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domenica 30 luglio 2017 - 09:42
di Massimo Barbero

Quattro amichevoli contro formazioni dilettantistiche possono bastare per abbozzare le prime impressioni. Badate bene, solo di impressioni si tratta e nulla di più. Perché se il calcio d’agosto è spesso ingannevole quello di luglio quasi sempre non fa testo. Basti pensare che nel 2009… ovvero nell’estate che anticipava il nostro ritorno in B… se ci avessero chiesto a Ferragosto quale fosse il giocatore più forte del nuovo Novara… forse molti di noi avrebbero risposto Juliano Vicentini… perché era stato proprio il brasiliano (in seguito riserva in Lega Pro e quasi mai impiegato in B) a destare le migliori sensazioni in precampionato, incantandoci con la prodezza dell’1-0 al “Tardini” di Parma.

Dunque, fermandoci alle impressioni, posso dire che il primo impatto con il Novara di Corini è parso decisamente confortante. Mi rammarico di non aver ancora assistito ad un solo allenamento della truppa azzurra (durante la preparazione le sessioni quotidiane sono decisamente più istruttive rispetto alle sgambate con avversari di ben diversa caratura) ma in partita ho visto una squadra muoversi con idee, convinzione ed in testa un progetto tecnico ben radicato. Si vede la mano del mister ed in campo ci si muove innanzitutto per seguire i dettami dell’allenatore. Probabilmente la partita meno divertente da vedere è stata l’ultima, quella con l’Inveruno (almeno limitatamente al primo tempo) ma era quasi inevitabile che fosse così all’ultima fatica dopo due settimane intense di ritiro, con in testa la prospettiva di una domenica libera.

Le prime uscite hanno un po’ fugato quella che era una delle perplessità che avevo avanzato nelle scorse settimane: la compresenza in una difesa a quattro di Dickmann e Calderoni, più portati ad offendere che non dediti alla fase di copertura. Credo invece che per il calcio che ha in mente Corini servano proprio due esterni propositivi, pronti a spingere ed a salire senza particolari remore. E’ importante creare un’intesa tra le due catene (di destra e di sinistra) con continue sovrapposizioni ed inserimenti. Non a caso siamo risultati meno brillanti nella prima parte della sfida contro il Brera quando sulle corsie laterali Tartaglia ed Armeno apparivano più timidi e ligi alla posizione rispetto ai titolari della passata stagione. Va detto peraltro che l’esterno prestato nella passata stagione alla Fidelis Andria ha chiuso il ritiro in crescendo ed è risultato tra i più incisivi nel match conclusivo con l’Inveruno.

Corini vuole una difesa alta, coraggiosa, propositiva e pronta a salire rapidamente. Ed in questo senso è fondamentale che Troest recuperi una condizione ben diversa da quella palesata per gran parte della scorsa stagione quando gli avversari, molto spesso, gli andavano via sul primo scatto. Ricordo un’ora da incubo a Cittadella a metà settembre con la nostra difesa alta, ed i granata implacabili nell’interrompere il lento e sterile possesso palla azzurro per infilarci in velocità. In questa fase della preparazione è scontato che “Mag”, per la propria struttura fisica, non sia al meglio (avete presente gli affanni di Udine, due anni fa, agli albori della sua stagione d’oro?).

Lo potremo valutare soltanto più avanti ed il suo apporto risulterà di particolare importanza.In mezzo al campo è fondamentale che si riesca a garantire a Ronaldo la dovuta libertà di far girare il gioco. Nelle due gare disputate a Novarello il brasiliano è risultato delizioso nell’impostare la manovra nelle battute iniziali quando gli avversari non ci avevano ancora preso le misure. Poi allorchè chi ci stava di fronte capiva che tutti i palloni passavano da lui… diventava meno semplice per l’ex Salernitana essere lucido e preciso in fase di costruzione. Per questo bisogna crearsi delle valide alternative come quelle rappresentate dagli inserimenti di Casarini ed Orlandi che è apparso ben calato nel ruolo di mezzala nel nostro 4-3-3. Per quanto riguarda Nardi, invece, il mister sta insistendo nella posizione centrale di vice Orlandi modificando leggermente quello che credo fosse il suo impiego abituale nella Primavera di Gattuso. Per il ragazzo di Montebelluna si tratta di un’opportunità irripetibile: imparare il ruolo da un maestro quale Corini, uno dei migliori play maker (anche per longevità ad alti livelli) nel panorama calcistico italiano dell’ultimo ventennio. Ieri al “Piola” ha sbagliato qualche pallone di troppo, dazio dovuto forse alla stanchezza accumulata al termine del suo primo vero ritiro.

Davanti Macheda e Sansone hanno mostrato voglia e buona predisposizione alle indicazioni del nuovo tecnico. Ieri Corini ad un certo punto ha provato una diversa soluzione tattica (con Gianluca in mezzo e Federico sulla corsia esterna) che ha dato responsi incoraggianti seppur contro un avversario che aveva cambiato praticamente tutti gli effettivi. Gli osservati speciali però erano ovviamente i due nuovi arrivati. Simeri di primo impatto sembra un po’ grezzo, ma la porta la vede e la sua presenza si sente là davanti. Ci sono attaccanti, pur talentuosi e belli da vedere, che non andrebbero in doppia cifra nemmeno se impiegati in Primavera o tra i dilettanti. Il ragazzo di Fuorigrotta invece in doppia cifra ci andrebbe sicuramente anche in Lega Pro. Per la B bisogna ancora attendere di capire il suo grado di adattamento a difensori più sgamati ed ad una intensità agonistica ben diversa rispetto a quella della D che frequentava fino a maggio. Da Cruz sembra già un elemento interessante sia dal punto di vista fisico che da quello tecnico. Il nocciolo per lui starà nella capacità di adattarsi dal punto di vista tattico ad un calcio diverso di una nazione differente. Come Nardi ha terminato il ritiro in condizioni decisamente meno brillanti rispetto a come l’avevamo visto alla prima uscita contro il San Mauro. Contro l’Arconatese non lo si è visto in azione molto spesso, ma dal suo piede sono sbocciate comunque diverse azioni pericolose.

Insomma, nel complesso, penso che stia venendo fuori un buon Novara dal punto di vista dell’organizzazione e delle qualità dei singoli. Ovviamente la differenza la faranno gli ultimi innesti chiamati a sostituire gente del calibro di Galabinov e Cinelli (o fino a gennaio Faragò) ed in un certo senso anche l’affidabilità di Lorenzo Montipò che pure in Lega Pro ha già dimostrato ampiamente il proprio valore.

In attesa del mercato, ne capiremo di più domenica prossima nella prima gara ufficiale della stagione in Tim Cup. Sarà quello il test iniziale davvero attendibile, molto più verosimile rispetto all’amichevole infrasettimanale nella casa dell’Atalanta a Zingonia.

Di certo c’è che non possiamo prescindere ancora a lungo dall’acquisto della punta centrale che ancora manca a questo Novara. Maniero o non Maniero… non credo si possa temporeggiare fino all’ultima settimana di mercato (a campionato già iniziato) con il rischio di rimanere con il classico cerino in mano o di doversi aggrappare all’azzardo del Bajde di turno.

Nelle precedenti stagioni Teti ha dimostrato di sapersi inventare uomini e soluzioni anche in extremis (vedi Dell’Orco-Faraoni-Poli… o lo stesso Casarini… per non parlare di Cinelli-Orlandi lo scorso inverno). Ma questo vale per i giocatori “normali”. Il mercato degli attaccanti è diverso. A fine agosto 2016 si è mosso pochissimo in questo senso, almeno per quanto riguarda la fascia di punte alla nostra portata. Basti pensare che l’Empoli che ancora militava in A si era ridotto ad ingaggiare Marilungo appena retrocesso in Lega Pro con il Lanciano, che lo Spezia aveva dovuto aspettare lo svincolato Granoche (rivelatosi poi d’inverno una buona soluzione) che quando ha debuttato con noi appariva decisamente sovrappeso, che il Cesena non aveva poi trovato una vera e propria alternativa a Ragusa ceduto in extremis al Sassuolo (ed ancora che in A Palermo e Pescara sono rimaste praticamente a mani vuote).

Quest’anno non possiamo permetterci di stare più di tanto alla finestra perché non abbiamo il tesoretto di gol che ci garantivano comunque Gonzalez ed Evacuo allorchè siamo saliti dalla Lega Pro o Galabinov un anno fa di questi tempi. Ripenso a quando a gennaio 2016 eravamo terzi in classifica e tutti chiedevamo la “punta cattiva” malgrado avessimo già in rosa Pablo, il “Gala” e  Felice, senza dimenticare Lanzafame, Corazza e Nadarevic…  Allora l’ulteriore attaccante avrebbe rappresentato la classica ciliegina sulla torta… Ora risulta certamente una priorità.

Nell’ultimo anno il Novara è rientrato in maniera importante dagli esborsi delle stagioni precedenti con il risparmio sull’ingaggio di Gonzalez e grazie agli introiti derivanti dalle cessioni di Faragò, Viola ed in parte anche Vicari. E’ il momento di investire per ingaggiare almeno un uomo in grado di fare la differenza là davanti sgravando di responsabilità giovani ed elementi provenienti da categorie minori che devono avere il tempo di crescere e sbagliare.  Non dobbiamo ripetere l’indugio del 31 gennaio 2016 quando… per un tira e molla da ultimo giorno del mercato invernale di qualche centinaio di migliaia di euro… ci siamo fatti sfuggire un attaccante come Ceravolo che nell’ultimo campionato e mezzo, in una maniera o nell’altra, ha dimostrato di poter fare ancora la differenza in categoria.

Punta o non punta… è il momento di tornare al “Piola” per una partita vera… Mancano sette giorni… ma l’attesa inizia a salire…. Si ricomincia…

Buon Compleanno mister Corini ed ovviamente… Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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