro la Ternana.

Errori che gli sono costati gradini importanti nella scala di gerarchie di Baroni che ha così lanciato Dell’Orco centrale. Abbiamo rivisto Vicari solo a Trapani (quando ha fatto decisamente bene) eppoi nell’ultima gara a Pescara (quando invece è naufragato assieme a tutta la difesa).

Resto dell’idea che il tecnico ora a Benevento (che sa curare molto bene la fase difensiva e migliorare i giovani a disposizione) avrebbe potuto e dovuto dare maggior spazio anche nel corso della primavera ad un giocatore di proprietà del Novara Calcio come Vicari. Però per lui aveva parlato il campo… e non sempre in termini positivi.

Nell’estate del 2016, a 22 anni appena compiuti, anche per il sempre disponibile ragazzo romano era finito il tempo degli alibi o delle promesse. Era giunto il momento di scalare un gradino nella scala della propria carriera. Qui o altrove. Ed anche per il Novara era arrivata l’ora di concretizzare quell’investimento (comunque azzeccato) compiuto nell’estate 2012 dopo il fallimento del Taranto: credendo fermamente in lui come un titolare o monetizzando la sua cessione.

Onestamente un anno fa di questi tempi quanti di voi avrebbero preferito partire con Vicari prima scelta piuttosto che con Troest o Scognamiglio? Dunque, visto che si era materializzata un’offerta importante, cederlo è stata una mossa più o meno condivisibile, ma non certo azzardata. Si è fatto l’interesse del ragazzo che ha potuto esprimersi appieno in una squadra che credeva fortemente in lui (senza pregiudizi, ma all’opposto anche senza il pericoloso cuscinetto di crediti pregressi di fiducia che lo circondavano da queste parti). Si è fatto l’interesse del Novara che ha intascato un gruzzoletto dalla vendita di un giocatore il cui cartellino era stato acquistato a costo zero. E si è fatto ovviamente l’interesse della Spal che con Vicari è andata in serie A.

Ho visto un paio di partite intere degli estensi ed ho notato che Francesco non ha perso il vizio di qualche pericolosa approssimazione nel corso delle partite. A Ferrara però ha potuto permettersele perché aveva la fiducia di un tecnico ed un ambiente non certo propenso a giubilarlo al primo errore. Ed era supportato dalla forza di una squadra molto strutturata, con una solida base difensiva. A Novara, specialmente nel Novara altalenante d’inizio stagione, non sarebbe stato altrettanto semplice per lui esprimersi…

Per Manconi siamo allo stesso punto di svolta che si era presentato per Vicari un anno fa. A 23 anni basta prestiti o stagioni ai margini della rosa. O si crede fortemente in lui o è il momento di salutarlo con un caloroso in bocca al lupo. Io propendo per la prima ipotesi: dopo quello che ha messo in mostra a Reggio Emilia e Trapani  vorrei vederlo protagonista in maglia azzurra sotto le grinfie di mister Corini, un signore che da calciatore ha saputo spogliarsi per tempo dei panni di “eterna promessa” o, peggio, “predestinato” per ritagliarsi una lunga carriera autentica, ad alti livelli.

Partendo da questa personale premessa, bisogna fare però anche delle altre valutazioni. Non è vero che Manconi sia sempre stato “ignorato” dal Novara Calcio. Calori eppoi Aglietti l’hanno lanciato con convinzione in prima squadra in un momento molto delicato della nostra storia recente. Nel primo mese di campionato del 2014 e del 2015 Toscano e, l’anno dopo, Baroni hanno lasciato spesso in panchina addirittura Gonzalez per puntare su Jacopo, venendone ricambiati da giocate da categoria superiore, ma anche da una discontinuità che li ha portati poi a preferire altre strade.

Ecco, a Manconi occorrerebbe un po’ di stabilità, anche in termini di destinazione. Dal gennaio 2015 ad oggi ha militato nelle file di Lecce, Novara, Pavia, Reggiana e Trapani… mai si è fermato in un posto per più di sei mesi. Ed i risultati di squadra ottenuti non sono stati esaltanti. La retrocessione del Trapani è ovviamente figlia del disastroso girone d’andata… ma i siciliani (grazie anche ai gol di Jacopo) si erano rimessi in carreggiata. Nel finale però hanno perso 3 partite consecutive (sarebbe bastato 1 solo punto per agguantare i play out) come raramente capita nelle ultimissime giornate a chi sgomita per non retrocedere.

Mi sono messo a guardare con serenità ed attenzione Trapani-Cesena che giocavano in posticipo ed ho visto l’osservato speciale Manconi poco incisivo, sostituito nel momento topico della partita (al 70’ con le squadre sull’1-1). Evidentemente, anche in una stagione molto positiva per lui, ancora gli manca qualcosa nelle sfide senza appello.

Eppoi la convinzione è un aspetto essenziale nel calcio. Il volto scuro di Jacopo alla vigilia del nostro campionato in Lega Pro non suonava come un bel segnale. Eppure quella stagione poteva rappresentare come una gran bella opportunità per un ventenne! Senza contare l’aspetto comunicazione che ormai investe tutto quello che riportano (anche sui social) il diretto interessato e le persone a lui più vicine. Il paragone può sembrare irriverente, ma la storia tra Dani Alves e la Juventus si è interrotta prima del tempo soltanto per un intervista irrispettosa rilasciata in Brasile dall’esterno che pure aveva chiuso la stagione in crescendo. Tornando a bomba, se digitate su internet “Manconi Caravello” troverete una serie di risposte rilasciate nell’ultimo mese dal procuratore di Jacopo che trattano del possibile trasferimento altrove del proprio assistito, volte a ribadire “il Novara lo vuole, ma…” “con il Novara dobbiamo parlare…”.

Ragionerò con una mentalità ormai superata, ma da un ragazzo che torna dal prestito alla squadra che l’ha lanciato (o da chi lo rappresenta) mi aspetterei di leggere soltanto dichiarazioni di questo tenore: “Non vedo l’ora di tornare al Novara… Voglio tornare al Novara per restarci ed essere protagonista perché per me la maglia azzurra è qualcosa di speciale…”. Quello era il calcio di cui mi sono innamorato. Quello è il senso di appartenenza che mi sforzerei di pretendere dai ragazzi cresciuti nel nostro settore giovanile sulle orme dei vari Morganti, Faragò e Dickmann…

Ecco, se fossi al posto di Teti e Corini… prima di tutto guarderei negli occhi Manconi, guardacaso lontano dagli occhi del suo procuratore… e gli chiederei “Jacopo, ci credi?”. Ed ancora dagli occhi con cui pronuncia la risposta deciderei se affidargli la maglia azzurra da titolare con annesso rinnovo del contratto… Forza Novara sempre!!!

Ps: Al di là delle immancabili polemiche da muro… voglio dire di vero cuore un grosso GRAZIE a Massimo Cataldi per l’impegno e la professionalità che ha messo nelle tre stagioni in azzurro.

Rimaneva l’ultimo “superstite” dello staff di mister Toscano… e quella promozione per me, per mille ragioni, resta la vera grande impresa del decennio targato De Salvo. Ancor più del doppio salto che ci ha regalato il leggendario Attilio Tesser quando viaggiavamo con il vento a favore.

Massimo Barbero

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