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lunedė 04 settembre 2017 - 10:52
di Massimo Barbero

A maggio (o giugno) il Parma andrà in serie A ed i media nazionali ci riempiranno le tasche… celebrando la fiaba del club che con le proprie forze (sigh) è riuscito a risollevarsi in sole tre stagioni dal crack del 2015... Con buona pace dei Franz sparsi lungo tutta la penisola che in questi anni hanno speso tempo, soldi ed energie sperando di assistere ad un calcio almeno un po’ più credibile.A maggio (o giugno) il Parma andrà in serie A anche perché ha allestito una rosa che ha l’umiltà, il temperamento e la fame della neopromossa, ma la qualità e le alternative di una formazione di primissimo piano.

Niente a che vedere insomma con le “corazzate” delle passate stagioni che si calavano in B con la supponenza del più forte. Ieri Frattali e C nel momento più difficile non hanno esitato a buttarsi a terra per perdere del tempo come una Centese qualunque e come, per azzardare un esempio, l’ambizioso Verona di Pecchia (che la A stava per perderla) non avrebbe mai osato fare.A maggio (o giugno) il Parma andrà in serie A, ma forse questo non è un problema nostro perché i ducali li affronteremo soltanto un’altra volta da qui alla fine della regular season (e per fortuna, mi vien da dire, considerata pure la fastidiosa presunzione di certi colleghi emilani… evidentemente ancora inebriati dalle glorie targate Parmalat). Il nostro problema vero da risolvere è invece che non facciamo mai gol. Giochiamo, creiamo, costruiamo, ma il gol non lo facciamo. In tre gare ufficiali abbiamo messo a segno una sola rete, quella inutile di Macheda a partita con il Piacenza ormai finita.

Gli avversari attaccano molto meno, ma ci fanno puntualmente male. Anche ieri il Parma in una sfida gestita quasi interamente dal Novara ha collezionato un lo schema vincente del vantaggio, un pericoloso sfondamento di Baraye ed una parata determinante di Benedettini su Calaiò.Apro e chiudo il discorso su Martinelli. Al di là del rigore apparso netto su Da Cruz, allo stadio mi sono arrabbiato per la diversa gestione dei cartellini gialli nei confronti delle due squadre da parte del fischietto romano. Rivedendo le immagini, forse sbaglio, ma l’1-0 di Barillà mi pare proprio in fuorigioco perché sul tiro dell’ex del Trapani ci sono ben tre giocatori ospiti davanti a tutti e davanti a Benedettini. Uno di loro arriva anche a sfiorare il pallone facendone cambiare leggermente traiettoria e risultando dunque assolutamente attivo. C’era una volta il fattore campo… Ora per noi esiste solo fuori casa dove in due anni e mezzo ci è stato fischiato un solo calcio di rigore a favore…

Al “Piola” certamente questa legge non scritta è stata abolita da tempo. L’ultimo penalty per gli azzurri risale alla gara con il Vicenza di inizio dicembre scorso, l’unico rigore concesso al Novara nelle ultime 23 partite disputate al “Piola”.Basta così… perché parlare ancora di arbitri ci porterebbe fuori strada rischiando di innescare pericolosi percorsi vittimistici che alla lunga fanno solo danni. Finchè non segniamo avremo sempre torto e da lì dobbiamo ripartire in quanto le nostre potenzialità offensive sono comunque notevoli... anche in assenza (speriamo solo per il momento) di un vero centravanti di razza.Ieri abbiamo affrontato la gara con un piglio differente rispetto alla partita con il Carpi quando eravamo rimasti a guardare per una buona mezzora. Stavolta eravamo noi ad andare in pressing, a raddoppiare e davanti la vivacità di Da Cruz teneva in costante apprensione la difesa del Parma consentendo a Macheda di avere un compagno con cui dialogare.Il rasoterra di Barillà ha cambiato l’inerzia della sfida accentuando i nostri difetti contingenti. Insistevamo quasi esclusivamente sulla fascia destra rendendo la nostra manovra fin troppo prevedibile.

Quando Scaglia ha cominciato a fare la voce grossa su Di Mariano il Parma ha preso il sopravvento anche nella zona di campo dove nasceva gran parte delle nostre azioni. Lo spostamento di Da Cruz che ha cominciato ad agire maggiormente sulla sinistra non ha migliorato le cose. Anzi. Il gong dell’intervallo ci ha salvati dal rischio di uno 0-2 che avrebbe reso a quel punto la risalita quasi impossibile.Il 4-4-2 di inizio ripresa ci ha ridato equilibrio in attesa di sferrare un assalto più convinto. Lo sfondamento di Moscati nell’azione sfociata nel probabile rigore su Da Cruz ha convinto i nostri giocatori che la rimonta era possibile. Abbiamo sfiorato l’1-1 con Macheda (traversa), Sansone (rovesciata sbattuta su Frattali), Sciaudone (ottima preparazione vanificata al momento della conclusione) ed ancora con Di Mariano nel recupero (conclusione deviata di un soffio a lato). Insomma il pareggio sarebbe stato il minimo sindacale per un Novara che nella ripresa ha costretto il Parma nella propria metà campo.Al posto di Corini avrei inserito Chajia che poteva risultare l’elemento decisivo per la capacità di saltare l’uomo ed andare al tiro, ma comprendo l’assoluta necessità di recuperare un uomo come Sansone. Peccato per l’uscita di Da Cruz che però è stato sostituito quando sembrava davvero a serio rischio di espulsione.Dei tre nuovi premio la continuità di Moscati che ha retto in maniera più che dignitosa per tutta la gara in diverse zone del campo. Sciaudone è cresciuto decisamente nella ripresa quando per alcuni minuti ha rappresentato una spina nel fianco per la formazione di D’Aversa.

Golubovic si è confermato quel “soldatino” affidabile che ricordavo, adatto a fare l’esterno di una difesa a quattro. Tutti andranno rivisti con il passare del tempo. Non è semplice giocare a tre giorni dal proprio arrivo in una nuova realtà. Mi ricordo la prima, allarmante, mezzora di Casarini all’esordio in Novara-Como. Cinque giorni dopo a Terni era già un giocatore diverso, in grado di fare la differenza.Ora con 2 sconfitte sul gruppone (3 contando la Coppa Italia) ed una lunga trasferta davanti il rischio da scongiurare è proprio quello di perdere fiducia e convinzione. Non deve accadere perché adesso il Novara ha un centrocampo tra i migliori della categoria per potenzialità ed alternative. L’handicap per Corini è quello di dover trovare in corsa la soluzione migliore… senza l’agio di un precampionato che, ahinoi, è finito da un pezzo.La prestazione di Del Fabro apre qualche inquietudine circa le potenzialità del reparto arretrato, ma anche al giovane di proprietà della Juventus dobbiamo ovviamente concedere almeno una prova d’appello prima di fare delle valutazioni.Davanti le qualità e le motivazioni di Da Cruz, Chajia e dello stesso Di Mariano possono rappresentare delle più che valide alternative in attesa che Macheda, Maniero e Sansone tornino ad esprimersi in maniera consona al proprio recente passato. Secondo me anche qui siamo comunque messi decisamente meglio rispetto all’autunno di un anno fa quando non potevamo prescindere dalla presenza (e dalla forma) di Galabinov e Sansone.

L’unico rimpianto personale legato al mercato appena concluso (e meno male che è finito…) è relativo alla mancata conferma di Manconi che con l’attuale modulo sarebbe risultato libero di fare emergere le proprie qualità in fase realizzativa.Finora abbiamo sempre dovuto fare la partita. Con il Piacenza e con il Parma visto che giocavamo in casa ed a Carpi perché siamo andati subito sotto. E se fossimo una squadra da trasferta? Ad Ascoli, speriamo, la controprova…

Forza Novara sempre!!!

Massimo Barbero

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