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Figurine Azzurre: Dino Sicuranza
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martedė 03 ottobre 2017 - 13:15
di Massimo Barbero

E’ un noioso giovedì pomeriggio di settembre 1997 e per provare a tirarmi un po’ su il morale dopo una retrocessione e due sconfitte iniziali in campionato (senza mai tirare in porta) vado, da solo, a Vercelli ad assistere ad un inutile match di Coppa.
Vinciamo per 1-0 grazie ad un tiro sporco di Giordano e torno dicendo agli amici: “Credetemi, la Pro ha un attaccante davvero scarso… si chiama Sicuranza”. Parole che mi vengono ricacciate in gola la domenica successiva quando le bianche casacche s’impongono per 2-0 sul Mestre con doppietta di quel centravanti che avevo frettolosamente catalogato come una “pippa”.

Gli sfottò di Enea Marchesini mi perseguitano per un mese fin quando la Pro, all’ultimo giorno del mercato di autunno, gira all’Iperzola quel Sicuranza in cui evidentemente non credeva poi così tanto. Da lì passa alla Sambenedettese, eppoi al Prato prima di finire nei dilettanti dove Borgo lo ripesca nella torrida estate 2002 quando Dino era un tesserato della Larcianese. Nel campionato precedente, quello della esplosione di Rubino e Palombo, al Novara era mancata proprio una terza punta “ignorante”, il classico uomo capace di “fare a sportellate” o di risolvere una partita bloccata o, quantomeno, di far rifiatare gli attaccanti titolari senza perdere spessore là davanti. Nessuno si scandalizza dell’arrivo di un centravanti dalla serie D perché l’anno prima nella massima categoria dilettantistica “Sergione” aveva scovato Ciuffetelli, Palombo e tal Baldini che all’inizio aveva fatto benissimo.

E’ l’estate delle incertezze societarie e del primo ritiro, di fortuna, ad Haskovo. Leggende narrano di un Sicuranza già protagonista di un pericoloso litigio con il personale di bordo, per via di una sigaretta, nel volo d’andata verso Sofia, ma appunto trattasi solo di voci non confermate. La certezza è rappresentata da un brutto infortunio alla caviglia che ferma il nostro nuovo acquisto sin dalla prima amichevole in terra bulgara.Salta tutta la preparazione e lo ritroviamo solo a Biella alla quarta di campionato, buttato in campo ad una manciata di minuti dal termine dopo l’1-0 dei bianconeri. Il suo ingresso manda in tilt la difesa di casa che incassa il pari di Palombo e rischia di capitolare ancora. Non c’è più Rubino, ma è arrivato Egbedi a far sognare il popolo azzurro.

Dopo Biella cogliamo ben cinque vittorie consecutive che ci proiettano in testa alla classifica.Ci aspetta il derby all’ex “Robbiano” ed una Pro Vercelli già sul fondo della classifica (pur avendo giocatori che faranno carriera come il portiere Marchetti ed il difensore Peluso) sembra destinata ad essere vittima sacrificale di un Novara siffatto. Invece una notizia a metà settimana fa gelare il sangue ai tifosi azzurri: per la partita più attesa dovremo fare a meno di Egbedi e Palombo, entrambi infortunati. Foschi non ha dubbi e ripropone il solito 4-4-2 con Fermanelli e Sicuranza terminali offensivi. La curva azzurra è strapiena e trascina i nostri ad un avvio veemente. E’ appena il 4’ quando un’azione tambureggiante trova sfogo sulla sinistra dove Colombini pennella per la testa di Braiati che fa da sponda per l’inserimento di Sicuranza che firma l’1-0 sotto la curva della Pro. C’è davvero una sola squadra in campo (e sugli spalti il divario in termini di tifo è ancora più netto) ed al 40’ arriva anche il raddoppio: Sicuranza s’invola sulla sinistra, si beve due difensori e fa partire un diagonale che batte Marchetti. Dinone si gira verso la tribuna vercellese come a dire “Questo è per voi…”. Nella ripresa Braiati gli cede l’opportunità del 3-0, ma stavolta il pallone si stampa sul palo… La doppietta basta ed avanza per far gridare ad oltranza ai tifosi azzurri: “Tanto segna Sicuranza…”.

Dino diventa così il vice Egbedi per antonomasia. Sostituisce Morgan durante le settimane di infortunio in autunno, eppoi lo avvicenda con regolarità nel corso delle partite meno brillanti. La marcia azzurra però non è più quella della prime giornate. La squadra di Foschi non perde mai, ma non riesce più a vincere fuori casa. Soffriamo la minaccia di un Pavia che ci avvicina pericolosamente dopo aver superato indenne, con un po’ di fortuna e la complicità arbitrale, lo scontro diretto.Egbedi resta a digiuno dal 9 ottobre (memorabile tripletta a Pordenone) al 19 gennaio quando torna a segnare contro il Meda al “Piola”. Il fanalino di coda resta però aggrappato all’1-0 fino a pochi minuti dal termine quando occorre l’ingresso di Sicuranza per un’altra doppietta sempre con la preziosa assistenza di Fermanelli. “Mi manca solo un gol sotto la Nord…” dice nel dopogara Dino che è sempre nel cuore dei tifosi.

E’ l’ultima domenica con il Novara capolista perché la settimana successiva la prima sconfitta in campionato (1-0 a Sesto su rigore) ci costa l’aggancio del Pavia. Arriva Carlet e dovrebbe partire Sicuranza che invece rifiuta il prestito al Mantova. Nelle ultime ore del mercato il club dei Mastagni ingaggia anche Zalla per quello che sembra un attacco atomico.Invece cominciano le sofferenze con ben 6 sconfitte esterne consecutive (sì, proprio come nell’era Boscaglia!) che ci allontanano definitivamente dal Pavia lanciatissimo. Sicuranza non gioca mai, non è dato sapere se per colpa di un infortunio o per scelte tecnico societarie. Lo ritroviamo in panchina soltanto a fine marzo a Bolzano quando il suo ingresso ci permette di sfiorare la rimonta contro la squadra di Tesser.Con Carlet e Zalla riciclati ad esterni d’attacco, Sicuranza torna ad essere la terza punta. E subentrando dalla panchina firma il raddoppio contro il Legnano al “Piola” la domenica successiva. Ad un quarto d’ora dal termine sull’1-0 per noi Foschi lo spedisce in campo e Sicuranza batte Malatesta insaccando al volo su assist di Bigatti per poi concedersi un’esultanza polemica nei confronti del tecnico che l’ha schierato pochissimo negli ultimi mesi.

Dino ritorna ad avere il suo spazio nel Novara che sprinta per difendere il secondo posto, preziosissimo in chiave play off. In tutto fanno 20 presenze e 5 gol con una media realizzativa, se rapportata ai minuti giocati, davvero importante. I suoi play off però durano troppo poco. E’ il 25’ della semifinale di ritorno al “Piola” e la tensione è altissima dopo la gemma dell’1-1 di Maiolo. L’ex milanista Filippo Galli fa un fallaccio su Morganti ed accusa Paolino di una simulazione che non appartiene certo al suo Dna. I compagni intervengono per difenderlo finchè dalla panchina si alza Dino Sicuranza a mettere a posto le cose… Risultato: cartellino rosso e due giornate di squalifica che gli fanno saltare la finale.Dopo Novara passa al Castelnuovo Garfagnana e da lì a qualche formazione dilettantistica toscana. Malgrado qualche vicissitudine di troppo, noi a Dino Sicuranza continuiamo a volere tanto bene e non smettiamo di ringraziarlo per quel pomeriggio di autentica goduria nella tana della Pro di Braghin…

Massimo Barbero

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