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lunedė 24 luglio 2017 - 09:06
10° puntata: 16 ottobre 2011 Novara-Bologna 0-2

La prima vera sosta della serie A, anziché permetterci di recuperare qualcuno, allunga la lista degli indisponibili. Sono out Lisuzzo, Giorgi, Pesce e Mazzarani. E durante la conferenza stampa della vigilia di Novara-Bologna Tesser annuncia che anche Jeda non sarà tra i convocati.

Io al sabato mattina vado alla presentazione del neonato “Coordinamento Cuore Azzurro” che nasce ovviamente nel ricordo di Walter Vannucci che tanto aveva lavorato all’iniziativa prima di doversi arrendere, maledettamente presto, al destino.

Il sabato pomeriggio lo passo in ufficio a scrivere una “conclusionale” sbirciando le partite di serie B. Nel finale il Torino riesce a sbloccare una gara casalinga che sembrava incollata sullo 0-0 contro l’ostica Juve Stabia.

La sera ceno dal mio grande amico Bicio mentre il Milan supera con relativa facilità il Palermo. Gli altri risultati però non sono confortanti perché il Catania batte l’Inter ed il Parma espugna addirittura il San Paolo. Entrambe le formazioni vittoriose volano a quota 9 e cominciano ad allontanarsi dalla zona pericolo che rimane sempre più ristretta a pochissime contendenti (tra cui figura ancora l’Inter che però non potrà restare a lungo da quelle parti).

Novara-Bologna è una partita importantissima perché potremmo staccare già sensibilmente i felsinei incollati a quota 1 (l’unico punto l’hanno conquistato allo Juventus Stadium). Il problema è che la serie nera (sconfitte con Fiorentina, Lecce, Inter ed Udinese) è costata la panchina a Bisoli. Ed il nuovo tecnico (Pioli) ha avuto i 15 giorni della sosta per lavorare (nazionali permettendo) con i suoi nuovi giocatori.

Paradossi del calcio: Pioli sarebbe dovuto scendere al “Piola” da allenatore del Palermo ad un passo dall’esonero. Invece il rinvio della prima giornata gli aveva permesso di non cominciare nemmeno quel campionato sulla panchina dei rosanero lasciandogli la possibilità di rispondere positivamente alla chiamata di un’altra società a stagione in corso. Ovviamente ancora non sappiamo che Pioli diventerà, nel giro di pochi anni, uno dei tecnici più quotati del panorama italiano. Ci aggrappiamo alla statistica che dice che il Bologna non vince da ben 14 partite consecutive a cavallo tra la fine del 2010-11 precedente e l’inizio del 2011-12.

Per la prima volta in casa si gioca di domenica alle 15 e possiamo rispolverare la tradizione del pranzo al “Triathlon”. Per l’occasione proviamo a calare l’asso precettando “Giovanni X” alias “Depa” alias “Giovanni pareggio” la cui presenza a tavola era sempre stata garanzia di vittorie nelle stagioni precedenti, sin dall’era Notaristefano.

Il mio arrivo in tribuna stampa è subito turbato dalla presenza di un caporedattore di Tuttosport che conoscevo solo di fama (il padre, in particolare, era stato un grande giornalista). Mi accoglie in maniera certamente non gradevole dicendomi: “Oggi fai tutto tu. Di questa partita non me ne frega molto… mi siedo a vedermela con la mia ragazza e stop”. Forse ero abituato sin troppo bene da Perosino e Scaduto che mi avevano sempre annunciato con largo anticipo quello che avrei dovuto fare e quando, dandomi modo di organizzarmi. Sta di fatto che questo atteggiamento di superiorità (nei confronti dell’evento sportivo innanzitutto) mi infastidisce più del dovuto e replico: “D’accordo, ma visto che nessuno mi aveva avvertito… prima finisco gli altri incarichi (Radio e Corriere intendo ndr) poi mando i pezzi per Tuttosport”. “Allora no, faccio tutto io”. Questo mezzo rifiuto segna in pratica la fine della mia collaborazione per il quotidiano sportivo torinese per il quale da quel momento scriverò ancora soltanto qualche pezzo di hockey. In un certo senso meglio così. Non mi va di ingolfarmi di mille incombenze (al di là di quello che rimane il mio vero lavoro) ed è giusto restituire gli spazi a chi fa il giornalista di professione.

Prendo posto in cabina un po’ più alterato del solito. Mi ritempra soltanto il saluto di Simona Ragusa, all’epoca tifosissima degli azzurri, che è venuta a Novara malgrado le conseguenze della prima vera influenza stagionale.

Stavolta Tesser schiera Morimoto al fianco di Meggiorini. A vederlo è arrivato il ct del Giappone Alberto Zaccheroni che sta valutando un suo rilancio in Nazionale. Per il resto il buon Attilio è tornato all’antico con Morganella in difesa e Marianini e Porcari in mezzo al campo. Attacco a parte, rispetto alla squadra promossa in A c’è la sola differenza di Paci al posto di Lisuzzo. In panchina si vede finalmente Rubino, credo per la prima volta a referto dopo tanta tribuna.

Il Bologna si schiera con il 4-3-3. Tra i pali c’è Agliardi, riserva di Cano durante la finale con il Padova di giugno. Davanti attorno ad Acquafresca ruotano Di Vaio e Diamanti… davvero niente male!

I rossoblu sembrano comunque bloccati, incapaci di fare la partita. Evidentemente è la tensione ad attanagliarli. Il Novara prende coraggio ed attorno al quarto d’ora sfiora per due volte consecutive il vantaggio: dapprima Morimoto si libera bene, ma trova la respinta con il corpo di Agliardi in disperata uscita a negargli l’1-0; poi Paci precede tutti, ma incorna di un soffio a lato. Sento che il gol è nell’aria, ma invece il vantaggio liberatorio non arriva e mi innervosisco sempre di più mentre Paolo Molina continua imperterrito nel proprio racconto.

Il Bologna perde Diamanti per un guaio muscolare. In presa diretta sembra un colpo di fortuna, ma dalla panchina entra Ramirez…  Malgrado l’avversario sfoderi tanti nomi illustri è il Novara a fare la partita ed a far vedere il calcio migliore. Alla nostra contingente supremazia tecnica gli ospiti rispondono con uno strapotere fisico evidente, specialmente in mezzo al campo dove Mudingayi e Kone la fanno da padrone, tutelati da Doveri che fischia pochissimo e non estrae mai dei cartellini.

Ne fa le spese Pinardi che, dopo un paio di scontri ravvicinati, deve lasciare il campo. Tesser ha finito i trequartisti e così avanza Rigoni inserendo un Radovanovic in non perfette condizioni fisiche. I nostri sembrano smarriti e per qualche minuto non riescono più ad affondare.

Al 41’ si verifica un episodio che segna in maniera particolarmente negativa il nostro campionato. Nell’uscire per respingere un cross Ujkani si scontra in maniera violenta con Morganella, l’impatto è tremendo, i microfoni ambientali da bordo campo diffondono i rumori di un colpo durissimo, si vede persino volare un dente. Ovviamente Samir è costretto ad uscire ed il suo posto è preso da Jimmy Fontana.

La furia azzurra però non si placa, anzi. La squadra di casa si rende pericolosa con i tiri di Morimoto e Radovanovic e reclama invano per un atterramento di Marianini forse appena dentro l’area. Al primo minuto di recupero, su punizione di Rigoni, Paci incorna a colpo sicuro, Agliardi è fuori causa, ma la sfera incoccia sul palo e torna in campo, preda degli increduli difensori felsinei. “Pazzesco, nonostante tutto il Bologna è riuscito a conservare lo 0-0 fino all’intervallo…” dice Luca Boschetto di Sky a Diretta Gol. Non fa tempo a finire la frase che Ramirez, imbeccato da un fortuito contrasto su Di Vaio, azzecca la palombella che scavalca Fontana e s’infila nel sette per l’1-0 emiliano.

I 5-6 minuti intercorsi dall’infortunio di Ujkani alla prodezza di Ramirez (con in mezzo il clamoroso palo colpito da Paci) segnano il cortocircuito del nostro campionato perché da quello choc multiplo non ci riavremo mai più del tutto.

Dagli spogliatoi esce un Novara che è ancora convinto di poter fare un sol boccone del Bologna visto sino a quel momento e si espone in maniera suicida al contropiede di Pioli. Giochiamo alti, altissimi, come se mancassero 10 minuti alla fine e non ancora un tempo intero. Al 10’ s’invola Acquafresca e serve un pallone d’oro a Di Vaio che viene fermato dalla miracolosa uscita di Fontana mentre il “Piola” esulta come fosse un gol segnato. Anche Tesser perde le staffe e rimedia quella che è probabilmente la sua prima espulsione dalla panchina azzurra. Potremmo pareggiare ed invece la punizione di Meggiorini deviata dalla barriera spiazza Agliardi, ma termina di un soffio oltre la traversa. Il raddoppio è nell’aria ed arriva puntuale appena dopo il quarto d’ora quando è Acquafresca a fare centro.

Siamo sotto per 2-0 come è capitato già tante volte in quest’inizio di campionato. Nelle precedenti gare siamo sempre riusciti a risalire la china, almeno in parte. Mi sforzo di ripeterlo in radio, ma la realtà è ben diversa. Siamo smarriti, sfiduciati, disordinati, disattenti. Per fortuna ci pensa Fontana ad evitare la terza capitolazione salvando per due volte su Di Vaio. Poi Gimenez (più croce che delizia quando l’avevo al Fantacalcio) centra la traversa sull’ennesimo affondo di Morleo. Nemmeno l’ingresso di Granoche ci riporta in partita. Per la prima volta in campionato chiudiamo senza gol all’attivo. L’unico sussulto è dato una punizione di Rigoni che fa la barba al palo. Sull’altro fronte entra Federico Casarini, già protagonista in A nel campionato precedente.

Stavolta ci tocca proprio riassaporare l’amarezza di scendere in sala stampa dopo una sconfitta. E’ una sensazione che al “Piola” non provavamo da circa due anni e mezzo, da quella domenica di pioggia di aprile in cui la Spal di Dolcetti aveva cancellato le ultime speranze del Novara di Notaristefano mettendo fine in pratica alla lunga e gloriosa era di Sergio Borgo. Nel mentre avevano perso solo due partite casalinghe inutili e praticamente “indolori” quali quelle con Paganese e Modena. Paolo Molina vicino al buffet va a cercare il collega bolognese che era intervenuto ad “Aperitivo Azzurro” raccontandoci di una squadra ed una società allo sbando per fargli notare come la realtà non fosse proprio così brutta come ce l’aveva dipinta. L’interlocutore non capisce lo spirito della battuta e non la prende benissimo…

Per noi più che una sconfitta sembra una resa, una consapevolezza d’inferiorità rispetto ad una diretta concorrente. Lo capisci dagli sguardi dalla gente, dal fatto che quel clima di festa per la serie A conquistata a giugno sia come svanito nel giro di un’ora. Dalle parole di Massimo De Salvo che attacca dicendo: “Fa male… ma dobbiamo saper gestire al meglio anche un momento come questo”. Pochi minuti prima i colleghi Maio e Barlassina avevano ripreso a punzecchiarsi per Inter e Juve rispolverando gli strascichi di “Calciopoli” alimentati dalla presenza in città di Gianfelice Facchetti che sta presentando il suo libro accompagnato da Massimo Delzoppo.

Tesser si scusa per l’espulsione dicendo: “Ho sbagliato a protestare perché ho finito con l’abbandonare la squadra in un momento di difficoltà”. Il tecnico di Montebelluna però contesta la severità di un arbitro che sin lì aveva fischiato ed estratto cartellini gialli con estrema parsimonia ricordando che: “un giocatore ammonito nei primi minuti non può continuare ad entrare con la stessa foga…”.

Pioli lancia una frecciatina: “Ritengo che Doveri abbia arbitrato bene. Anche perché io insegno ai miei giocatori a restare sempre in piedi…”.

In zona mista si parla delle condizioni dei due giocatori azzurri finiti all’Ospedale. Pinardi (trauma cranico) e già rientrato mentre Ujkani è sotto i ferri per ricostruire mandibola e setto nasale. Ludi racconta quei momenti bruttissimi in cui ha soccorso il compagno: “C’erano denti in giro, tanto sangue e Samir lamentava un male devastante. In questo momento più che al recupero del portiere penso alla salute dell’amico”.

L’inviato di “Tuttosport” non sembra dispiaciuto della sconfitta azzurra, anzi. Di sbandierata fede granata trasforma le interviste in una sorta di “Toro Amore Mio” concentrando tutte le sue domande sul duello Fontana-Acquafresca, già compagni nel Torino. Per Jimmy potrebbe essere un punto d’arrivo, la serie A riconquistata sul campo con due promozioni… ma non può essere un giorno felice, tantomeno con Samir in quelle condizioni: “Oggi non posso essere appagato. Voglio conquistare la salvezza con questa squadra. Non dobbiamo abbatterci, ma guardare avanti: testa alta e pedalare”.

Morimoto dal suo italiano non perfetto tira fuori la sintesi migliore della giornata: “è stata una domenica sfigata”. Io, dopocena, mi metto a scrivere un Editoriale che comincia così:

Purtroppo le stagioni calcistiche passano anche da domeniche come questa… in cui in un cocktail micidiale di sfortuna ed errori perdi, in pochi minuti, punti, certezze e uomini… Ce n’eravamo dimenticati perché nel biennio precedente la squadra di Tesser era stata quasi sempre più forte di tutto e di tutti. Ed obiettivamente anche perché dal 2009 ad oggi non ci era mai capitata una tale serie di piccole-grandi contrarietà, tutte assieme. Sfortuna nel calcio non è fallire dieci gol ad un passo dalla porta… sfortuna è perdere una serie di uomini in allenamento dal martedì al sabato mattina… senza poter impostare la partita che vorresti… e dover rinunciare ad altri due giocatori nel primo tempo della partita… quando stai comunque giocando meglio dell’avversarioMi fermo per fare un grosso in bocca al lupo al nostro grande Samir. Sono certo che lo rivedremo in campo prima del previsto, più grintoso e “cattivo” che mai… E che quando sarà un portiere di assoluto livello mondiale… ricorderà questo incidente assurdo e spaventoso.. come un brutto ricordo lontano…”.

Poi un’ostentata (ma non troppo convinta) professione di ottimismo: “ora dopo un doppio turno casalingo così sterile (1 solo punto tra Catania e Bologna) e dopo una domenica in cui siamo stati finora (scrivo durante il derby…) l’unica squadra di A a subire una sconfitta… è indispensabile autoiniettarsi massicce dosi di ottimismo…. Può sembrare un’eresia… ma il Bologna visto oggi è ampiamente alla portata del miglior Novara… E’ vero, la squadra di Pioli ha vinto la partita perché ha mostrato più qualità in attacco rispetto ai padroni di casa… Ma se andiamo a vedere le cifre sinora i rossoblu avevano segnato soltanto due reti: Portanova di testa a sovrastare Chiellini su calcio d’angolo e Diamanti su rigore… Attacco mitraglia? Forse, ma non certo nelle ultime 14 partite di campionato nelle quali il Bologna non aveva mai vinto… Ed in un certo senso nemmeno nel secondo tempo di oggi quando sono fioccate le opportunità in contropiede…”.

Massimo Barbero

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