L'editoriale Azzurro
mercoledė 20 settembre 2017 - 12:44
di Massimo Barbero
Le sconfitte azzurre sono tutte troppo simili tra loro per non destare viva preoccupazione. Questo Novara fa una fatica boia nel tramutare la propria manovra in nitide occasioni da gol.
Ieri Corini ha ripetuto spesso di aver avuto il “controllo della partita”. E’ certamente vero, almeno dalla mezzora del primo tempo in poi, ma pur tenendo quasi costantemente il pallino del gioco abbiamo creato pochissimo. Di Gennaro ha compiuto parate determinanti sulla punizione di Ronaldo eppoi su quel colpo di testa di Maniero su azione d’angolo da cui è scaturito uno triplo rimpianto per noi. Per il resto ricordo solo un paio di palloni pericolosi spizzati da Troest in area nel finale quando giocavamo con due torri (una era appunto Mag) e davvero poco altro. Insomma, se due anni fa sprizzavo ottimismo ad oltranza malgrado gli errori sottoporta a ripetizione di Corazza e Rodriguez (e qualche volta pure di Pablo) per i quali i più avevano già messo sulla graticola Baroni ed il suo 4-3-3, adesso francamente mi sento molto meno tranquillo. Perché davanti al portiere avversario ci arriviamo di rado, certamente in maniera non proporzionale alla mole di gioco imbastita.
Certo, c’è anche il rovescio della medaglia. A questo Novara va riconosciuta una bella dose di carattere, la capacità di rimanere in partita fino alla fine, limitando praticamente al minimo il rischio di ripartenze avversarie. Onestamente ieri avremmo strameritato il pari cosìccome l’avremmo meritato a Carpi e con il Parma. Con la stessa franchezza però dobbiamo dire che con il Cittadella avevamo fatto pochissimo per vincere prima della prodezza di Di Mariano nel recupero. E che ad Ascoli un Lanni quantomeno non in giornata ci aveva spianato la strada verso un ribaltone che altrimenti sarebbe potuto risultare anche allora complicatissimo. Insomma, viviamo sul filo di un equilibrio sottilissimo, spezzato da una parte e dall’altra, dagli episodi.
A volerla guardare in chiave ottimistica finora non ci hai messo sotto nessuno, nemmeno per una frazione di partita. D’altro canto, però, sorge una preoccupazione diametralmente opposta: se costruiamo così poco quando siamo noi ad avere il pallino, cosa riusciremo a combinare quando affronteremo avversari che si riveleranno davvero superiori?Ieri Gallo ci ha complicato le cose bloccando i nostri due esterni d’attacco (gli unici azzurri ad andare in gol finora) con un raddoppio di marcatura che portava gli uomini del pacchetto centrale ad andare ad affiancare i laterali in chiusura. Disinnescate le armi Cruz e Di Mariano è rimasto davvero poco ad un Novara abbandonato da un Macheda impalpabile. Anche perché rispetto alle precedenti partite gli acquisti dell’ultima ora Golubovic (acciaccato) e Moscati sono parsi provati da questa raffica di impegni ravvicinati ed assai poco incisivi. Soltanto Sciaudone è sembrato in crescita ed anche nel momento più complicato è andato a cercarsi gli spazi che non c’erano… con qualche iniziativa personale atta a spezzare la monotonia.
C’è un altro fattore che rende le nostre gare esterne costantemente in salita. Dalla tribuna si ha l’impressione che nei minuti iniziali i nostri appalesino un rispetto (timore) esagerato nei confronti di chi ci sta di fronte. L’impaccio di Golubovic nel regalare il secondo calcio d’angolo consecutivo allo Spezia da cui è nato il gol partita non è molto diverso da qualche fallo laterale concesso in maniera poco lucida di fronte al pressing del Carpi in apertura di gara all’esordio al “Cabassi”. Una volta beccato lo svantaggio gradatamente ci liberiamo da ogni paura e cominciamo a giocare davvero. Ma a quel punto l’avversario ha l’agio di chiudere gli spazi ad un Novara costretto a fare la partita anche fuori casa e privo di un vero punto di riferimento avanzato.
Ecco, l’unica vera speranza a cui aggrapparci al momento è legata alla possibilità di ritrovare un Maniero il più vicino possibile agli standard di rendimento della sua prima stagione barese (o del semestre di Pescara con Baroni in panchina). I segnali che Riccardo ha dato negli ultimi due scampoli di gara giocati sono stati estremamente incoraggianti. Ora non ci resta che vederlo all’opera sin dal primo minuto per capire se possiamo ovviare con lui alla “latitanza” in fase offensiva (speriamo passeggera) di Macheda e Sansone nei primissimi impegni ufficiali. Con questi chiari di luna mi risulta difficilmente comprensibile l’ostracismo a Ronaldo palesato in alcuni giudizi (anche da parte di autorevoli colleghi) che ho letto. Il brasiliano, con i suoi pregi e difetti (ma ieri mi è sembrato più determinato anche nei contrasti) mi pare l’unica fonte di gioco possibile per un Novara schierato con questo modulo. Dal suo piede possono sempre partire un’invenzione, un’iniziativa, un calcio piazzato o un tiro verso la porta avversaria in grado di spezzare l’equilibrio che altrimenti sarebbe improbabile vedere. Difficile pensare di giocare nella maniera attuale senza schierare almeno un perno centrale in grado di costruire qualcosa di non banale, che ci consenta una soluzione diversa dallo scontato affondo sulla fascia. Ed onestamente le alternative in rosa (ad esempio l’Orlandi visto finora) non ispirano particolare fiducia circa le ipotesi di un avvicendamento interno.Ieri Corini ha effettuato certamente i cambi più logici (quasi obbligati visto il risultato e le numerose defezioni) ma il solo Maniero ha dato una risposta all’altezza.
L’ingresso di Chajia che ha costretto Ronaldo ad arretrare il proprio raggio di azione per ovvii equilibri di squadra ci ha reso meno pericolosi di come eravamo apparsi nel primo quarto d’ora della ripresa in quanto Moutir è risultato decisamente meno concreto rispetto alla mezzora finale di Carpi.Come ho ribadito più volte nei miei commenti settimanali… l’attuale rosa, per mille ragioni, ha ampi margini di miglioramento e da questo dobbiamo trarre motivi di ottimismo, al di là dei punti in classifica e dei risultati determinati da episodi, più o meno favorevoli. Mi preoccupa invece il fatto di non aver constato reali progressi del gioco dopo l’esordio di Carpi, sfortunato ma incoraggiante. Le ultime due partite disputate, anzi, dal punto di vista della manovra, sono state decisamente le più faticose.
Speriamo che la sfida di sabato ci consenta di allontanare subito i primi cattivi pensieri… Mi auguro di vedere un pubblico un po’ più numeroso (tifosi biancoverdi a parte) e comunque dalla parte della squadra anche nei momenti meno brillanti… Corini ed i ragazzi in azzurro lo meritano, se non altro per l’innegabile impegno profuso sinora…
Forza Novara sempre!!! |