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lunedė 10 luglio 2017 - 04:33
8° puntata: 25 settembre 2011 Atalanta-Novara 2-1

I giorni successivi al trionfo sull’Inter scivolano via in fretta, troppo in fretta. Non c’è nemmeno il tempo di gustarsi un trionfo da tramandare ai posteri contro i Campioni del Mondo in carica che bisogna già tornare in campo per affrontare una trasferta delicata ed importante come quella di Bergamo.

Al giovedì sera durante “Aperitivo Azzurro” ci affidiamo al “pendolino” di Jean Paul Bonomi che ha appena azzeccato due pronostici di fila. Stavolta profetizza uno 0-0 che sembra dettato più dalla voglia di non deludere gli ascoltatori che da reale convinzione.

Un pari in effetti sarebbe davvero un gran bel risultato contro la truppa di Colantuono che è partita forte, molto forte. Dopo la vittoria sfiorata a Marassi (2-2 il finale) ha battuto il Palermo in casa ed il Lecce a domicilio azzerando in sole tre giornate il -6 in classifica dettato dalla vicenda “calcioscommesse”. Ci illudiamo che la trasferta in Salento di mercoledì sera abbia lasciato un po’ di stanchezza nelle gambe dei nerazzurri orobici.

Al sabato registriamo con piacere la notizia delle sconfitte di Bologna (contro l’Inter appena passata nelle mani di Ranieri) e Cesena che così anche domenica ci resteranno alle spalle, qualunque cosa accada all’Atleti Azzurri di Bergamo.

Si parte di domenica mattina, relativamente presto. Sulla mia “Polo” vecchia ci sono Paolo Molina e Danny Faranna. E’ la nostra quarta trasferta a Bergamo in poco più di sei mesi. Ci siamo già stati per le sfide in B con Atalanta ed Albinoleffe (allora nemmeno la presenza di Dado aveva portato bene…) e per il triangolare ferragostano organizzato dalla Banca quando i colleghi bergamaschi ci invidiavano… Morimoto. Negli ultimi giorni di mercato però il dg Marino ha completato l’organico con Denis che sembra davvero un acquisto azzeccato.

Il ritorno di Jean Paul (che ci raggiunge con mezzi propri da Meina) ci impone un pranzo all’altezza da consumare nei dintorni di Bergamo. Il titolare è gentilissimo, ci fa mangiare presto per permetterci di andare alla partita per tempo. Una cortesia che non gli evita qualche immancabile frecciata da parte del nostro amico che anche a tavola… pretende il massimo.

Sta di fatto che allo stadio ci arriviamo con ampio anticipo. Paolo, per questo pezzo di strada, viaggia con Jean Paul mentre io e Danny troviamo posto nell’ampio e comodissimo parcheggio davanti all’ingresso della Tribuna. Incrociamo subito Federico Calcagno della Rai, persona semplice e sempre disponibile con cui mi attacco a parlare del Mondiale di hockey che comincia proprio quella sera. “Ah già, al rientro devo commentare anche la partita dell’Italia” mi risponde con un tono che non pare esattamente entusiasta.

Lo stadio sembra pieno, come per una partita importante. Il settore ospite è gremito di novaresi, stavolta numerosissimi. Da queste parti il Novara non è visto con grande simpatia per i precedenti legati alla passata stagione quando la truppa di Colantuono non è mai riuscita a battere la compagine di Tesser. Anzi, almeno fino a marzo inoltrato, siamo apparsi come l’unica grande rivale in grado di negare alla Dea una promozione annunciata sin dall’estate precedente.

All’ingresso delle squadre in campo la curva di casa srotola un’enorme maglia nerazzurra con il numero 27, quello di Doni, vittima di una squalifica che a Bergamo all’epoca ritenevano ancora profondamente ingiusta. Accanto a me ed a Paolo c’è un signore veneto che si professa grande amico di Tesser. Ed in effetti il Komandante, da gran signore qual è, sembra cercarlo con lo sguardo al momento di sedersi in panchina. I due si scambiano un affettuoso saluto.

Si parte con il Novara in maglia bianca ed i padroni di casa in tradizionale casacca nerazzurra. Tesser ripropone, pari pari, la formazione che ha battuto l’Inter. Colantuono risparmia Moralez che comincia dalla panchina. Alle spalle di Denis stavolta agisce Gabbiadini in un 4-4-1-1 ben organizzato, ma anche ricco di individualità di spicco.

Eppure i nostri non cominciano male, anzi. Meggiorini sembra l’uomo in più, lo stesso attaccante determinato ad andare a pressare su ogni pallone che avevamo visto all’opera contro l’Inter. Il problema si chiama… Schelotto. Colantuono ha piazzato l’ex del Cesena sulla fascia destra dove noi siamo particolarmente fragili perché a coprire Gemiti c’è il solo Rigoni. Un’intesa che funzionava alla perfezione negli ultimi mesi di serie B, ma che in questo caso è messa a dura prova dalla vena dell’italo-argentino, nel suo momento di massimo splendore nella carriera.

Eppure l’occasione più nitida della prima mezzora la crea il Novara. Tutto nasce da uno scambio Meggiorini-Mazzarani-Meggiorini… il numero 69 si libera al limite dell’area e prova una conclusione a girare che sorprende Consigli, ma si perde di un soffio a lato….

Schelotto però fa davvero il bello ed il cattivo tempo. Ed al 34’ firma la rete del vantaggio. Stavolta l’azione nasce sulla sinistra dove Bellini (l’ho tenuto per una vita al “Fantacalcio” perché il 6 me lo garantiva quasi sempre) affonda indisturbato. Sul suo cross Ujkani non prova nemmeno l’uscita e sul secondo palo ad insaccare c’è Schelotto che ha nettamente preceduto Gemiti. E’ l’episodio che cambia la partita perché una volta in svantaggio il Novara sbanda vistosamente. Prima dell’intervallo lo stesso Schelotto potrebbe chiudere virtualmente i conti, ma stavolta la sua conclusione si stampa sul palo.

Ad inizio ripresa il Novara si riaffaccia in avanti con un paio di tiri dal limite dell’ex Radovanovic e di Mazzarani, ma è sempre la squadra di casa ad avere la situazione in pugno.

Tesser non fa nemmeno in tempo ad inserire Giorgi che Cigarini dal limite manda la palla ad infilarsi nel “sette”. Ujkani fa un passo, poi quando si accorge che la traiettoria è imprendibile si mette a fissare ormai sconsolato la sfera che si insacca “là dove dormono i ragni”.

Chino il capo e mi metto a scrivere un articolo dal finale ormai scontato per il “Corriere di Novara” dell’indomani mentre Paolo prosegue il suo racconto in diretta radio.

Colantuono sostituisce i propri fantasisti Schelotto e Gabbiadini con gente certamente non di secondo piano quale Bonavventura e Moralez. Nel finale c’è spazio anche per Tiribocchi al suo ultimo campionato di A. Eppure sono i cambi di Tesser a modificare un copione che sembra già segnato. Jeda e soprattutto Granoche restituiscono pericolosità all’attacco del Novara. “El Diablo” disputa la sua miglior partita in maglia azzurra, certamente la più sfortunata. Il Novara finisce in netto crescendo, esattamente come era successo nei due confronti del campionato precedente in B quando però la differenza di valori appariva meno marcata.

Granoche fa gridare al gol in un paio di circostanze, ma onestamente al momento sembra solo il contentino lasciato da un avversario che tiene comunque in pugno la situazione.

Invece a poco più di due minuti dal termine Porcari trova lo spiraglio dal limite per battere Consigli. Non c’è tempo ovviamente per celebrare il primo gol in A di Pippo che chiama subito i compagni a riprendere celermente il gioco. Sembra uno zuccherino amaro come quello di Cagliari ed invece stavolta i rimpianti si moltiplicano nel recupero. I padroni di casa lasciano ancora Pippo libero al limite dell’area, la sua conclusione diventa un assist per Granoche che scavalca Consigli in uscita. Io e Paolo non abbiamo nemmeno il tempo di esultare perché ci accorgiamo subito che il secondo assistente Galloni di Lodi purtroppo ha la bandierina alzata. L’attaccante uruguagio si dispera, mentre noi in radio non azzardiamo alcun giudizio. Pochi secondi dopo però il collega di Bergamo che siede al mio fianco mi avverte che chi ha visto le immagini da casa garantisce che il gol fosse regolare… Maledizione!!! L’Atalanta è stordita e negli ultimi secondi di recupero rischia un’altra capitolazione, ma stavolta la girata di Granoche si perde ad un soffio dall’incrocio. Colantuono esulta come se avesse passato un turno di Champions. Senza la penalizzazione l’Atalanta ora sarebbe la capolista solitaria del campionato di A.

Il dopogara è amaro, confuso e carico di tensione. Giornalisti locali provano ad inventarsi qualsiasi appiglio per sostenere la tesi dell’irregolarità del 2-2 fino a quando Colantuono chiude il discorso affermando: “Il pareggio era valido… ma so che quelli del Novara sono troppo signori per attaccarsi a queste situazioni”. Le ripetute moviole hanno invece accentuato le sofferenze di Tesser che si è arrabbiato anche per qualche trattenuta in area non sanzionata dal solito Ostinelli. L’analisi del tecnico di Montebelluna è onesta: “Per un’ora l’Atalanta c’è stata superiore, ma se avessimo pareggiato nel finale non avremmo rubato nulla…”.

Io, tra un’intervista e l’altra, vado alla caccia disperata di una videocassetta (o dvd) da consegnare l’indomani al mio amico Paolo Ignetti di Quartarete. L’accordo era: “negli spogliatoi troverai Tizio che ti darà il tutto senza alcun problema…”. Invece mi imbatto solo in risposte sgarbate di gente maldisposta che accentua il mio nervosismo. Anche perché in fondo sto facendo una cortesia. Mi infastidisce anche vedere il duo Paganini-Gandolfi della Rai apparentemente in festa per la vittoria della Dea… Preferisco l’onestà intellettuale dei giornalisti-tifosi che almeno la loro fede la dichiarano apertamente…

In quella che dovrebbe essere la zona mista aspettiamo Granoche che quando sta per parlare ai nostri microfoni viene letteralmente braccato da Pederzoli che lo catechizza per una manciata di secondi. Ovviamente non posso sapere cosa si siano detti i due, ma la sensazione è quella di un tentativo di “addolcire” le sue risposte. Pablo si limita a dire: “Dal campo avevo la certezza di essere partito in posizione regolare ed ora le immagini lo confermano…”.

Per il viaggio di ritorno cedo la guida a Danny Faranna e riprendo a scrivere dietro. Con noi c’è anche Gianluca Scaduto di “Tuttosport” che lasceremo in stazione a Novara risparmiandogli un po’ di treno. In macchina ci chiediamo come faremo a battere il Catania che ha appena fermato sull’1-1 la Juve di Conte. Dopo 3 trasferte su 4 gare giocate le prossime 2 sfide casalinghe ravvicinate ci faranno capire meglio quale sarà il nostro destino in questa serie A ancora tutta da scoprire dopo la sbornia con l’Inter ed il mal di testa di Bergamo…

La cena non basta a placare la mia amarezza per l’epilogo di una partita che fino all’88’ l’Atalanta aveva condotto con pieno merito. Ecco l’attacco dell’Editoriale preparato celermente per l’inflessibile Danny Faranna:

“Domeniche come questa ti fanno “detestare” il calcio… Dedichi giornata ed energie alla partita e non hai nemmeno la soddisfazione di vedere la tua squadra… perdere semplicemente perché gli avversari sono stati superiori. D’accordo, l’Atalanta ha giocato decisamente meglio per lunghi tratti della gara. Detto questo, il gol annullato a Granoche brucia maledettamente. Avrei preferito sapere che si trattava di fuorigioco netto… non ci sarebbero stati rimpianti… Lo so, sono tifoso, troppo tifoso e lo ammetto...

Poi ecco un parere un pochettino più tecnico, anche se sempre di parte:

“Sfido l’opinione popolare dicendo che il Novara nella prima mezzora mi era piaciuto molto più che a Cagliari. Non a caso, sullo 0-0, l’occasione più nitida l’abbiamo avuta noi. In quel frangente avevamo rischiato pochissimo. Ed avevamo avuto in avanti un Meggiorini gladiatorio nel fare reparto quasi da solo, nell’andare a rincorrere ogni pallone…

L’equilibrio è stato spezzato dalle giocate di Schelotto. Uno di quei giocatori che talvolta fanno impazzire gli allenatori che li hanno alle loro dipendenze. Ma che quando sono in giornata (come oggi) fanno ammattire le difese avversarie. Con il senno di poi verrebbe da dire che bisognava cautelarsi di più sulla corsia sinistra… ma è destino che questo Novara debba patire sugli esterni… per il centrocampo a tre che non può garantire adeguata copertura laterale”.

Massimo Barbero

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